Jagar
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Vacanza pianificata in fretta e furia, praticamente fino al giorno prima della partenza non avevamo ancora prenotato una sola camera… Alla fine, come in una partita di Tetris, riusciamo a “incastrare” tutti i tasselli e a seguire il giro che più o meno avevamo studiato.
Dopo due giorni di relax, passeggiate e un po’ di shopping tra Merano e Bolzano, nel pomeriggio di venerdì 13 arriviamo a Corvara, nostra prima vera tappa per il trekking. E qui arriva il primo ringraziamento agli skifosi che hanno consigliato il ristorante Tana dell’Orso a Oies in altre discussioni (ebbene sì, anch’io uso la funzione “cerca” ): confermo tutte le ottime recensioni, locale veramente originale e cena memorabile, avevano anche i porcini freschi che, insomma, si lasciavano mangiare :skipasta:…
Sabato 14: Corvara-La Villa-Piz la Ila-Pralongià-Corvara
Le previsioni non sono buone, infatti ci svegliamo sotto un cielo nuvoloso che minaccia acqua. Optiamo per una passeggiata verso La Villa (sentiero C1, sul versante del Sassongher), poi il cielo a sorpresa si apre e, improvvisando sulla mappa, decidiamo di salire fino a Piz La Ila su un sentiero che costeggia per buona parte il tracciato della Alting. Una salita niente male, circa 650m di dislivello in un’ora o poco più per raggiungere la vetta, e da lì decidiamo di arrivare fino al Pralongià con una rilassante camminata tra gli affollatissimi prati dell’altopiano. Seh, vabbè, son buoni tutti ad arrivarci con gli impianti … Sosta per uno spuntino al rifugio Punta Trieste (che ha anche una fornitissima enoteca RUNK) e giù verso Corvara, con i nuvoloni che ci concedono giusto il tempo di arrivare al Garni prima di aprire i rubinetti ioggia:…
Per la cena chiediamo consiglio ai proprietari del Garni (La Tranquillitè, proprio sotto la cabinovia del Boé, posizione tatticissima) che ci indirizzano all’agriturismo Ciablùn sopra La Val: mangiamo (benissimo) come due maiali spendendo pochissimo, circa 20€ a testa per primo, secondo, dolce e bevande, con delle tagliatelle (rigorosamente fatte in casa) al ragù di selvaggina semplicemente sontuose :arf:!
Verso La Villa
La salita al Piz La Ila
Dalla Alting si vede il Parco di Fanes
Sullo sfondo il Piz Sorega
Un cane riposa di fronte al Sassongher
Domenica 15: Corvara-Col Pradat-Passo Gardena-Corvara
Per oggi avevamo pianificato il tappone dolomitico (Val di Mezdì + Piz Boé), ma ci svegliamo sotto una fitta pioggia che cessa quasi subito lasciando tuttavia il cielo coperto per quasi tutto il giorno, a parte qualche sporadica schiarita. Decidiamo quindi di rimanere bassi di quota e ci “accontentiamo” di salire a Col Pradat (sopra Colfosco), da lì verso la Capanna Jimmy, poi scendiamo al Passo Gardena e risaliamo sul versante opposto lungo il sentiero 666 dell’Alta Via. Arriviamo all’imbocco della Val Setus e lì, indecisi se salire fino al lago Pisciadù, veniamo sconsigliati da alcuni escursionisti che si lamentavano della visibilità praticamente nulla sopra i 2300/2400 metri. Proseguiamo quindi fino allo spettacolo delle cascate del Pisciadù, attraversiamo il torrente con qualche difficoltà :AFFle recenti piogge l’hanno fatto ingrossare non poco) e raggiungiamo l’imbocco della Val di Mezdì. Riprende a piovere e si mette persino a grandinare :-(((, abbandoniamo dunque ogni residua velleità di salita e rientriamo a Corvara. Salutiamo la Val Badia e ci spostiamo in Val di Fassa, dove arriviamo nel tardo pomeriggio (Hotel Nes Crepes a Pozza, proprietario gentilissimo che ci ha anche offerto l’aperitivo :bottiglia:, gli avremo fatto pena viste le condizioni in cui ci siamo presentati…), e qui scatta il secondo ringraziamento alla community di Skiforum, visto che per cena andiamo alla Malga Peniola, poco sopra Moena. Che dire? Se non avete mai provato lo stinco della Malga Peniola, beh… provatelo! :semagna:
Salendo a Col Pradat
Il Gruppo del Sella tra le nuvole
Cavalli a Col Pradat
Capanna dalle parti del Sass Ciampac
La Capanna Jimmy (ex malga Clark)
Passo Gardena
Dalle parti della Torre Brunico
Le cascate del Pisciadù
L’ingresso della Val di Mezdì
Idem, da sotto
Lunedì 16: Pera di Fassa-Ciampedie-Gardeccia-Rifugio Vajolet
Ci svegliamo con una giornata limpida e molto fresca, partiamo di buon’ora e saliamo fino ai circa 2000 metri del Ciampedie, attraverso il sentiero 543 che si snoda quasi interamente nel bosco, per aprirsi solo verso la fine, proprio in corrispondenza dell’arrivo della funivia che parte da Vigo. Il panorama che si gode da quassù è unico, siamo sovrastati dalle imponenti vette del Catinaccio che dominano la Valle del Vajolet. Proseguiamo il nostro cammino fino al Gardeccia (dove tra l’altro arriva anche la navetta che parte da Pozza) per salire fino ai 2240 metri del rifugio Vajolet. Avevamo intenzione di salire fino al Passo Santner, ma inizia a piovere e la temperatura scende sotto i 10° (pur essendo solo le tre del pomeriggio), per cui rimaniamo al rifugio, ci mettiamo comodi e recuperiamo un po’ di energie… Pur essendo molto grande (130 posti letto!), il Vajolet ha sempre quell’atmosfera di calda intimità che solo i rifugi sanno regalare, e in poco tempo, seduti nei tavoli del bar in attesa della cena, facciamo amicizia con un gruppo di alpinisti del CAI di Massa (della serie com’è piccolo il mondo, noi siamo di Carrara…) che ci descrivono la maestosità delle Torri del Vajolet e del Catinaccio d’Antermoia dal punto di vista dell’arrampicata.
La serata trascorre piacevolmente tra polenta e cervo, grappini , e aneddoti di alpinismo…
Uno sguardo sulla Val di Fassa
Dal Ciampedie
Pala di Mesdì e Gran Cront (o sbaglio?)
Indicazioni al Gardeccia
Il rifugio Preuss
Il rifugio Vajolet
Le Torri del Vajolet
Guardando verso Passo Principe
Uno dei numerosi “ospiti fissi” del Vajolet
Martedì 17: Rifugio Vajolet-Passo d’Antermoia-Lago d’Antermoia-Passo di Dona-Val di Udai-Pera di Fassa
Magnifico risveglio, con il cielo di un azzurro intenso, e per le otto siamo già in cammino. Saliamo fino al Passo Principe, dove ammiriamo il rifugio, incastonato tra le rocce come un diamante, e giungiamo ai 2770 metri del Passo d’Antermoia. Qui il panorama cambia drasticamente, e la discesa nella valle d’Antermoia regala la stessa sensazione di uno sbarco sulla luna: pietre a perdita d’occhio e un’immensa vallata che si apre ai nostri piedi, sovrastata dai giganti del Catinaccio, della Croda dei Cirmei e della Croda del Lago. Scendiamo in una solitudine e in un silenzio pressoché totali. In tarda mattinata siamo al lago d’Antermoia, ci fermiamo per un tè caldo al rifugio e riprendiamo il cammino lungo il sentiero 580 che ci porta fino al Passo di Dona e da lì al Pian da le Gialines. L’asprezza dell’Antermoia lascia il posto ai morbidi prati degli alpeggi, tra decine di marmotte che giocano a nascondersi al nostro passaggio, ci immettiamo nella stretta gola del rio di Udai (“gonfio” come tutti i corsi d’acqua in questi giorni) che ci accompagna tra balzi e cascatelle fino a Mazzin, da dove chiudiamo il giro fino a Pera. Di nuovo in viaggio, destinazione Val Gardena. Arriviamo al nostro Garni (Mezdì, ottima struttura), e qui “giochiamo in casa”, visto che Selva la conosciamo quasi come le nostre tasche… cena al Mulinè, ristorante/rifugio che si trova sulla Sasslong rossa.
Dal Vajolet, verso Mugoni e Zigolade
Punta Emma
Il rifugio Passo Principe
L’ingresso nella Valle d’Antermoia
Scendendo nella valle
Il lago d’Antermoia
Il rifugio Antermoia
Pian da le Gialines
Scendendo verso la Val di Udai
Aut da Monzon e Torre Rizzi (forse…)
Mercoledì 18: Vallunga-Rifugio Puez-Lago Crespeina-Capanna Jimmy-Dantercepies-Selva
Entriamo nella Vallunga (fedele al suo nome, ad attraversarla tutta è veramente lunga!), ci inerpichiamo fino ai 2475 metri del Rifugio Puez e da lì percorriamo l’altopiano fino alla Forcella del Ciampac incontrando centinaia di persone nel senso opposto, quasi tutte partite dal Passo Gardena. Scendiamo al Lago Crespeina (molto suggestivo, veniva voglia di farci il bagno…), superiamo prima il passo Crespeina e poi il Passo Cir, ci fermiamo alla Capanna Jimmy e rientriamo a Selva scendendo lungo la Dantercepies. Detta così sembrerebbe una passeggiata, in realtà è stato un giro molto lungo che abbiamo chiuso in circa 7 ore.
Cena al Tubladel di Ortisei, il personale non è proprio il massimo della simpatia, però la cucina merita sicuramente e il locale è molto carino.
Entrando nella Vallunga
Amazzonia?
Il Gruppo del Puez
La Vallunga dall’alto
Il lago di Crespeina
Il Gruppo di Sella visto dal Passo Cir
Giovedì 19: Giro del Sassolungo (con partenza dal Passo Sella)
Un classicone del trekking dolomitico, sicuramente inflazionato e stra-frequentato, ma pur sempre bellissimo, e la giornata molto calda e soleggiata ha reso il tutto ancora più “panoramico”.
Partenza dal Passo Sella, attraverso la Città dei Sassi raggiungiamo il Comici (e il suo eterno profumo di cucina di pesce…), proseguiamo verso ovest, risaliamo fino al Rifugio Vicenza (incolonnati dietro a decine di persone con un abbigliamento a dir poco… fuori luogo, della serie “ho visto cose che voi umani…” :WHY), ammiriamo il contrasto del panorama che ci offre da un lato la tranquillità del verde dell’Alpe di Siusi e dall’altro la drammaticità e l’imponenza delle guglie del Sassolungo. Il giro prosegue verso sud, fino al rifugio Sasso Piatto, per poi tornare verso est, rifugio Pertini, rifugio Federico Augusto, e chiusura di nuovo al Passo Sella.
Cena da Speckkeler, anche questo da consigliare.
Il Sassolungo emerge dalle nubi
Laghetto…
Nevaio…
Alcune delle torri del Sassolungo
Salendo al rifugio Vicenza
Tra Sassolungo e Sassopiatto
Beeeeeehhh!!!
Aggirando il Sassopiatto
Risalendo verso Passo Sella
Venerdì 20: Nonostante la bellissima giornata, i nostri poveri piedi reclamano una pausa , per cui ci concediamo una giornata di relax all’Aquadome di Langenfeld in Austria, vicino a Solden. Qui, tra piscine riscaldate, saune aromatiche e bagni turchi :skivasca:, recuperiamo un po’ di energie…
Sabato 21: Alpe di Siusi
L’ultimo giorno optiamo per l’Alpe di Siusi, altro classico delle Dolomiti. Decisamente poco impegnativa per quanto riguarda i dislivelli e la difficoltà dei sentieri, però è innegabile che sia un posto unico al mondo, e il panorama che offre è di quelli da cartolina…
Lasciamo la macchina a Bulla, saliamo fino al Monte Piz e da lì inziamo un luuungo giro in senso antiorario che fa spaziare per quasi tutta l’Alpe, dal Laurin Hutte, alla Punta d’Oro, al rifugio Molignon, alla Zallinger Hutte (con sosta per pranzo a base di formaggi e affettati), alla Saltria… insomma, alla fine sarà il giro più lungo in quanto a ore di cammino (circa 8) e km percorsi.
Giornata spettacolare dal punto di vista del meteo, a tratti fin troppo calda.
Passeggiando sull’Alpe
Verde e azzurro…
Distese di prati a perdita d’occhio
Il simbolo dell’Alpe (Punta Santner e Punta Euringer)
Non è che la vendono?
Prati ben rasati
L’Alpe Bullaccia
Il Sassopiatto
Cavalli assetati
Ancora il Sassopiatto
Scendendo a Saltria
E risalendo verso Monte Piz
Sassolungo e Sassopiatto
E alla fine, ahinoi, era già il giorno del rientro. Dieci giorni splendidi e intensi ma volati via in un attimo… Alla prossima, ciao!
Dopo due giorni di relax, passeggiate e un po’ di shopping tra Merano e Bolzano, nel pomeriggio di venerdì 13 arriviamo a Corvara, nostra prima vera tappa per il trekking. E qui arriva il primo ringraziamento agli skifosi che hanno consigliato il ristorante Tana dell’Orso a Oies in altre discussioni (ebbene sì, anch’io uso la funzione “cerca” ): confermo tutte le ottime recensioni, locale veramente originale e cena memorabile, avevano anche i porcini freschi che, insomma, si lasciavano mangiare :skipasta:…
Sabato 14: Corvara-La Villa-Piz la Ila-Pralongià-Corvara
Le previsioni non sono buone, infatti ci svegliamo sotto un cielo nuvoloso che minaccia acqua. Optiamo per una passeggiata verso La Villa (sentiero C1, sul versante del Sassongher), poi il cielo a sorpresa si apre e, improvvisando sulla mappa, decidiamo di salire fino a Piz La Ila su un sentiero che costeggia per buona parte il tracciato della Alting. Una salita niente male, circa 650m di dislivello in un’ora o poco più per raggiungere la vetta, e da lì decidiamo di arrivare fino al Pralongià con una rilassante camminata tra gli affollatissimi prati dell’altopiano. Seh, vabbè, son buoni tutti ad arrivarci con gli impianti … Sosta per uno spuntino al rifugio Punta Trieste (che ha anche una fornitissima enoteca RUNK) e giù verso Corvara, con i nuvoloni che ci concedono giusto il tempo di arrivare al Garni prima di aprire i rubinetti ioggia:…
Per la cena chiediamo consiglio ai proprietari del Garni (La Tranquillitè, proprio sotto la cabinovia del Boé, posizione tatticissima) che ci indirizzano all’agriturismo Ciablùn sopra La Val: mangiamo (benissimo) come due maiali spendendo pochissimo, circa 20€ a testa per primo, secondo, dolce e bevande, con delle tagliatelle (rigorosamente fatte in casa) al ragù di selvaggina semplicemente sontuose :arf:!
Verso La Villa
La salita al Piz La Ila
Dalla Alting si vede il Parco di Fanes
Sullo sfondo il Piz Sorega
Un cane riposa di fronte al Sassongher
Domenica 15: Corvara-Col Pradat-Passo Gardena-Corvara
Per oggi avevamo pianificato il tappone dolomitico (Val di Mezdì + Piz Boé), ma ci svegliamo sotto una fitta pioggia che cessa quasi subito lasciando tuttavia il cielo coperto per quasi tutto il giorno, a parte qualche sporadica schiarita. Decidiamo quindi di rimanere bassi di quota e ci “accontentiamo” di salire a Col Pradat (sopra Colfosco), da lì verso la Capanna Jimmy, poi scendiamo al Passo Gardena e risaliamo sul versante opposto lungo il sentiero 666 dell’Alta Via. Arriviamo all’imbocco della Val Setus e lì, indecisi se salire fino al lago Pisciadù, veniamo sconsigliati da alcuni escursionisti che si lamentavano della visibilità praticamente nulla sopra i 2300/2400 metri. Proseguiamo quindi fino allo spettacolo delle cascate del Pisciadù, attraversiamo il torrente con qualche difficoltà :AFFle recenti piogge l’hanno fatto ingrossare non poco) e raggiungiamo l’imbocco della Val di Mezdì. Riprende a piovere e si mette persino a grandinare :-(((, abbandoniamo dunque ogni residua velleità di salita e rientriamo a Corvara. Salutiamo la Val Badia e ci spostiamo in Val di Fassa, dove arriviamo nel tardo pomeriggio (Hotel Nes Crepes a Pozza, proprietario gentilissimo che ci ha anche offerto l’aperitivo :bottiglia:, gli avremo fatto pena viste le condizioni in cui ci siamo presentati…), e qui scatta il secondo ringraziamento alla community di Skiforum, visto che per cena andiamo alla Malga Peniola, poco sopra Moena. Che dire? Se non avete mai provato lo stinco della Malga Peniola, beh… provatelo! :semagna:
Salendo a Col Pradat
Il Gruppo del Sella tra le nuvole
Cavalli a Col Pradat
Capanna dalle parti del Sass Ciampac
La Capanna Jimmy (ex malga Clark)
Passo Gardena
Dalle parti della Torre Brunico
Le cascate del Pisciadù
L’ingresso della Val di Mezdì
Idem, da sotto
Lunedì 16: Pera di Fassa-Ciampedie-Gardeccia-Rifugio Vajolet
Ci svegliamo con una giornata limpida e molto fresca, partiamo di buon’ora e saliamo fino ai circa 2000 metri del Ciampedie, attraverso il sentiero 543 che si snoda quasi interamente nel bosco, per aprirsi solo verso la fine, proprio in corrispondenza dell’arrivo della funivia che parte da Vigo. Il panorama che si gode da quassù è unico, siamo sovrastati dalle imponenti vette del Catinaccio che dominano la Valle del Vajolet. Proseguiamo il nostro cammino fino al Gardeccia (dove tra l’altro arriva anche la navetta che parte da Pozza) per salire fino ai 2240 metri del rifugio Vajolet. Avevamo intenzione di salire fino al Passo Santner, ma inizia a piovere e la temperatura scende sotto i 10° (pur essendo solo le tre del pomeriggio), per cui rimaniamo al rifugio, ci mettiamo comodi e recuperiamo un po’ di energie… Pur essendo molto grande (130 posti letto!), il Vajolet ha sempre quell’atmosfera di calda intimità che solo i rifugi sanno regalare, e in poco tempo, seduti nei tavoli del bar in attesa della cena, facciamo amicizia con un gruppo di alpinisti del CAI di Massa (della serie com’è piccolo il mondo, noi siamo di Carrara…) che ci descrivono la maestosità delle Torri del Vajolet e del Catinaccio d’Antermoia dal punto di vista dell’arrampicata.
La serata trascorre piacevolmente tra polenta e cervo, grappini , e aneddoti di alpinismo…
Uno sguardo sulla Val di Fassa
Dal Ciampedie
Pala di Mesdì e Gran Cront (o sbaglio?)
Indicazioni al Gardeccia
Il rifugio Preuss
Il rifugio Vajolet
Le Torri del Vajolet
Guardando verso Passo Principe
Uno dei numerosi “ospiti fissi” del Vajolet
Martedì 17: Rifugio Vajolet-Passo d’Antermoia-Lago d’Antermoia-Passo di Dona-Val di Udai-Pera di Fassa
Magnifico risveglio, con il cielo di un azzurro intenso, e per le otto siamo già in cammino. Saliamo fino al Passo Principe, dove ammiriamo il rifugio, incastonato tra le rocce come un diamante, e giungiamo ai 2770 metri del Passo d’Antermoia. Qui il panorama cambia drasticamente, e la discesa nella valle d’Antermoia regala la stessa sensazione di uno sbarco sulla luna: pietre a perdita d’occhio e un’immensa vallata che si apre ai nostri piedi, sovrastata dai giganti del Catinaccio, della Croda dei Cirmei e della Croda del Lago. Scendiamo in una solitudine e in un silenzio pressoché totali. In tarda mattinata siamo al lago d’Antermoia, ci fermiamo per un tè caldo al rifugio e riprendiamo il cammino lungo il sentiero 580 che ci porta fino al Passo di Dona e da lì al Pian da le Gialines. L’asprezza dell’Antermoia lascia il posto ai morbidi prati degli alpeggi, tra decine di marmotte che giocano a nascondersi al nostro passaggio, ci immettiamo nella stretta gola del rio di Udai (“gonfio” come tutti i corsi d’acqua in questi giorni) che ci accompagna tra balzi e cascatelle fino a Mazzin, da dove chiudiamo il giro fino a Pera. Di nuovo in viaggio, destinazione Val Gardena. Arriviamo al nostro Garni (Mezdì, ottima struttura), e qui “giochiamo in casa”, visto che Selva la conosciamo quasi come le nostre tasche… cena al Mulinè, ristorante/rifugio che si trova sulla Sasslong rossa.
Dal Vajolet, verso Mugoni e Zigolade
Punta Emma
Il rifugio Passo Principe
L’ingresso nella Valle d’Antermoia
Scendendo nella valle
Il lago d’Antermoia
Il rifugio Antermoia
Pian da le Gialines
Scendendo verso la Val di Udai
Aut da Monzon e Torre Rizzi (forse…)
Mercoledì 18: Vallunga-Rifugio Puez-Lago Crespeina-Capanna Jimmy-Dantercepies-Selva
Entriamo nella Vallunga (fedele al suo nome, ad attraversarla tutta è veramente lunga!), ci inerpichiamo fino ai 2475 metri del Rifugio Puez e da lì percorriamo l’altopiano fino alla Forcella del Ciampac incontrando centinaia di persone nel senso opposto, quasi tutte partite dal Passo Gardena. Scendiamo al Lago Crespeina (molto suggestivo, veniva voglia di farci il bagno…), superiamo prima il passo Crespeina e poi il Passo Cir, ci fermiamo alla Capanna Jimmy e rientriamo a Selva scendendo lungo la Dantercepies. Detta così sembrerebbe una passeggiata, in realtà è stato un giro molto lungo che abbiamo chiuso in circa 7 ore.
Cena al Tubladel di Ortisei, il personale non è proprio il massimo della simpatia, però la cucina merita sicuramente e il locale è molto carino.
Entrando nella Vallunga
Amazzonia?
Il Gruppo del Puez
La Vallunga dall’alto
Il lago di Crespeina
Il Gruppo di Sella visto dal Passo Cir
Giovedì 19: Giro del Sassolungo (con partenza dal Passo Sella)
Un classicone del trekking dolomitico, sicuramente inflazionato e stra-frequentato, ma pur sempre bellissimo, e la giornata molto calda e soleggiata ha reso il tutto ancora più “panoramico”.
Partenza dal Passo Sella, attraverso la Città dei Sassi raggiungiamo il Comici (e il suo eterno profumo di cucina di pesce…), proseguiamo verso ovest, risaliamo fino al Rifugio Vicenza (incolonnati dietro a decine di persone con un abbigliamento a dir poco… fuori luogo, della serie “ho visto cose che voi umani…” :WHY), ammiriamo il contrasto del panorama che ci offre da un lato la tranquillità del verde dell’Alpe di Siusi e dall’altro la drammaticità e l’imponenza delle guglie del Sassolungo. Il giro prosegue verso sud, fino al rifugio Sasso Piatto, per poi tornare verso est, rifugio Pertini, rifugio Federico Augusto, e chiusura di nuovo al Passo Sella.
Cena da Speckkeler, anche questo da consigliare.
Il Sassolungo emerge dalle nubi
Laghetto…
Nevaio…
Alcune delle torri del Sassolungo
Salendo al rifugio Vicenza
Tra Sassolungo e Sassopiatto
Beeeeeehhh!!!
Aggirando il Sassopiatto
Risalendo verso Passo Sella
Venerdì 20: Nonostante la bellissima giornata, i nostri poveri piedi reclamano una pausa , per cui ci concediamo una giornata di relax all’Aquadome di Langenfeld in Austria, vicino a Solden. Qui, tra piscine riscaldate, saune aromatiche e bagni turchi :skivasca:, recuperiamo un po’ di energie…
Sabato 21: Alpe di Siusi
L’ultimo giorno optiamo per l’Alpe di Siusi, altro classico delle Dolomiti. Decisamente poco impegnativa per quanto riguarda i dislivelli e la difficoltà dei sentieri, però è innegabile che sia un posto unico al mondo, e il panorama che offre è di quelli da cartolina…
Lasciamo la macchina a Bulla, saliamo fino al Monte Piz e da lì inziamo un luuungo giro in senso antiorario che fa spaziare per quasi tutta l’Alpe, dal Laurin Hutte, alla Punta d’Oro, al rifugio Molignon, alla Zallinger Hutte (con sosta per pranzo a base di formaggi e affettati), alla Saltria… insomma, alla fine sarà il giro più lungo in quanto a ore di cammino (circa 8) e km percorsi.
Giornata spettacolare dal punto di vista del meteo, a tratti fin troppo calda.
Passeggiando sull’Alpe
Verde e azzurro…
Distese di prati a perdita d’occhio
Il simbolo dell’Alpe (Punta Santner e Punta Euringer)
Non è che la vendono?
Prati ben rasati
L’Alpe Bullaccia
Il Sassopiatto
Cavalli assetati
Ancora il Sassopiatto
Scendendo a Saltria
E risalendo verso Monte Piz
Sassolungo e Sassopiatto
E alla fine, ahinoi, era già il giorno del rientro. Dieci giorni splendidi e intensi ma volati via in un attimo… Alla prossima, ciao!