Qual e' la situazione in Italia, attualmente per quanti volessero praticare fuoripista?
In passato sentivo che tra stazioni sciistiche, autorita', poliziotti, ecc.. vi creavano tanti problemi. E' ancora cosi' o comincia a cambiare?
Gia' il fatto che vi sia un forum di persone che hanno una filosofia diversa dalla massa che si sente grande se si puo' mettere in mostra a fare curve mezze carvate su una pista dalla "spaventosa" pendenza di 20-25 gradi, e' incoraggiante.
Sicuramente non dico di mandare tutti fuori pista a causare valanghe o a rimanervi coinvolti, ma non mi sembra che neppure la strada del vietare il tutto a tutti sia quella giusta.
Visto da fuori, il popolo italiano e' alquanto strano: e' l'unico che si esalta solo se si puo' comprare sci da gara (o quasi) che poi non sa usare come si deve a parte una sparuta minoranza. :think:
Non voglio ri-iniziare la polemica di circa 2 stagioni fa che feci sul forum di Sciare e che poi fu anche ripresa dalla rivista con tanto di intervento da parte di Giuseppe Severgnini che sara' anche un bravo scrittore, ma quando va a sciare si capisce gia' da come scrive, che potra' sciare fuori pista, ma le motivazioni interiori non le capisce. Scrissi allora dello sciatore medio che ha l'attrezzatura da 2000 euro e la bravura tecnica da 100 euro. Oggi che sono piu' vecchio e, forse, piu' saggio, non cerco piu' neppure di stimolare/offendere la mentalita' media. Io cerco i posti dove il fuoripista e' ancora possibile (soprattutto Francia).
Tuttavia, allora dissi molte cose, che ritengo ancora valide: mettete in sicurezza per valanghe tratti di fuoripista o fattele diventare delle piste tipo le doppie nere che si trovano in Canada e negli USA. Piste con pendenze di 45 gradi e oltre non attirano la massa. Sicuramente vi sara' il pellegrinaggio di turno fino al bordo e appena si vede il muro iniziale, il 99% fara' marcia indietro, ma intanto si permette a coloro che sono preparati di divertirsi e si sposta la cultura italiana dallo sci visto solo come corsa (e, aggiungo, cozzate sulle piste) verso una dove lo sci diventa un'espressione di se stessi: l'uomo e la montagna, lo sciatore e la tecnica, la persona e la solitudine su piste che vedono pochi frequentatori e il proprio ego e l'ambizione di migliorare.
In America le Montagne Rocciose, essendo molto piu' vecchie delle Alpi, sono molto meno irregolari e quindi si puo' sciare piu' o meno dovunque dalla cima.
La filosofia e' molto semplice e la si vede nella mappa delle piste della mia localita' preferita (almeno finora) Big Sky nel Montana:
http://www.bigskyresort.com/ontheslopes/bs_ch_ots_map.asp
Da meta' fino alla base tutte piste battute (rosse e blu al massimo). Dalla meta' fino in cima tutto spazio aperto con una pista (La Castro Shoulder, la spalla di Castro) che raggiunge i 50 gradi, mai battute, ma controllate dalla Ski Patrol al mattino per valanghe, alla sera prima della chiusura per accertarsi che nessuno sia rimasto lassu' ferito o per altri motivi.
In questo modo c'e' spazio per tutti, si usa di piu' la montagna, e ci si scontra di meno sulle piste. Perche' un concetto del genere in Italia proprio non si puo' sviluppare?
Mi fermo qui. Oramai mi sono anche stancato di ripetere le stesse storie ogni anno.