ecco qui qualche foto della giornata:
la linea del fuoripista che abbiamo fatto oltre le morene del Furggen:
raggiunta la prima morena, uno sguardo indietro verso cima Pancheron da cui provenivamo e verso il traverso appena compiuto senza fare neanche una racchettata:
i miei compagni di avventura Wester e Antg66. Gli altri compagni di uscita erano Skimachine, reduce da una rottura della caviglia a causa della quale non se la sente ancora di rischiare (col senno di poi non avrebbe avuto problemi, ma prima non si poteva sapere la difficoltà dell'itinerario), Camosci che si era appena fatto seriamente male (come va oggi?) e il suo figlioletto.
uno zoom verso il rifugio Duca degli Abruzzi, base di partenza per le scalate al Cervino dal versante italiano:
scavallata la seconda morena, la famosa montagnetta sopra le nostre teste è irriconoscibile per la troppa vicinanza e qualche nuvoletta...
ed ecco la parte vera e propria di discesa, molto godibile su un firn facilissimo. In fondo ci si potrà lanciare a mille e ululare sul piattone parallelo alla pista 5 in cui rientreremo
in pausa pranzo Camosci ci confermerà la gravità del suo infortunio e mi offre di provare i suoi stuzzichini Volkl Kuro. Non avevo mai sciato in vita mia con più di 84 mm sotto i piedi, e ora passo direttamente a 132 mm...
L'ultimo itinerario della giornata lo faremo solo io e Wester, in quanto Antg66 è ormai stanco dopo una spazzatura e un secondo Teodulo, e decidiamo di provare la discesa "integrale" in fuoripista dal Plateau Rosa al paese. Nonostante a prima vista sembra che il canale Roberto fosse più largo, optiamo per il canale Carlo dopo aver visto dalla cabinovia Cime Bianche che c'era una linea più chiara e definita, e meno rischi sopra le teste. Qui un po' di indicazioni geografiche:
non abbiamo visto per tutto il giorno una nuvola se non sulla capocchia del Cervino. Appena entriamo sul ghiacciaio, ci troviamo immersi dentro una nuvola (si vedeva a max una 50ina di metri). Aspettiamo qualche minuto e poi si libera tutto. Dopo curvoni a tutta sul ghiacciaio, eccoci all'imbocco del canale Carlo, godibilissimo.
una volta completato il canale, ci si unisce all'itinerario Spazzatura e si fa un pezzo di stradino per l'uscita, fortunatamente battuto dai gatti data la piattezza del pendio. Appena gli sci non vanno più senza racchettare, si lascia lo stradino e si entra in un bel vallone con pendenze estremamente rilassanti (siamo nella zona parallela al piattone che arriva a Plan Maison). Qui in rosso lo stradino battuto per uscire dai canali Carlo, Roberto e Spazzatura e tornare verso Plan Maison. In verde la linea che abbiamo seguito per la prosecuzione del nostro itinerario. A destra si nota un ulteriore stradino battuto, è quello che ieri facilitava notevolmente il rientro dal canale del Teodulo:
Quando si arriva a incrociare la cabinovia per le Cime Bianche, c'è l'unico pezzo in cui occorre decisamente fare attenzione. Se si proseguisse lungo l'itinerario del vallone si sarebbe costretti a fare un pericoloso e valanghivo pezzo ripido (perfettamente visibile quando si passa sopra con la cabinovia). Noi invece abbiamo seguito le tracce che portano a sinistra fuori dal vallone, puntando verso la diga.
senza arrivare alla diga, si prende un bel pendio che finisce in uno scenico vallone:
superato questo vallone si arriva in zona pista del Ventina. Le opzioni di uscita sono tre:
1) un traverso/scalettata che risalga verso la pista. Lo abbiamo evitato perchè era troppo bella l'idea di non toccare piste. Proseguendo invece si arriva a un bivio dove ci siamo un po' infognati:
2) c'è la possibilità di passare il ruscello scalando una barra rocciosa che poi comodamente avrebbe permesso di entrare in pista praticamente alla fine di essa. Abbiamo pensato di potercela fare, ma poi abbiamo dovuto fare dietrofront perchè si rischiava decisamente di scivolare sulle rocce e finire nel ruscello. Credo che in pieno inverno con molta più neve non ci siano problemi per questa opzione.
3) alla fine abbiamo optato per l'opzione più battuta, che prevede una scalettata di qualche metro per uscire dal canyon e rientrare sul pistino (3bis) che proviene dalle zona Cretaz. Dopo qualche metro tra neve granita in cui si sprofondava e pezzetti senza neve, arriviamo finalmente al parcheggio, stanchi solo per i ravanamenti finali ma super soddisfatti.