Itinerari "appena oltre il facile" scialpinismo

Fabio

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Ci sono molti itinerari scialpinistici facili, come per esempio le classiche uscite dell'SA1. Itinerari che non richiedono uso dei ramponi, che non necessariamente richiedono di togliere gli sci e di caricarli sullo zaino (o questi tratti sono molto brevi), che non presentano rischi eccessivi, etc.

Ci sono poi gli itinerari molto alpinistici e scialpinistici nei quali la componente alpinismo è molto marcata ed è necessario muoversi con ramponi, caricando gli sci sullo zaino, facendo calate con sorde, legandosi per procedere in sicurezza, etc.

Ci sono itinerari "intermedi"? Adatti per passare gradualmente dallo scialpinismo con poco alpinismo a quello "serio"? Itinerari adatti a far prendere confidenza con l'uso dei ramponi, con la progressione con sci in spalla su percorsi "non banali", etc?

Penso che siamo in molti che vogliono alzare leggermente (sottolineo il leggermente) il livello per le uscite "ambientali" come mi piace definirle.

Che itinerario consiglieresti a dei vostri amici che chiedono un percorso semplice, non pericoloso ma meno "lineare" del solito?

34105-forcella-sasse-scialpinismo.jpg

 
domandone! così su due piedi non è facile rispondere.
Mi vengono in mente tre gite ma non so se corrispondono a tutti i requisiti che chiedi.
1- Tofana di Rozes: la parte da fare coi ramponi è abbastanza semplice in compenso la parte scialpinistica e sciistica è abbastanza impegnativa (ma come già detto in passato sicuramente alla tua portata Fabio)
2- Cima Sella - Gruppo di Brenta i ramponi si mettono in 2 tratti distinti, gli ultimi 5 metri per la vetta sono un po' esposti/aerei (passaggio di II grado su roccia) ma nel complesso abbastanza facile. http://www.skiforum.it/forum/showthread.php?t=19235&highlight=cima+sella
3- Cima Orecchio di Lepre (Val d'Ultimo): c'è un facile Crestone finale, teroricamente sarebbe ambiente glaciale ma di fatto ormai non più

sicuramente ce ne sono moltissime altre ma dovrei metter mano alle guide
 
Nella descrizione di ogni itinerario (che puoi trovare sulle guide o sui siti INTERNET) è indicata la relativa valutazione di difficoltà.
Le cose qui si complicano perkè esistono almeno 3 classificazioni (a parte pubblicazioni 'originali' di freeride che mettono il numero di sci (sic!) come gradazione di difficoltà (vedi Tremolada su Freeride in Dolomiti ad es.).
Allego qke descrizione delle scale di valutazione ringraziando Maffeis e l'estensore della descrizione sulla scala di difficoltà per sci ripido.
Ma comunque non mi allontanerei, per percorsi intermedi, da BS o S3 o PD o 3.1.
ALLEGO:

La valutazione della difficoltà nello scialpinismo

a cura di Marco Maffeis (I.S.A. – I.N.V.)

Il problema della classificazione delle difficoltà scialpinistiche ha origini lontanissime e da sempre ha suscitato dibattiti e perplessità nei frequentatori della montagna invernale. Infatti se è relativamente semplice definire - basta misurarla ! - l’inclinazione di un dato pendio, quando si vuole dare una valutazione globale della difficoltà di un itinerario scialpinistico le cose si complicano inevitabilmente. Entrano in gioco infatti molti fattori non facilmente quantificabili né tantomeno misurabili, che spesso risulta difficile condensare in uno scarno grado di difficoltà : probabilmente diversi scialpinisti, al ritorno da una gita si saranno chiesti il perché di una valutazione che non aveva poi trovato riscontro sul terreno.

Vediamo quindi come, in passato e più recentemente, si è affrontato l’argomento.

1. Introduzione storica

Il primo sistema di valutazione delle difficoltà scialpinistiche risale alla fine degli anni ‘40. Fu introdotto dal francese Gérard Blachère ingegnere di Ponti e Strade.
La Scala "Blachère"

E quella tuttora utilizzata nella quasi totalità delle guide di itinerari in Italia, mentre non viene quasi più utilizzata nelle nuove guide Francesi e Svizzere, nonché nei siti internet esteri del settore (nei quali si sta affermando la Scala Alpina descritta più avanti).
Questo sistema molto semplice consiste in tre abbreviazioni principali e una abbreviazione complementare.

• MS: Medio Sciatore In grado di curvare su pendenze medie inferiori a 25°. Teme il ripido e i passaggi stretti.

• BS: Buon Sciatore Padronanza tecnica su terreno ripido fino a 40° e nei canali stretti.

• OS: Ottimo Sciatore (senza ulteriori precisazioni).

A: Alpinista. L’aggiunta di questa lettera indica un itinerario con difficoltà di carattere alpinistico per le quali lo sciatore deve conoscere l’utilizzo della corda, della piccozza o dei ramponi (attraversamento di ghiacciai crepacciati, tratti di arrampicata, pendii ripidi, lunghezza dell’itinerario, cornici, etc.). Si ottiene così:



• MSA: BSA: OSA:

La Scala "Traynard"

Philippe Traynard, professore universitario a Grenoble e sua moglie Claude sono autori della celebre trilogia "101, 102, 103 sommets à ski".
Per valutare gli itinerari dei suoi libri Philippe Traynard utilizza il sistema Blachère ma gli aggiunge una valutazione dei passaggi in discesa da S1 a S6.
Il passaggio, o tratto di una discesa, viene così valutato facendo un parallelo con la Scala delle difficoltà alpinistiche dell'epoca che andavano dal 1° al 6° grado.
Questo sistema, dopo esser stato adattato per tener conto del'evoluzione del livello degli sciatori, è tuttora utilizzato nelle valutazioni come complemento della Scala Alpina.

La Scala Alpina

Negli anni ‘80, gli autori di guide di itinerari riesaminano il problema della scala delle difficoltà poiché il livello medio degli itinerari di scialpinismo si è evoluto considerevolmente. Francois Labande inizia ad utilizzare la Scala Alpina nelle sue opere dell’epoca.
Essa riprende la Scala UIAA utilizzata in alpinismo e messa a punto negli anni ’20 dal tedesco Willo Welzenbach. Rappresenta il sistema di valutazione generale delle difficoltà di un itinerario scialpinistico attualmente più utilizzato nelle guide di lingua Francese.
La Scala alpina è completata dalla valutazione "Traynard" dei passaggi in discesa, con la comparsa del grado S7 e un riaggiustamento della definizione dei livelli per tener conto dell'evoluzione tecnica degli sciatori e del materiale.

La valutazione si affina e si evolve ancora

Verso la fine degli anni ‘90, Volodia Shahshahani, giornalista e appassionato di scialpinismo (termine che lui stesso ha largamente contribuito a far conoscere in Francia – in passato si parlava di ski de randonnée o ski de montagne) inizia a pubblicare delle guide di itinerari scialpinistici.

In questa occasione propone un sistema di valutazione ancora più fine (la Scala "Toponeige") in modo da provare a descrivere meglio la difficoltà della discesa.
La Scala Alpina viene mantenuta per indicare le difficoltà della salita. Ad essa si aggiunge una doppia scala difficoltà tecnica/esposizione specifica per la discesa.



2. Valutazione delle difficoltà nello scialpinismo

E necessario distinguere tra la valutazione di un itinerario e la sua difficoltà reale.

ü La valutazione è un’indicazione relativa al livello di un itinerario effettuato in condizioni "standard".

ü La difficoltà reale incontrata sul terreno è direttamente correlata con la valutazione dell'itinerario ma deve essere aumentata (o diminuita) in funzione delle condizioni incontrate (meteo, nivologia, condizione fisica del momento...).
Contrariamente alla valutazione, la difficoltà reale di un itinerario può cambiare da un giorno all'altro, ed anche da un’ora all’altra ...

La valutazione generale di un itinerario

Utilizzata nelle guide di itinerari, la valutazione permette di descrivere la difficoltà generale di una gita realizzata in condizioni standard. Come per l'alpinismo, la la valutazione di un itinerario è un dato indicativo, definito a titolo indicativo, che permette di classificare gli itinerari. In effetti, le condizioni meteorologiche e nivologiche incontrate possono modificare completamente le caratteristiche e la difficoltà di un itinerario.
La definizione "condizioni standard" sottintende :

• Condizioni meteorologiche buone: buona visibilità e vento debole

• Condizioni della neve normali, cioè favorevoli ma non eccezionali (neve trasformata)

• Una buona condizione fisica

• Uno zaino "da giornata"

La valutazione generale comprende diversi parametri, dei quali il più importante è la difficoltà tecnica della discesa in sci. La continuità del pendio è importante, così come la lunghezza dell’itinerario e la continuità delle difficoltà sia in salita che in discesa.
Infine la valutazione deve tener conto dei pericoli oggettivi della montagna (crepacci, seracchi, rischio valanghe) senza dimenticare la complessità dell’itinerario o l'impegno (anche psicologico) per certe zone remote.



N.B. :La valutazione di un itinerario scialpinistico non fornisce alcuna indicazione nivologica.

Per esempio, un itinerario facile può essere estremamente rischioso e pericoloso in certi giorni se passa ai piedi di pendii valangosi.



3. La Scala Alpina

La scala di valutazione alpina è essenzialmente una scala di valutazione generale che riprende la Scala UIAA utilizzata in alpinismo e messa a punto da Wilo Welzenbach.

• F : Facile

• PD : Poco Difficile

• AD : Abbastanza Difficile

• D : Difficile

• TD : Molto Difficile (Très Difficile)

• ED : Estremamente Difficile

• ABO : Abominevole (o EX per Eccezionalmente difficile)

A questa scala di base si aggiungono eventualmente i segni + (più) o - (meno) che permettono di affinare un po’ di più la valutazione generale dell'itinerario.

Parametri considerati

Questa valutazione generale considera numerosi parametri.

La difficoltà d'insieme tiene conto non solamente della ripidezza e della continuità dei pendii, ma anche della lunghezza dell’ itinerario, dei passagggi stretti, dell'esposizione - termine preso nel senso alpino, per includere la presenza di salti rocciosi in particolare - delle difficoltà della salita a piedi, perfino della scalata in certi casi.

• Esposizione

L'esposizione di un itinerario varia in funzione dei rischi oggettivi che dovrà fronteggiare lo sciatore:

• Pericoli diretti: rischio di caduta di pietre, di seracchi...

• Pericoli indiretti: ostacoli che rendono più gravi le conseguenze di una caduta dello sciatore: seraccate, salti rocciosi, crepacci, terminali ma anche la ridotta larghezza di un couloir ...

Da notare che sui pendii ripidi l’esposizione varia con il tipo di neve : 40° su neve molto dura o ghiaccio non ha nolla a che vedere con la stessa pendenza in neve polverosa ...

• Impegno (engagement)

L'impegno dell’itinerario include diversi criteri: il grado di isolamento, l'altitudine, la lunghezza del percorso e il dislivello che influiscono sulla freschezza atletica dello sciatore e quindi sulle sue capacità fisiche ad affrontare un passaggio delicato.
Si possono anche aggiungere all’impegno certi fattori che influenzano il morale dello sciatore: soleggiamento del pendio (i passaggi all’ombra sono più inquietanti), ma anche in parte la presenza di elementi caratterizzanti l’esposizione. Non è mai facile sciare con la paura pensando al salto che si farebbe cadendo sopra una seraccata...
Se l'inclinazione e l'esposizione sono relativamente quantificabili, l'impegno sarà molto soggettivo e varierà in funzione della personalità, dell’esperienza e dell’allenamento dello sciatore ...

La valutazione puntuale

E la valutazione di un breve passaggio che viene aggiunta in caso di necessità specifica.
La valutazione puntuale è in particolare molto utile per indicare un breve passaggio ripido in una discesa globalmente più facile, o per segnalare un passaggio esposto.
La specificazione dei passaggi o tratti di discesa viene aggiunta in caso di necessità specifica:



S1 : itinerario facile che non richiede tecnica particolare per muoversi in sicurezza (per esempio: strada forestale).

S2 : Pendii abbastanza ampi, anche un po’ ripidi (25°), o itinerari vallonati (livello tecnico di controllo delle derapate e curve su tutte le nevi).

S3 : Inclinazione dei pendii fino a 35° (le piste nere più ripide delle stazioni sciistiche, con neve dura). La sciata su tutti i tipi di neve deve svolgersi senza difficoltà tecnica.

S4 : Inclinazione dei pendii fino a 45° se l'esposizione non è troppo forte; a partire da 30° e fino a 40° se l'esposizione è forte o il passaggio stretto. Diventa indispensabile una ottima tecnica sciistica.

S5 : Inclinazione da 45° a 50° e più se l’esposizione è moderata. A partire da 40° se l’esposizione è forte.

S6 : Oltre i 50° se l'esposizione è forte, come quasi sempre avviene. Altrimenti a partire da 55° per dei corti passaggi poco esposti.

S7 : Passaggi a 60° o più, o salto di barre rocciose su terreno molto ripido o esposto (che spesso sono sinonimi)




Queste valutazioni si suppongono stabilite in condizioni di neve favorevoli, cosa che non accade spesso sui pendii molto ripidi o estremi. In tal caso si ragionerà su condizioni tali che uno sciatore molto esperto riesca ad avere un margine di sicurezza sufficente in funzione della qualità effettiva della neve (che è un dato soggettivo...)

Altri parametri

La valutazione cerca di fornire una visione obiettiva e standardizzata del livello dell’itinerario, ma per un dato livello teorico, la difficoltà realmente incontrata può variare per un itinerario in funzione di diversi parametri.

Variazione della difficoltà in funzione del tipo di neve

Per farsi un’idea dell'importanza della neve nella difficoltà di un itinerario, ecco qui sotto una tabella comparativa della difficoltà di un dato pendio, in funzione del tipo di neve. I valori sono quelli della valutazione puntuale.



Inclinazione
Tipo di neve
15°
25°
35°
45°
50°
>55°

trasformata
1
2
3
4
5
6

polverosa
3
2
2
2
3
4

crostosa
3
4
3
3
4
5

dura
2
2
4
5
5
6

ghiacciata
3
4
5
6
6
7


Importanza della meteo

Le condizioni meteo possono complicare la vostra gita. Ovviamente, le condizioni meteo hanno grande influenza sulla qualità della neve , ma anche sulla visibilità del terreno (la luce diffusa per esempio cancella tutti i rilievi...), oppure ancora sulla dispersione termica (e dunque sull’affaticamento dello scialpinista).

Itinerario di giornata o raid: un itinerario valutato D effettuato in giornata è meno difficile che se lo si percorre dopo 5 giorni di raid con pernottamenti in tenda o igloo e con uno zaino da 25 Kg.



4. Esempi di valutazione con la Scala Alpina

F : Facile
Pointe de la Pierre (Val d’Aosta)

Spitzhörli, dal Passo del Sempione

PD- : Poco Difficile inferiore
Seehorn, da Gaby (Sempione)

PD : Poco Difficile
Breithorn Occidentale, via normale

PD+ : Poco Difficile superiore
Punta Gnifetti, via normale

Alphubel, dalla Langflue

AD- : Abbastanza Difficile inferiore
Dôme du Monetier per il ghiacciaio di Monetier

AD : Abbastanza Difficile
Mont Blanc du Tacul, via normale

AD+ : Abbastanza Difficile superiore
Hübschorn, couloir NW

D : Difficile
Monte Bianco, parete Nord

D+ : Difficile superiore
Bec d'Epicoune, via normale

TD- : Molto Difficile inferiore
Senggchuppa, parete NordEst

TD : Molto Difficile
Täschhorn, versante Ovest

Les Courtes, couloir NE

TD+ : Molto Difficile superiore
Pigne d'Arolla, parete N

ED- : Estremanente Difficile inferiore
Lenzpitze, parete N

ED : Estremanente Difficile
Lyskamm, parete NordEst

ABO : Abominevole (o EX: Eccezionalmente difficile)

Aiguille Verte, versante Nant Blanc

5. Conclusioni
La valutazione Blachère è totalmente soggettiva poiché si basa sul livello dello sciatore. Qual è la definizione corretta di un Ottimo Sciatore: uno sciatore che ha padronanza delle tecniche (e quali tecniche ?), uno sciatore che non cade mai; uno sciatore che sa perfettamente valutare la situazione….

La Scala Alpina invece, rapportandosi all’alpinismo, fornisce una valutazione più rigorosa della difficoltà, pur non facendo nessuna distinzione tra salita e discesa che sono valutate globalmente. Per questo ad essa si abbina la valutazione puntuale dei tratti più significativi della discesa. Per semplificarne l’introduzione si può stabilire una corrispondenza tra i primi tre gradi e la Scala Blachère, cioè MS = F (facile), BS = PD (Poco Difficile), OS = AD (Abbastanza Difficile). I gradi seguenti , D, TD, ED riguardano lo sci ripido e lo sci estremo.



Per quanto riguarda la più recente Scala "Toponeige", la sua applicazione mi risulta sia ancora limitata e personalmente la ritengo eccessivamente macchinosa: a voler essere toppo precisi a volte ci si perde in una selva di sigle di difficile interpretazione (nonché di discutibile utilità pratica). Per chi comunque volesse approfondire l’argomento, il riferimento è al sito internet www.ffme.fr, da cui è tratta buona parte di questo articolo.

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La valutazione della difficoltà di discesa in sci ripido
La valutazione della difficoltà tecnica di discesa si sviluppa su 5 livelli, ognuno dei quali suddiviso in 3 differenti gradazioni, per una migliore precisione, ad eccezione del livello 5 che rimane aperto verso l’alto (es. 5.1, 5.2, 5.3, 5.4, 5.5 ….)
Tale scala prende in considerazione i tratti discesi sci ai piedi, indipendentemente dalla presenza di eventuali corde doppie, tratti in arrampicata o altri fattori che rendono più o meno complessa una discesa o una intera gita.
A questa scala si può abbinare la valutazione dell’esposizione della discesa.
Per una maggiore completezza e sinteticità dell’informazione, in particolar modo nella pratica dello sci ripido, alla scala di difficoltà di discesa è possibile abbinare la lunghezza del tratto a cui si riferisce la difficoltà (ciò avviene in particolare per lo sci ripido) e la pendenza massima riscontrata, anche per un breve ma significativo tratto.
Valutazione difficoltà tecnica
In particolare, i livelli di valutazione tecnica di una discesa possono essere identificati come segue:
Livello 1 pendii molto semplici e larghi con passaggi singoli mai superiori ai 30°. Dislivello totale inferiore a 800 m. e esposizione nulla. È il classico sci escursionismo breve.
Livello 2 pendii senza difficoltà tecniche e nessun passaggio raggiunge i 35°. Il dislivello e l’esposizione possono essere significativi.
Livello 3 è il grado di entrata dello sci alpinismo vero e proprio. Possono essere presenti passaggi tecnici e pendii fino a 35° anche molto lunghi, con eventuali brevi tratti a 40°-45°.
Livello 4 è il cosiddetto sci di canale, o sci ripido classico. Pendii a 40° molto lunghi (almeno 300 m.) con brevi passaggi fino a 50°.
Livello 5 pendii a partire dai 45° molto lunghi con brevi ma significativi tratti ad almeno 50°, o pendii di almeno 45°-50° molto lunghi (almeno 400 m.)
Valutazione esposizione
La scala di valutazione dell’esposizione si suddivide in 4 differenti livelli.
Si parte da alcune evidenze che, a meno di condizioni particolari (es. molta neve fresca, ecc.) sono statisticamente valide ed è bene tenere in grande considerazione:
La prima consiste nel fatto che a partire dai 30° di pendenza è quasi impossibile fermare una caduta su neve ghiacciata;
la seconda che tra 40° e 45° è quasi impossibile frenare una caduta su neve trasformata;
la terza che oltre i 50°, in ogni caso e con qualsiasi neve, la velocità di reazione dello sciatore alla caduta è più lenta della velocità con cui la caduta diventa incontrollabile.
Più che dei danni eventuali legati alla caduta, la valutazione dell’esposizione prende in considerazione i danni fisici legati alla presenza di ostacoli lungo l’eventuale linea di caduta.
E1 non ci sono grossi ostacoli e l’esposizione è data dal pendio stesso, uniforme e collegato col pendio sottostante. Tenete presente comunque che un pendio di 30° e un pendio di 55° con esposizione E1 possono comunque avere effetti ben diversi sullo sciatore.
E2 la linea di discesa presenta, ad esempio, una piccola barra rocciosa che, saltata, non comporta un rischio di urto violento. I larghi canali a S sono un esempio del livello E2.
E3 rischio certo di saltare una barra di roccia o sbattere violentemente contro la roccia o il ghiaccio di una terminale, con probabilità alta di impatto molto violento. Mai cadere. I canali a S stretti e sinuosi, le pareti con crepaccia terminale significativa appartengono a questo livello.
E4 presenza di barre rocciose o ghiacciate molto alte o multiple, terminali alte ed aperte, con impatto molto violento sicuro. Mai cadere.
 
OK Enricobok, hai fatto un'ottima premessa ma, detto questo, non hai risposto al quesito di Fabio (mi sembra).
Lui vuole "nomi e cognomi" e possibilmente al Nord-est (credo)
 
Vista la richiesta, la Tofana di Rozes mi sembra francamente un po' eccessiva.
Non l'ho mai fatta ma so per certo che è classificata OSA e, se non ricordo male, la relazione del Gionco-Malusardi "Dall'Engadina ai Tauri" si chiude con la frase "vietato sbagliare!". Stasera controllo....

Che itinerario consiglieresti a dei vostri amici che chiedono un percorso semplice, non pericoloso ma meno "lineare" del solito?
Un itinerario così secondo me non esiste in senso assoluto.
Alzare il ivello vuol dire incrementare la pendenza o l'esposizione e le due cose comportano necessariamente del rischio. Dico un'ovvietà ma gite che prevedono pendenze da ramponi e/o creste vanno preparate con attenzione.

Dopo averti ammorbato con la solita introduzione da rompimaroni, ti dico che mi viene in mente:
- la Punta di Oberettes in Val Senales, gita completa con pendenza sostenuta ma mai eccessiva e una bella cresta mai troppo stretta alla fine;
- Cima di Cece sui Lagorai. Stupenda.
 

.

Vista la richiesta, la Tofana di Rozes mi sembra francamente un po' eccessiva.
Non l'ho mai fatta ma so per certo che è classificata OSA e, se non ricordo male, la relazione del Gionco-Malusardi "Dall'Engadina ai Tauri" si chiude con la frase "vietato sbagliare!". Stasera controllo....

Hai ragione, infatti ero molto dubbioso se suggerirla ma so che Fabio ha fatto Punta Penia dallo spallone e credo che il livello nella parte skialp sia quello, anche se sulla rozes la parte ripida è mooolto più lunga
 
Personalmente trovo la domanda di Fabio un pò vaga, perchè l'uso dei ramponi dipende dal tipo di neve che si incontra!

Mi spiego, Es. forcella Bachet , con neve ottima si sale sci ai piedi senza rampant, ma con neve ghiacciata ho visto gente farsela tutta a pelle di leone anche se già calzavano i rampant, quindi?

Se invece si intende salite che vengono normalmente affrontate con i ramponi,
allora secondo il mio parere si sta valutando discese impegnative (OSA) esempio la parte terminale della Rozes, dove in discesa per la tipologia classica di neve ghiacciata e il salto che porta direttamente in val Travenanzes è vietato sbagliare.

Comunque Fabio compranti la guida del Sani scialpinismo in dolomiti (quella con la copertina rosso bordeaux,), lì trovi proposte per tutti i gusti (dalla semplice MS fino al Civetta e alla fessura del Pelmo)
 
Ultima modifica:
:think::think:
Si, è vero un pò quello che dice pierpa, però forse una salita con brevi tratti da percorrere con i ramponi sia in salita che in discesa o qlk traversata la si può trovare.

Così su due piedi mi viene in mente, restando qui al nordest:
- Traversata di forcella Fanis(salita di un centinaio di mt di dsl con i ramponi e discesa tranquilla sul versante opposto);
- Traversata della val Cristallino(salita dalla val Fonda in ultimo canalino non eccessivamente ripido da salire a piedi e discesa tranquilla dall'altra parte per val cristallino);
- Monte Popera, splendida gita(ci sono 50mt ripidi da fare a piedi in salita e se si vuole anche in discesa, per il resto tranquilla);
- Col Nudo qui in alpago, sciata super!(anche qui 50mt finali semplici da fare a piedi..);
- in Cadini di Misurina puoi collegare qlk forcella a scelta;

Cmq a pensarci bene, secondo me invece, senza dover per forza fare discese poi impegnative, si riesce a trovare diverse cosette..
 
OK Enricobok, hai fatto un'ottima premessa ma, detto questo, non hai risposto al quesito di Fabio (mi sembra).
Lui vuole "nomi e cognomi" e possibilmente al Nord-est (credo

...............NORD-EST ? "Nomi e cognomi? volevo consigliare un po' di lettura e pratica....per apprezzare di più l'ambiente e guadagnare in sicurezza...(secondo me) comunque ecco 1 PIANO DI LAVORO?.......

SKIalp dolomiti, per farsi le (prime?) ossa tra sassi e canali:
-andrei fisso al rif fanes (o varella) qke gg e farei un po' degli itinerari della zona (da campo libero a canali, da ramponi a corda) tipo vallon bianco, col becchei, varella, etc)...poco dislivello (max 800) ma grande varietà e nn difficile (in genere) ma possibilità di usare il materiale di assicurazione e tornare velocemente alla base..
-SKIALP powder, per provare campi liberi dopo nevicate:
farei base al rifugetto di Bad Kalkstein in Villgratental per cocuzzoli tipo Thurnthaler, Gaisl, etc lift assisted o no
-SKIALP 3000, per assaggiare granito e ghiaccio del NE
base a rif Roma (Riva di Tures) per Magerstein e Schneebiger
base in valle aurina per classici dislivelloni d'ambiente (primavera) tipo moseler e Schwarzstein
GRAN FINALE:
-ALTA VIA DEI TAURI (da rifugio a rifugio con partenza da KASERN in valle Aurina) con vette tipo GrossVenediger..)
PS Lascia la Rozes a dopo il piano di lavoro.
 
Esatto, una lista di itinerari simili. La Tofana di Rozes è l'obiettivo del prossimo anno. Avrò sci e soprattutto pelli più adatte di quelli di ora. Poi spero di riuscire a incastrare anche qualche altra discesa di livello non difficile, ma con passaggi interessanti, passaggi da fare per godersi una vetta o una discesa più lunga ;)
Grazie per le liste.

Ho già queste guide di skialp:
http://www.skiforum.it/bav/guides/1...pinistici-alta-via-bianca-delle-dolomiti.html
http://www.skiforum.it/bav/guides/17-100-itinerari-scialpinistici-sulle-prealpi-vicentine.html
http://www.skiforum.it/bav/guides/13-freeride-in-dolomiti.html
http://www.skiforum.it/bav/guides/20-le-nevi-delle-dolomiti-1.html
Ed altre che non ho ancora recensito e caricato in http://www.skiforum.it/bav/index.html
Scaffale scialpinismo
scaffale freeride

1338-maurizio-gallo-nevi-dolomiti.jpg
 
la salita da S della val cristallino non le metterei tra le medio facili ma tra le difficili, faticose e pericolose
 
la salita da S della val cristallino non le metterei tra le medio facili ma tra le difficili, faticose e pericolose

Beh, dando per scontato di salire solo con condizioni di neve stabile, e che il canalino lo fai solo in salita e cmq non è nemmeno esposto, se non lo vuoi classificare tra i facili mettilo tra i medi, ma non mi pare difficile. Ovvio, parliamo sempre di una gradazione all'interno di itinerari che sono già di media difficoltà già solo per il fatto di obbligare a salire sci in spalla.

Cmq, senò in alternativa, un'altro itinerario lì in zona è anche la traversata del passo del Cristallo da sud a nord..
 
Ti faccio una lista di gite classiche (dal Friuli al Veneto, Trentino A.A. con inclusa una puntata in Lombardia), in cui trovi quasi sempre traccia e gente.
Ritengo che siano gite di medio livello ma non da principianti (classificazione BS/BSA, S3 con pezzi anche S4).
Chiaramente talune gite sono prettamente invernali altre primaverili, alcune si svolgono in terreno glaciale!

Alpago:
Cornor sia da col Indes che dalla val salatis.
Guslon da col Indes
Palantina dalla val de piera
Col Nudo

Dolomiti
Pelmo:
Val d'Arcia e Forca Rossa dalla val Fiorentina

Cristallo:
passo del Cristallo in traversata dal 3 croci alla val Fonda

Val Veneggia:
passo delle Farangole
Mulaz (anche in traversata dalla val Veneggia a Falcade)

Passo S. Pellegrino:
forcella Bachet cima Ombrettola
passo delle Cirelle cima Cadine
focella Laghet Sass de Tasca

Marmolada:
forcella Marmolada
Punta Penia
Piccolo Vernel (OSA)

Alpi Carniche:
Coglians
Rauchkofel

Dolomiti d'Oltrepiave:
Tacca della Cridola
forcella dei Pecoli
forcella Lavinal di Palas

Alpi Giulie:
forca del Palone (Montasio)
forcella Ursic (Canin)
forcella Lavina (Mangart)
Kotovo Sedlo (Slovenia)

Alto Adige

Val Martello:
Cima Marmotta

Val Senales:
Pala Bianca
Saldura
Traversata del Similaun

Val di Fosse:
Cima Tessa

Valle di Selva dei Molini:
Gran Mesule

Val Aurina (rif Roma):
Monte Nevoso
Monte Magro

Lombardia

Ghiacciaio dei forni (rif Branca):
Tresero
S. Matteo
Palon de La Mare


Ps: per le gite a Fanes, consiglio il rif Lavarella (sauna) anche sel il rif Fanes non è niente male!
 
Va bene che il linguaggio è una convenzione e come tale è soggetta a diverse interpretazioni ma se i termini hanno un senso "appena oltre il facile" e "alzare leggermente (sottolineo il leggermente) il livello per le uscite" sono concetti molto al di sotto della gran parte delle gite che vedo suggerite in questo topic.

Se SOGGETTIVAMENTE Valeruz trova la Tofana di Rozes una cagata (scusa e., è il primo esempio che mi viene in mente), OGGETTIVAMENTE è una gita difficile.
Lo stesso dicasi per il San Matteo (gita coi controcazzi, per me) il piccolo Vernel etc...

L'esperienza e l'abilità acquisita ti fanno percepire le cose come facili anche quando non lo sono. Bisogna tenerne conto quando si danno consigli ai meno esperti!!
 
Beh, dando per scontato di salire solo con condizioni di neve stabile, e che il canalino lo fai solo in salita e cmq non è nemmeno esposto, se non lo vuoi classificare tra i facili mettilo tra i medi, ma non mi pare difficile. Ovvio, parliamo sempre di una gradazione all'interno di itinerari che sono già di media difficoltà già solo per il fatto di obbligare a salire sci in spalla.

Cmq, senò in alternativa, un'altro itinerario lì in zona è anche la traversata del passo del Cristallo da sud a nord..

ti dirò....quella salita l'ho fatta 3-4 volte e non mi è mai piaciuta più di tanto...anche arrivando da staunies nord c'è abbastanza salita e neanche tanto semplice...prima hai il canalino dalla val fonda al plateau, che è corto ma spezza le gambe....poi hai un avvicinamento al canalino di salita vero e proprio che non è banale....e già là tanti fanno la traccia a sx che per me non è per niente sicura....ma anche andando su per il dosso con traccia "da manuale" non è il max della sicurezza.....bisognerebbe fare un giro da dx ancora + lungo.....
poi anche il primo pezzo prima del canale non è per niente facile....se parte qualcosa vai giù a sx e non so se ti fermi....poi c'è un bel saltone....

poi bisogna fare il canale che non è lunghissimo ma abbiamo sempre fatto tanta fatica a farlo....ma soprattutto o si parte prestissimo dal basso per arrivare ad un'ora decente o conviene andarci tardi, dopo l'ora calda.....per 2 volte su tre abbiamo rischiao di essere presi dalle scariche di neve scaldata....

però non ho capito cosa vuole Fabio...una lista di gite un po' + difficili della forcella delle sasse o facili come quella?
 
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