Ragazzi. Proprio questo weekend ha lasciato perdere ben 4 itinerari per un motivo o per l'altro. La ferrata del Paterno non l'avevo mai presa in consideraizone per la troppa distanza da pendolare. Ero partito con in mente la Lipella alla Tofana di Rozes ed ho rinunciato per forse neve e ghiaccio, ho pensato alla Piazzetta sul Sella ed ho rinunciato per non so che motivo. Eravamo decisi per la Mesules ed anche li abbiamo rinunciato.
Quel ghiaccio, quel bianco all'apparenza innocuo mi faceva paura. Basta davvero poco. Basta scivolare in qui 2 metri sbagliati e sei finito. E dopo 7 ore di cammino, se arrivi a dover attraversare quei 2 metri di ghiacciato che fai? Rischi!
Rinunciare penso sia una gran vittoria a volte.
Poi abbiamo fatto la Tridentina e la Val Setus. Ed il ghiaccio in Val Setus c'era e sempre nei posti sbagliati. E non servono 100 metri di volo per farsi realmente male. Dopo la notizia ho riflettuto e mi è venuta la pelle d'oca a ripensare con quanta poca attenzione ieri saltellavo sul ghiaccio del sentiero a pochi metri dai canalini di decine di metri.
Condoglianze sentite alle famiglie.
Queste tragedie incomprensibili.
Auronzo
Un volo di cento metri, sbattendo più volte sulle rocce, in una drammatica "cordata" che ha legato fino all'ultimo padre e figlio, Gernot e Maximilian Gruner, di 46 e 10 anni, austriaci, inchiodandoli alla stessa sorte. L'ultima tragedia della montagna, che aggiunge altri due nomi al lungo elenco di morti (32 dall'inizio dell'anno), si è consumata ieri, poco prima di mezzogiorno, lungo la via ferrata del Monte Paterno.
Camminavano assieme, imbragati e legati tra loro. Uno dei due è scivolato, pare, il padre, trascinando con sè anche il figlio. Legandolo a sè voleva proteggerlo, senza nemmeno immaginare che quel gesto d'amore sarebbe diventato il cappio di una morte orribile. La scena si è sviluppata come un incubo sotto gli occhi della madre e del nonno del piccolo che, secondo i soccorritori, avrebbero fatto parte della comitiva. Con loro altre quattro persone, tutte del Salisburghese. In stato di shock sono stati recuperati con l'elicottero Pelikan e trasferiti al rifugio Lavaredo. Da Bolzano è giunta inoltre un'équipe medica per dare sostegno psicologico ai parenti. Impossibile stabilire cosa possa aver provocato lo scivolone. Esclusa la presenza di ghiaccio o neve.
A dare l'allarme sono stati i compagni. Ad arrivare per primo è stato l'elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites che ha sbarcato sul luogo dell'incidente tre tecnici del Soccorso alpino di Auronzo mentre altri volontari salivano a piedi. Nel frattempo è arrivato anche l'elicottero del Suem che, con verricello di 20 meri, ha recuperato le salme per trasferirle nella cella mortuaria del cimitero di Auronzo. L'aspetto giudiziario è stato seguito da carabinieri di Cortina.
Da segnalare che la sera prima, a poca distanza, sul gruppo del Paterno, è stata tratta in salvo una famiglia di tedeschi. Infortuni e malori in montagna sono stati all'ordine del giorno anche ieri, con interventi in Comelico, Zoldo e Livinallongo. In nottata sono stati raggiunti dalla stazine di Longarone due escursionisti bloccati in val Tovanella, nel gruppo del Bosconero, i quali avevano smarrito il sentiero fra i mughi.
Quel ghiaccio, quel bianco all'apparenza innocuo mi faceva paura. Basta davvero poco. Basta scivolare in qui 2 metri sbagliati e sei finito. E dopo 7 ore di cammino, se arrivi a dover attraversare quei 2 metri di ghiacciato che fai? Rischi!
Rinunciare penso sia una gran vittoria a volte.
Poi abbiamo fatto la Tridentina e la Val Setus. Ed il ghiaccio in Val Setus c'era e sempre nei posti sbagliati. E non servono 100 metri di volo per farsi realmente male. Dopo la notizia ho riflettuto e mi è venuta la pelle d'oca a ripensare con quanta poca attenzione ieri saltellavo sul ghiaccio del sentiero a pochi metri dai canalini di decine di metri.
Condoglianze sentite alle famiglie.
Queste tragedie incomprensibili.
Auronzo
Un volo di cento metri, sbattendo più volte sulle rocce, in una drammatica "cordata" che ha legato fino all'ultimo padre e figlio, Gernot e Maximilian Gruner, di 46 e 10 anni, austriaci, inchiodandoli alla stessa sorte. L'ultima tragedia della montagna, che aggiunge altri due nomi al lungo elenco di morti (32 dall'inizio dell'anno), si è consumata ieri, poco prima di mezzogiorno, lungo la via ferrata del Monte Paterno.
Camminavano assieme, imbragati e legati tra loro. Uno dei due è scivolato, pare, il padre, trascinando con sè anche il figlio. Legandolo a sè voleva proteggerlo, senza nemmeno immaginare che quel gesto d'amore sarebbe diventato il cappio di una morte orribile. La scena si è sviluppata come un incubo sotto gli occhi della madre e del nonno del piccolo che, secondo i soccorritori, avrebbero fatto parte della comitiva. Con loro altre quattro persone, tutte del Salisburghese. In stato di shock sono stati recuperati con l'elicottero Pelikan e trasferiti al rifugio Lavaredo. Da Bolzano è giunta inoltre un'équipe medica per dare sostegno psicologico ai parenti. Impossibile stabilire cosa possa aver provocato lo scivolone. Esclusa la presenza di ghiaccio o neve.
A dare l'allarme sono stati i compagni. Ad arrivare per primo è stato l'elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites che ha sbarcato sul luogo dell'incidente tre tecnici del Soccorso alpino di Auronzo mentre altri volontari salivano a piedi. Nel frattempo è arrivato anche l'elicottero del Suem che, con verricello di 20 meri, ha recuperato le salme per trasferirle nella cella mortuaria del cimitero di Auronzo. L'aspetto giudiziario è stato seguito da carabinieri di Cortina.
Da segnalare che la sera prima, a poca distanza, sul gruppo del Paterno, è stata tratta in salvo una famiglia di tedeschi. Infortuni e malori in montagna sono stati all'ordine del giorno anche ieri, con interventi in Comelico, Zoldo e Livinallongo. In nottata sono stati raggiunti dalla stazine di Longarone due escursionisti bloccati in val Tovanella, nel gruppo del Bosconero, i quali avevano smarrito il sentiero fra i mughi.