Spedizione alla Gran Risa.
Finalmente il grande giorno.. dopo aver consultato meteo Arabba per una settimana, mercoledì 4 gennaio è il giorno perfetto..
i tre moschettieri delle Dolomiti (Robbs, il Bracci e la Ross)partono per La Ila in Badia..
appuntamento alle 8.30 a casa della Ross a Canazei, ma per una cosa o per l'altra siamo saliti in cabinovia alle nove passate.
Saliamo in Belvedere con la seggiovia Toè rischiando un assideramento totale; per fortuna in cima al Sass Becè splende il sole e il panorama è Divino.
Scendiamo diretti lungo la Lezuò fino ad Arabba, dova la temperatura è intorno ai -55°C..una preghiera di fronte alla foto del Divino Admin sulla parete del Funifor e via verso la seggiovia Burz.
Si sale, si scende, si risale: sulla seggiovia Costoratta capito insieme ad una famiglia che inizia a banchettare: cioccolato, acqua, caramelle etc etc mancava solo la pasta con le sarde ed eravamo a posto.
Scendendo verso Corvara i miei due prodi iniziano a subire i primi acciacchi: il Bracci accusa un dolore al ginocchio, la Ross si congela i piedi.
Tuttavia con la mia forza d'animo li incoraggio a proseguire dicendo: "dai, che non c'è nemmeno tanta gente!"..non faccio in tempo a dire così che inizio a vedere una coda lunga eterna per prendere il collegamento "Costes de l'èga" a Corvara..mi avrebbero ammazzato.
In ogni caso dopo mezz'ora arriviamo al Col Alto e alla fine al Piz la Ila, dove il principio di assideramento della Ross ha raggiunto il livello massimo.. a questo punto la mia seconda perla di saggezza " Dai, tanto la pista sarà al sole!"..facciamo due metri ed entriamo nel buio del bosco, e chi conosce la gran risa sa che la pista non vede il sole neanche al solstizio d'estate!
tra una cosa e l'altra scendiamo dalla variante rossa, anche perchè sulla nera c'era un affollamento di gente stile pellegrinaggio alla Mecca: bellissima, mi è piaciuta un sacco, molto larga, deserta, con molti cambi di pendenza e neve perfetta!
Giunti alla fine al posto della Ross ho ritrovato un ghiacciolo alla fragola. Va bè, ci siamo riscaldati e via di ritorno..una volta in cima al Piz la Ila andiamo nel panico..la domanda che ci tormenta è: " Come cazzo si fa per tornare indietro?"
Per chi non conosce la zona, ci troviamo su un'altopiano attraversato da 18000 impianti e piste che vanno in ogni direzione..e le cartine che abbiamo in mano ci aiutano poco, anche perchè non capiamo in che senso vanno le piste e gli impianti..alla fine decidiamo di tornare ad Arabba senza scendere a Corvara ma rimandendo nella zona del Pralongià, per intenderci..
andiamo un po' a naso e ci incamminiamo lungo una serie di piste molto belle e semipianeggianti, finche un omino della seggiovia che stava ascoltando a palla "run to the hills" degli Iron Maiden ci conferma in una lingua tipica della zona tra Dalmine e Seriate che quella era la direzione giusta.
Dopo un lungo tratto di seggiovia che ho percorso insieme a un bestione russo di 120 chili (la fune si piegava pericolosamente!) arriviamo al Rifugio Bec de Roces, dove ci rifocilliamo a base di pasta al ragù..peccato che i camerieri fossero tutti uomini (di solito nei rifugi abbondano le sgnacchere).
Giù ad Arabba con lo stomaco pieno (nel frattempo la temperatura era risalita a -40°C) e saliamo a Porta Vescovo. Il primo muro era in condizioni disastrose, gobbe alternate a ghiaccio (qui ho iniziato ad apprezzare un po' di più le gobbe: loro almeno di frenano, il ghiaccio no).
Una volta giunti al Sass Becè era quasi il tramonto..ci siamo incantati ad ammirare il Sella che prendeva quasi fuoco, non sentivamo più nemmeno il freddo..l'unica parole che sono riuscito a dire e stata "Cazzo!.."
Alla fine siamo scesi, sperando di trovare lo skibus ma...era strapieno, quindi ritorno a piedi fino a casa della Ross (dall'altra parte di Canazei), dove mi aspettava un fumaneùte tè al limone
Finalmente il grande giorno.. dopo aver consultato meteo Arabba per una settimana, mercoledì 4 gennaio è il giorno perfetto..
i tre moschettieri delle Dolomiti (Robbs, il Bracci e la Ross)partono per La Ila in Badia..
appuntamento alle 8.30 a casa della Ross a Canazei, ma per una cosa o per l'altra siamo saliti in cabinovia alle nove passate.
Saliamo in Belvedere con la seggiovia Toè rischiando un assideramento totale; per fortuna in cima al Sass Becè splende il sole e il panorama è Divino.
Scendiamo diretti lungo la Lezuò fino ad Arabba, dova la temperatura è intorno ai -55°C..una preghiera di fronte alla foto del Divino Admin sulla parete del Funifor e via verso la seggiovia Burz.
Si sale, si scende, si risale: sulla seggiovia Costoratta capito insieme ad una famiglia che inizia a banchettare: cioccolato, acqua, caramelle etc etc mancava solo la pasta con le sarde ed eravamo a posto.
Scendendo verso Corvara i miei due prodi iniziano a subire i primi acciacchi: il Bracci accusa un dolore al ginocchio, la Ross si congela i piedi.
Tuttavia con la mia forza d'animo li incoraggio a proseguire dicendo: "dai, che non c'è nemmeno tanta gente!"..non faccio in tempo a dire così che inizio a vedere una coda lunga eterna per prendere il collegamento "Costes de l'èga" a Corvara..mi avrebbero ammazzato.
In ogni caso dopo mezz'ora arriviamo al Col Alto e alla fine al Piz la Ila, dove il principio di assideramento della Ross ha raggiunto il livello massimo.. a questo punto la mia seconda perla di saggezza " Dai, tanto la pista sarà al sole!"..facciamo due metri ed entriamo nel buio del bosco, e chi conosce la gran risa sa che la pista non vede il sole neanche al solstizio d'estate!
tra una cosa e l'altra scendiamo dalla variante rossa, anche perchè sulla nera c'era un affollamento di gente stile pellegrinaggio alla Mecca: bellissima, mi è piaciuta un sacco, molto larga, deserta, con molti cambi di pendenza e neve perfetta!
Giunti alla fine al posto della Ross ho ritrovato un ghiacciolo alla fragola. Va bè, ci siamo riscaldati e via di ritorno..una volta in cima al Piz la Ila andiamo nel panico..la domanda che ci tormenta è: " Come cazzo si fa per tornare indietro?"
Per chi non conosce la zona, ci troviamo su un'altopiano attraversato da 18000 impianti e piste che vanno in ogni direzione..e le cartine che abbiamo in mano ci aiutano poco, anche perchè non capiamo in che senso vanno le piste e gli impianti..alla fine decidiamo di tornare ad Arabba senza scendere a Corvara ma rimandendo nella zona del Pralongià, per intenderci..
andiamo un po' a naso e ci incamminiamo lungo una serie di piste molto belle e semipianeggianti, finche un omino della seggiovia che stava ascoltando a palla "run to the hills" degli Iron Maiden ci conferma in una lingua tipica della zona tra Dalmine e Seriate che quella era la direzione giusta.
Dopo un lungo tratto di seggiovia che ho percorso insieme a un bestione russo di 120 chili (la fune si piegava pericolosamente!) arriviamo al Rifugio Bec de Roces, dove ci rifocilliamo a base di pasta al ragù..peccato che i camerieri fossero tutti uomini (di solito nei rifugi abbondano le sgnacchere).
Giù ad Arabba con lo stomaco pieno (nel frattempo la temperatura era risalita a -40°C) e saliamo a Porta Vescovo. Il primo muro era in condizioni disastrose, gobbe alternate a ghiaccio (qui ho iniziato ad apprezzare un po' di più le gobbe: loro almeno di frenano, il ghiaccio no).
Una volta giunti al Sass Becè era quasi il tramonto..ci siamo incantati ad ammirare il Sella che prendeva quasi fuoco, non sentivamo più nemmeno il freddo..l'unica parole che sono riuscito a dire e stata "Cazzo!.."
Alla fine siamo scesi, sperando di trovare lo skibus ma...era strapieno, quindi ritorno a piedi fino a casa della Ross (dall'altra parte di Canazei), dove mi aspettava un fumaneùte tè al limone