[TRK-ALP] M.PELMO (3.169 mt.) 30/08/2009

e.frapporti

DURACELL
Il meteo prevede un'altra domenica di bel tempo e dopo i ghiacciai è tempo di tornare sulla dolomia.
Scelgo il Pelmo perchè non ci sono ancora mai stato e perchè la sua vetta occorre guadagnarsela con un minimo di impegno alpinistico. Facile ma non banale.
Siamo io e Petra.
Sabato pomeriggio saliamo al Rif. Venezia da Zoppè di Cadore attraverso un tranquillo sentiero prima nel bosco e poi attraverso dei pascoli. Basta un'ora e mazza per 500 mt. circa di dislivello. Il cielo è sempre coperto e ci becchiamo anche un po' d'acqua gli ultimi 10 minuti.

Al rifugio (buona gestione - consigliato) non siamo in molti (20-25) ma tutti aspiriamo alla stessa meta

Vorrei partire alle 6.30 ma alla fine ci mettiamo in marcia solo alle 6.50, siamo quasi gli ultimi.
I bastioni sud-est del Pelmo alle 6.30
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La parte più impegnativa, psicologicamente soprattutto, la si affronta all'inizio: è la Cengia di Ball. Un traverso molto esposto che taglia la parete sud-ovest del Pelmo fino a guadagnare il vallone centrale. La cengia in generale non è attrezzata ma nei passaggi più delicati ci sono delle corde fisse e/o la possiblità di proteggersi.
Noi siamo attrezzati ad ogni evenienza (imbraghi, mezzacorda da 30 mt., cordini, fettucce, rinvii) ma non li useremo perchè non saranno necessari.
la parte bassa del tracciato (foto presa da "quartogrado.com" )
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Dopo 15-20 minuti siamo all'attacco della parete. Occorre salire su facili roccette (passaggi di I grado) per 20-30 mt. fino alla cengia
i primi metri sulle rocce per guadagnare la cengia
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Poi si prosegue in orizzontale o leggera salita
Petra sulla cengia di Ball, l'inizio è tranquillo ...
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... ma in breve il discorso si fa serio
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Al primo passaggio delicato troviamo bloccati quasi tutti quelli che ci precedevano. Non se la sentono di proseguire così passiamo avanti. Abbiamo il piacere di passare la cengia per primi (significa che nessuno ci farà perdere tempo)

dopo un centinaio di metri la tensione cala
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ma è la "calma prima della tempesta"
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uno sguardo indietro
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Il passaggio chiave è il "passo del gatto". Una breve corda fissa ne facilita e soprattutto velocizza il superamento
il famoso "passo del gatto"
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sempre lui (il gatto)
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Usciti dalla cengia ci prepariamo estraendo i bastoncini, ora il sentiero ne consente l'utilizzo e mancano ancora 8-900 mt. alla vetta.
dopo la cengia il sentiero torna una normale traccia alpinistica
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una parte della cengia di Ball vista dall'alto
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il ripido ghiaione
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il meteo resta incerto
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il ghiaione sembra non finire mai
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dopo il ghiaione una ripida gradinata (un paio di passaggi di I-II grado)
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sulla gradinata: verso il basso
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la gradinata porta ad una grande conca da dove si vede la vetta (prima nascosta)
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noi puntiamo la in fondo, alla cresta sud-ovest
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l'avvicinamento è tra detriti ma poi si passa su roccette sempre più ripide fino alla cresta
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manca poco alla cresta
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A parte un brevissimo tratto "aereo" la cresta è molto comoda e larga
un bel balcone con vista
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l'ultimo "ostacolo" prima della cresta sommitale
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finalmente in vetta
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fotoricordo sul Pelmo
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l'Antelao
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la cresta a ritroso
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voglia di tuffarsi nelle nuvole
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le nuvole ci attendono pazienti sulla via del ritorno
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quale sarà l'ometto giusto da seguire?
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il ghiaione in discesa diventa un piacere
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si torna in cengia ma 'sta volta con una splendida vista
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qualcuno ci precede al "passo del gatto"
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il rif. Venezia ci aspetta
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ma non è ancora il momento per rilassarsi
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ambiente su uno sperone
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sempre all'occhio
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angoli suggestivi
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ancora poco e siamo fuori
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dopo la cengia nuovamente ghiaione
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l'ultima occhiata al Pelmo prima di tuffarsi nei boschi del rientro
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Commento: salita molto bella e di soddisfazione per via della Cengia di Ball e della cresta finale molto panoramica, la discesa è anche meglio grazie al ghiaione che regala divertimento.
Il Pelmo è una montagna per molti ma non per tutti in quanto la cengia è vietata a chi soffre di vertigini e necessita passo sicuro.
Ho voluto inserire parecchie foto della cengia perchè chi pensa di andare si faccia un'idea di cosa lo attende anche se, purtroppo, le foto non rendono per niente il senso di vuoto che si ha sotto i piedi.
 
Ultima modifica:
Complimenti, non solo per l'escursione e le foto (il Pelmo è una signora montagna, da qualunque parte la si guardi), ma soprattutto perchè questo è il report che "mancava".
Non ne ho trovati altri così dettagliati e ricchi di fotografie e di spiegazioni.

Dunque i passaggi più vertiginosi sono attrezzati ....

Una domanda: in salita tutti i santi aiutano, si sa, ma a volte è in discesa che può nascere il problema, sia di roccette scivolose, sia di perdita di traccia. Ci sono problemi in questo senso? Gli ometti, secondo te, sono messi in modo che è impossibile perdersi in qualche cengia senza ritorno?
Grazie e ancora complimenti!!!!!
 
Una domanda: in salita tutti i santi aiutano, si sa, ma a volte è in discesa che può nascere il problema, sia di roccette scivolose, sia di perdita di traccia. Ci sono problemi in questo senso? Gli ometti, secondo te, sono messi in modo che è impossibile perdersi in qualche cengia senza ritorno?
Grazie e ancora complimenti!!!!!

Buona domanda. In generale non si corrono grossi rischi ma qualche appunto è meglio farlo.
Le prime difficoltà, seppur piccole, le ho riscontrate sulla cengia (strano a dirsi), in salita. In un paio di punti ho avuto dei dubbi ma è bastato fermarsi un attimo e guardare qualche metro più avanti per fugarli in quanto lì gli ometti ci sono e sono univoci.
Usciti dalla cengia basta stare un’attimo attenti alla partenza della traccia (subito al centro e poi tende a destra) ma anche lì gli ometti ci sono e sono chiari.
Qualche problemino arriva alla fine del ghiaione, nella zona che ho chiamato “gradinata”. La è possibile fare un po’ di confusione e perdere di vista la traccia corretta (soprattutto in discesa) quindi consiglio di procedere con calma guardandosi bene attorno che tutto sommato gli ometti non mancano (basterebbe qualche segno rosso e sarebbe tutto molto più chiaro e facile). Comunque se ci si dovesse trovare un po’ fuori rotta con qualche passaggio in discesa di I-II grado si risolve la situazione (è successo a me) altrimenti basta tornare un po’ indietro e cercare meglio la via migliore.
Una situazione del genere ma più chiara per fortuna, la si trova anche alla base delle rocce che portano in cresta, in discesa, poca cosa comunque.
 
Cacchio, sulla cengia il sentiero è davvero esposto... probabilmente un po' me sarei cagato addosso...
non è molto che cammino per sentieri alpini (vivo a milano da 4 anni, ma solo da due frequento assiduamente la montagna sia a piedi, sia sugli sci) per cui riconosco che i miei limiti ancora non mi consentono in sicurezza e tranquillità passaggi come quelli...
Però... però non mi arrendo e non vedo l'ora di riuscire a farli anche io!! ;-)

Per questo, sincerissimi complimenti... sentire recensioni come queste mi mette una voglia addosso!!!!
 

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Però...complimenti..BRAVI!!!
Io ho affrontato le mie prime 2 ferrate e nei passaggi senza cavo un po' di strizza mi prendeva...in quelli delle foto avrei avuto qualche altro effetto collaterale!!!
 
Mi mancava il fiato a vedere certe foto , decisamente al di sopra dei miei personali limiti sull'accettabilità del rischio; vi faccio i complimenti per la realizzazione... io se sarò in zona mi limiterò a guardarlo bene con un potente binocolo...
 
azz...complimenti!
io su quella cengia non so se ci passerei senza agganciarmi almeno con un cordino; anzi a pensarci direi proprio di no :D
In discesa l'avete rifatta perché quella è la via normale, quindi dalle altre parti è più tosta, oppure per questioni vostre di logistica?
Infine: la cengia è tutta attrezzata con corda fissa o solo per alcuni tratti?
 
Però... però non mi arrendo e non vedo l'ora di riuscire a farli anche io!! ;-)
bravo, ottimo spirito! Ma se ti poni certi obbiettivi ricordati di "alzare il tiro" e organizza le tue gite in modo che, tendenzialmente, siano sempre più difficili ed impegnative altrimenti rischi di progredire lentamente rispetto alle tue potenzialità ;) (mi permetto di dirtelo perchè l'ho sperimentato su me stesso)
 
In discesa l'avete rifatta perché quella è la via normale, quindi dalle altre parti è più tosta, oppure per questioni vostre di logistica?
è la via più semplice. comunque la cengia è sostanzialmente pianeggiante, farla in salita o discesa non cambia nulla dal punto di vista della difficoltà ( a parte i primi 30 mt. per raggiungere la cengia che in salita sono molto più semplici che in discesa)

Infine: la cengia è tutta attrezzata con corda fissa o solo per alcuni tratti?
Sono attrezzati con corda fissa solo brevissimi tratti, i più rischiosi (che non sempre sono i più esposti). Alcune di queste corde sono piuttosto vecchie e non ispirano grande sicurezza. Al passo del gatto ad esempio non ci siamo fidati ad afferrare la corda lasca ma abbiamo impugnato direttamente i nodi a ridosso dei chiodi di ancoraggio (vedi foto di Petra al "passo del gatto")
 
Bellissimo e ricco di informazioni il tuo report :clap:

Purtroppo non ho ancora avuto la possibilità di provare l'emozione di salire in cima al Pelmo anche standoci mooolto vicino sia d'estate che d'inverno...

Per il momento mi accontento di guardarmelo dal basso facendoci il giro attorno o da altre vette che posso raggiungere con mia moglie o godermi le tue foto sbavando sulla tastiera :sbavsbav:

Complimentoni a tutti e due.
 
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