pierr
Well-known member
Eccomi per descrivere la sesta e ultima tappa del mio trekking plurigiornaliero nelle Alpi Bernesi.
Prima di cominciare la descrizione inserisco una cartina complessiva di tutto il giro, ritrovabile anche qui: https://maps.google.it/maps/ms?msid=203280331297675155002.0004e5a37d0178d55d13b&msa=0
. L'ordine delle tappe è stato:
1) rosso: Grand Tour delle Alpi Bernesi (day 1) : Oschinensee, Hohturli pass, Bluemlisalp hutte
2) verde: Grand Tour delle Alpi Bernesi (day 2) : alta Kiental, Gamchigletcher, Sefinefurgga
3) blu: Grand Tour delle Alpi Bernesi (day 3) : passeggiando sotto l'Eiger
4) ciclamino Grand Tour delle Alpi Bernesi (day 4):Trümmelbachfälle, stambecchi, Gspaltenhornhutte
5) giallo Grand Tour delle Alpi Bernesi (day 5): Kiental, passo del Gemmi, Lammeren Hutte
6) celeste Grand Tour delle Alpi Bernesi (day 6): Leukerbad, Resti Pass, Lotschental
questa è l'itinerario che ho seguito l'ultimo giorno:
in fase di programmazione di quest'ultima tappa mi ero trovato nel dubbio se prendere due funivie (in discesa verso Leukerbad e poi in salita sul versante opposto) oppure evitare la discesa in funivia e magari variare un po' l'itinerario che sarei andato a fare. Alla fine avevo optato fin da casa di prendere le due funivie. In realtà poi la condizione "live" dei miei piedi (diversi cerotti di Comped messi la sera prima) mi avrebbe comunque fatto optare sul momento per la doppia funivia, ma programmarmela già a casa è stato utile per scoprire una cosa che descriverò a metà di questo reportage.
Quando esco dal rifugio in cui ho soggiornato (Lammeren Hutte), il panorama è questo qui: il colle che si vede tra le montagne in fondo è il passo Gemmi che ho descritto nella tappa precedente: da quel passo un salto di quasi 1000 metri (che farò in discesa in funivia) porta alla famosa località Vallesana di Leukerbad:
verso ovest dietro al rifugio invece si apre una zona che solo un centinaio di anni fa era coperta dal ghiacciaio del Wildstrubel (qui nascosto dalle rocce di destra), la più importante montagna (3244) di questa zona un po' minore delle Alpi Bernesi (siamo fuori dalla zona Patrimonio dell'Unesco). Dall'altro lato del Wildstrubel c'è il famoso ghiacciaio del Plaine Morte che domina le località sciistiche di Crans Montana a sud e Adelboden/Lenk a nord. Purtroppo i tempi erano stringati (ho un treno da prendere nel tardo pomeriggio e non posso sgarrare perchè non posso modificare il biglietto), altrimenti sarebbe stato molto interessante farsi una passeggiata verso questa zona.
il Lammeren Hutte (2501). Se il giorno prima non fosse stato molto caldo e io non fossi stato mezzo ubriaco dalle birre e rimpinzato da un lauto pranzo l'idea era di arrivare al rifugio dall'alto, dal vallone che si vede dietro, con un itinerario ben più intrigante di quello che ho effettivamente fatto, per lunga parte adatto anche ai vecchietti in scarpe da ginnastica.
il laghetto di Lammeren:
comincio a scendere la ripida rampa di circa 200 metri di dislivello per raggiungere l'enorme e stupendo pianoro sottostante, chiamato Lammerenboden:
guardando indietro si intravede il rifugio, una volta giunto sul pianoro (sono sceso con un sentiero che passa nella gola a destra):
zoom:
ecco spuntare il ghiacciaio del Wildstrubel di cui ho parlato prima:
percorro l'enorme pianoro. Il sole in faccia mi impone di fare foto solo guardando indietro:
una volta arrivato al passo Gemmi la vista è spettacolare verso le alpi Pennine a sud. Peccato solo la leggera foschia.
Massiccio del Mischabel: a sinistra il Balfrin (3795) e poi il gruppo ben più famoso composto dal trittico ben visibile anche da Milano:
1) Nadelhorn(4327)/Lenzspitze(4294)
2) Dom (4545) la più alta montagna interamente svizzera
3) Taschhorn (4490)
Brunegghorn (3833), Bishorn (4153) e Weisshorn (4505), seconda montagna interamente svizzera:
la cosiddetta "Corona Imperiale", una imponente serie di montagne che insieme al Weisshorn visto prima chiudono la testata della valle di Anniviers: Zinalrothorn (4221), Obergabelhorn (4063), il nostro caro Cervino (4478) (che della corona Imperiale non fa parte, è più a sud), Pointe de Zinal (3789), Dent Blanche (4357)
in mezzo i Dents de Bouquetins (3838), a destra il gruppo Aiguille de la Tsa/Dent de Perroc (3676)
ancora uno sguardo indietro dal passo Gemmi verso la zona del Wildstrubel e il rifugio da cui provengo, con i cavi dell'alta tensione in primo piano a ricordarci che siamo nella ricca civiltà europea e non in mezzo all'Himalaya:
anzichè comprare il biglietto singolo per la discesa in funivia, acquisto il "giornaliero", spendendo 5 franchi in più rispetto al costo dei due viaggi in funivia programmati. Sotto di me Leukerbad:
appena la funivia si muove, noto un divertente itinerario per arrampicatori:
ed ecco il motivo per cui ho optato per due viaggi in funivia e per il "giornaliero" impianti: nel biglietto è infatti incluso l'accesso alle terme (la cosa vale anche per lo skipass in inverno...). Se già è molto piacevole passare qualche ora alle terme in qualunque momento, pensate quanto è bello andarci dopo 5 giorni e mezzo di cammino e dopo due giorni e mezzo che non mi lavo..... (ho fatto la doccia prima di entrare in piscina eh....). Tre ore di pura goduria tra idromassaggi e piscine a varia gradazione!
mentre sono a trastullarmi nell'acqua naturalmente calda osservo la funivia che dovrò prendere. Calcolo i tempi tra una salita e l'altra: 20 minuti. Faccio un calcolo dei tempi per rivestirmi e raggiungere la stazione della funivia in modo da essere lì preciso pochi minuti prima di un viaggio. Sono le 12:55 e avevo calcolato le 13. Ma....... Porca schifosa la funivia è appena stata fermata per la pausa pranzo, che non sapevo ci fosse....... La cosa mi scompagina tutti i piani e alla ripresa dell'impianto un'oretta dopo dovrò andare di fretta e senza la deviazione che avevo programmato per riuscire ad arrivare in orario per il treno che mi dovrà riportare a Briga e prendere il treno per Milano. Faccio un pranzo non programmato, stavolta leggero, e prendo la funivia che sale al Rinderhutte, nella zona sciistica di Leukerbad, pensando a quell'ora in più che avrei potuto passare a mollo alle terme.....
Foto verso il passo Gemmi da cui ero sceso in mattinata, non ha proprio l'aria di essere un importante e storico passo alpino.... :
il sentiero prosegue per parecchi chilometri praticamente in piano, aggirando il pendio dell'area sciabile andando prima verso sud e il vallese, per poi reinoltrarsi verso nord est in una zona nuovamente selvaggia e molto bella.
Foto in direzione di Sion, la capitale del Vallese. La foschia è troppo densa per vedere il Monte Bianco.
in compenso il Weisshorn si vede splendidamente di fronte a me, ma a qualche decina di chilometri. Rimango affascinato soprattutto da quel ghiacciaio che scende dolcemente dal Bishorn, e la mente vola a possibili uscite scialpinistiche che probabilmente non farò mai (a salire sono una pippa...). A casa scoprirò guardando la foto che c'è una chiarissima traccia di sci in mezzo al ghiacciaio, credo una traccia di salita:
I corazzieri della Mattertal, la valle di Zermatt e del Cervino (più basso di essi): Dom e soci più Weisshorn
rientro verso montagne selvagge: il mio obiettivo di salita è il Resti Pass, che separa la valle di Leukerbad dalla Lotchental, la più importante valle laterale destra del Vallese:
raggiungo il pittoresco lago Wysse. A destra il passo che andrò a fare, a sinistra la via che volevo percorrere se avessi avuto il tempo. L'obiettivo era di arrivare a un colle più alto chiamato Galmpass, che avevo scelto dopo aver letto e sentito parlare di un itinerario freeride molto bello, in modo da poterlo studiare per una possibile uscita invernale.
in pratica: dalla cima degli impianti di Leukerbad si risale con le pelli per circa 250 metri e si svalica verso est. Poi si scende da questo spettacolare canalone fin verso dove sono io:
Dopodichè rimanendo più alti possibile si rimettono le pelli e si sale circa 500 metri direzione nord-est verso il Galmpass mostrato sopra. Svalicato il passo, una breve discesa su in piccolo ghiacciaio (Oberferden), qualche altro metro in salita in direzione nord-ovest a svalicare il vicino Ferden Pass, e poi 1400 metri di discesa freeride in un vallone largo kilometri e senza piste nè impianti, per ritornare a Leukerbad.
Metto una cartina dell'itinerario freeride, 700 metri di salita per 2000 metri di discesa:
riprendo a salire:
anche verso sud c'è un bel vallone che ispira tanto sci, ma si finirebbe sulle rive del Rodano, difficile trovare neve in fondo....
vedo una curiosissima montagna con tre cime verso sud ovest. Purtroppo la foto verrà mossa/sfuocata, comunque poi a casa ho scoperto che si tratta delle Aiguille Rouges di Arolla (3646). Poco più a destra il maestoso Grand Combin (4314), la montagna di Aosta
uno sguardo indietro quando ormai manca poco al passo:
a un certo punto comincio a udire uno strano rumore a rovinare l'assoluto silenzio della zona rotto solo dal rumore del ruscello. Un tizio IN MOTO mi supera , arriva al passo, sale ancora un po' il crinale della montagna, e riscende :shock:
ed eccomi al passo. Mi fermo 10 minuti a ammirare il panorama, sapendo che poi dovrò andare veloce. Di fronte a me in tutta la sua lunghezza praticamente l'intera Lotschental:
a sinistra la piccola località sciistica di Lauchernalp, paradiso del freeride e che quest'anno mi vedrà sicuramente. Si può notare in alto più che un ghiacciaio una vera e propria calotta glaciale, sotto il quale ci sono addirittura intere cime e montagne. La più famosa si chiama Petersgrat (3202). Dietro alla calotta, il Tchingelhorn (3562)
il re della Lotschental, il Bietschhorn (3934). Nonostante non sia un 4000, è tra le più famose montagne svizzere. Più a sinistra, un altro dei tanti Breithorn del Vallese: il Lotschental Breithorn (3785)
a chiudere la valle, il passo del LotschenLucke (3164). Al di là di esso ci si troverebbe su uno dei tre ghiacciai che alimentano l'Aletsch. Se a qualcuno venisse in mente di andare a visitare la zona dello Junfraujoch senza prendere il trenino, questa è la via più indicata per raggiungerla.
il Resti Pass appena superato:
ricomincio a camminare a non mi fermerò praticamente più se non per questo fuggevole scatto:
quest'altro (ho chiesto a Fabio se può aumentare l'ampiezza delle foto "verticali", altrimenti risultano troppo piccole...)
e una zoomata d'obbligo sul maestoso Bietschhorn:
La discesa è lunghissima, la prima parte è molto piacevole fino a raggiungere il primo alpeggio (Restialp). Qui le indicazioni dei sentieri mi dicono che ci vuole ancora un'ora e mezza per raggiungere il fondovalle a Ferden, e sapendo che spesso non riesco a seguire i tempi indicati comincio a preoccuparmi seriamente di perdere il treno. Chiedo a qualche turista che è in vacanza in quell'alpeggio (inglesi upper class) la via più veloce per scendere a valle, e mi inoltro così per un pessimo itinerario mal segnalato che scende a piombo attraverso i boschi, permettendomi peraltro ogni tanto di correre. Per fortuna quest'anno le ginocchia sono in ottime condizioni, l'anno scorso dopo un giorno di discesa piangevo dal dolore, così quest'anno ho comprato gli utilissimi bastoncini da trekking, ottimi credo anche per il freeride e lo scialpinismo.
Riesco ad arrivare a Ferden 20 minuti prima della deadline per prendere l'autobus che mi porterà a Goppenstein. Da qui treno per Briga, in cui poi prenderò il treno prenotato per Milano.
Alla stazione di Goppenstein un'ultima foto: c'è una vecchia cartina sciistica di Lauchernalp, che si differenzia da quella attuale perchè sono indicati anche diversi itinerari fuoripista molto interessanti. Ci tornerò presto da ste parti.....:
Prima di cominciare la descrizione inserisco una cartina complessiva di tutto il giro, ritrovabile anche qui: https://maps.google.it/maps/ms?msid=203280331297675155002.0004e5a37d0178d55d13b&msa=0
. L'ordine delle tappe è stato:
1) rosso: Grand Tour delle Alpi Bernesi (day 1) : Oschinensee, Hohturli pass, Bluemlisalp hutte
2) verde: Grand Tour delle Alpi Bernesi (day 2) : alta Kiental, Gamchigletcher, Sefinefurgga
3) blu: Grand Tour delle Alpi Bernesi (day 3) : passeggiando sotto l'Eiger
4) ciclamino Grand Tour delle Alpi Bernesi (day 4):Trümmelbachfälle, stambecchi, Gspaltenhornhutte
5) giallo Grand Tour delle Alpi Bernesi (day 5): Kiental, passo del Gemmi, Lammeren Hutte
6) celeste Grand Tour delle Alpi Bernesi (day 6): Leukerbad, Resti Pass, Lotschental
questa è l'itinerario che ho seguito l'ultimo giorno:
in fase di programmazione di quest'ultima tappa mi ero trovato nel dubbio se prendere due funivie (in discesa verso Leukerbad e poi in salita sul versante opposto) oppure evitare la discesa in funivia e magari variare un po' l'itinerario che sarei andato a fare. Alla fine avevo optato fin da casa di prendere le due funivie. In realtà poi la condizione "live" dei miei piedi (diversi cerotti di Comped messi la sera prima) mi avrebbe comunque fatto optare sul momento per la doppia funivia, ma programmarmela già a casa è stato utile per scoprire una cosa che descriverò a metà di questo reportage.
Quando esco dal rifugio in cui ho soggiornato (Lammeren Hutte), il panorama è questo qui: il colle che si vede tra le montagne in fondo è il passo Gemmi che ho descritto nella tappa precedente: da quel passo un salto di quasi 1000 metri (che farò in discesa in funivia) porta alla famosa località Vallesana di Leukerbad:
verso ovest dietro al rifugio invece si apre una zona che solo un centinaio di anni fa era coperta dal ghiacciaio del Wildstrubel (qui nascosto dalle rocce di destra), la più importante montagna (3244) di questa zona un po' minore delle Alpi Bernesi (siamo fuori dalla zona Patrimonio dell'Unesco). Dall'altro lato del Wildstrubel c'è il famoso ghiacciaio del Plaine Morte che domina le località sciistiche di Crans Montana a sud e Adelboden/Lenk a nord. Purtroppo i tempi erano stringati (ho un treno da prendere nel tardo pomeriggio e non posso sgarrare perchè non posso modificare il biglietto), altrimenti sarebbe stato molto interessante farsi una passeggiata verso questa zona.
il Lammeren Hutte (2501). Se il giorno prima non fosse stato molto caldo e io non fossi stato mezzo ubriaco dalle birre e rimpinzato da un lauto pranzo l'idea era di arrivare al rifugio dall'alto, dal vallone che si vede dietro, con un itinerario ben più intrigante di quello che ho effettivamente fatto, per lunga parte adatto anche ai vecchietti in scarpe da ginnastica.
il laghetto di Lammeren:
comincio a scendere la ripida rampa di circa 200 metri di dislivello per raggiungere l'enorme e stupendo pianoro sottostante, chiamato Lammerenboden:
guardando indietro si intravede il rifugio, una volta giunto sul pianoro (sono sceso con un sentiero che passa nella gola a destra):
zoom:
ecco spuntare il ghiacciaio del Wildstrubel di cui ho parlato prima:
percorro l'enorme pianoro. Il sole in faccia mi impone di fare foto solo guardando indietro:
una volta arrivato al passo Gemmi la vista è spettacolare verso le alpi Pennine a sud. Peccato solo la leggera foschia.
Massiccio del Mischabel: a sinistra il Balfrin (3795) e poi il gruppo ben più famoso composto dal trittico ben visibile anche da Milano:
1) Nadelhorn(4327)/Lenzspitze(4294)
2) Dom (4545) la più alta montagna interamente svizzera
3) Taschhorn (4490)
Brunegghorn (3833), Bishorn (4153) e Weisshorn (4505), seconda montagna interamente svizzera:
la cosiddetta "Corona Imperiale", una imponente serie di montagne che insieme al Weisshorn visto prima chiudono la testata della valle di Anniviers: Zinalrothorn (4221), Obergabelhorn (4063), il nostro caro Cervino (4478) (che della corona Imperiale non fa parte, è più a sud), Pointe de Zinal (3789), Dent Blanche (4357)
in mezzo i Dents de Bouquetins (3838), a destra il gruppo Aiguille de la Tsa/Dent de Perroc (3676)
ancora uno sguardo indietro dal passo Gemmi verso la zona del Wildstrubel e il rifugio da cui provengo, con i cavi dell'alta tensione in primo piano a ricordarci che siamo nella ricca civiltà europea e non in mezzo all'Himalaya:
anzichè comprare il biglietto singolo per la discesa in funivia, acquisto il "giornaliero", spendendo 5 franchi in più rispetto al costo dei due viaggi in funivia programmati. Sotto di me Leukerbad:
appena la funivia si muove, noto un divertente itinerario per arrampicatori:
ed ecco il motivo per cui ho optato per due viaggi in funivia e per il "giornaliero" impianti: nel biglietto è infatti incluso l'accesso alle terme (la cosa vale anche per lo skipass in inverno...). Se già è molto piacevole passare qualche ora alle terme in qualunque momento, pensate quanto è bello andarci dopo 5 giorni e mezzo di cammino e dopo due giorni e mezzo che non mi lavo..... (ho fatto la doccia prima di entrare in piscina eh....). Tre ore di pura goduria tra idromassaggi e piscine a varia gradazione!
mentre sono a trastullarmi nell'acqua naturalmente calda osservo la funivia che dovrò prendere. Calcolo i tempi tra una salita e l'altra: 20 minuti. Faccio un calcolo dei tempi per rivestirmi e raggiungere la stazione della funivia in modo da essere lì preciso pochi minuti prima di un viaggio. Sono le 12:55 e avevo calcolato le 13. Ma....... Porca schifosa la funivia è appena stata fermata per la pausa pranzo, che non sapevo ci fosse....... La cosa mi scompagina tutti i piani e alla ripresa dell'impianto un'oretta dopo dovrò andare di fretta e senza la deviazione che avevo programmato per riuscire ad arrivare in orario per il treno che mi dovrà riportare a Briga e prendere il treno per Milano. Faccio un pranzo non programmato, stavolta leggero, e prendo la funivia che sale al Rinderhutte, nella zona sciistica di Leukerbad, pensando a quell'ora in più che avrei potuto passare a mollo alle terme.....
Foto verso il passo Gemmi da cui ero sceso in mattinata, non ha proprio l'aria di essere un importante e storico passo alpino.... :
il sentiero prosegue per parecchi chilometri praticamente in piano, aggirando il pendio dell'area sciabile andando prima verso sud e il vallese, per poi reinoltrarsi verso nord est in una zona nuovamente selvaggia e molto bella.
Foto in direzione di Sion, la capitale del Vallese. La foschia è troppo densa per vedere il Monte Bianco.
in compenso il Weisshorn si vede splendidamente di fronte a me, ma a qualche decina di chilometri. Rimango affascinato soprattutto da quel ghiacciaio che scende dolcemente dal Bishorn, e la mente vola a possibili uscite scialpinistiche che probabilmente non farò mai (a salire sono una pippa...). A casa scoprirò guardando la foto che c'è una chiarissima traccia di sci in mezzo al ghiacciaio, credo una traccia di salita:
I corazzieri della Mattertal, la valle di Zermatt e del Cervino (più basso di essi): Dom e soci più Weisshorn
rientro verso montagne selvagge: il mio obiettivo di salita è il Resti Pass, che separa la valle di Leukerbad dalla Lotchental, la più importante valle laterale destra del Vallese:
raggiungo il pittoresco lago Wysse. A destra il passo che andrò a fare, a sinistra la via che volevo percorrere se avessi avuto il tempo. L'obiettivo era di arrivare a un colle più alto chiamato Galmpass, che avevo scelto dopo aver letto e sentito parlare di un itinerario freeride molto bello, in modo da poterlo studiare per una possibile uscita invernale.
in pratica: dalla cima degli impianti di Leukerbad si risale con le pelli per circa 250 metri e si svalica verso est. Poi si scende da questo spettacolare canalone fin verso dove sono io:
Dopodichè rimanendo più alti possibile si rimettono le pelli e si sale circa 500 metri direzione nord-est verso il Galmpass mostrato sopra. Svalicato il passo, una breve discesa su in piccolo ghiacciaio (Oberferden), qualche altro metro in salita in direzione nord-ovest a svalicare il vicino Ferden Pass, e poi 1400 metri di discesa freeride in un vallone largo kilometri e senza piste nè impianti, per ritornare a Leukerbad.
Metto una cartina dell'itinerario freeride, 700 metri di salita per 2000 metri di discesa:
riprendo a salire:
anche verso sud c'è un bel vallone che ispira tanto sci, ma si finirebbe sulle rive del Rodano, difficile trovare neve in fondo....
vedo una curiosissima montagna con tre cime verso sud ovest. Purtroppo la foto verrà mossa/sfuocata, comunque poi a casa ho scoperto che si tratta delle Aiguille Rouges di Arolla (3646). Poco più a destra il maestoso Grand Combin (4314), la montagna di Aosta
uno sguardo indietro quando ormai manca poco al passo:
a un certo punto comincio a udire uno strano rumore a rovinare l'assoluto silenzio della zona rotto solo dal rumore del ruscello. Un tizio IN MOTO mi supera , arriva al passo, sale ancora un po' il crinale della montagna, e riscende :shock:
ed eccomi al passo. Mi fermo 10 minuti a ammirare il panorama, sapendo che poi dovrò andare veloce. Di fronte a me in tutta la sua lunghezza praticamente l'intera Lotschental:
a sinistra la piccola località sciistica di Lauchernalp, paradiso del freeride e che quest'anno mi vedrà sicuramente. Si può notare in alto più che un ghiacciaio una vera e propria calotta glaciale, sotto il quale ci sono addirittura intere cime e montagne. La più famosa si chiama Petersgrat (3202). Dietro alla calotta, il Tchingelhorn (3562)
il re della Lotschental, il Bietschhorn (3934). Nonostante non sia un 4000, è tra le più famose montagne svizzere. Più a sinistra, un altro dei tanti Breithorn del Vallese: il Lotschental Breithorn (3785)
a chiudere la valle, il passo del LotschenLucke (3164). Al di là di esso ci si troverebbe su uno dei tre ghiacciai che alimentano l'Aletsch. Se a qualcuno venisse in mente di andare a visitare la zona dello Junfraujoch senza prendere il trenino, questa è la via più indicata per raggiungerla.
il Resti Pass appena superato:
ricomincio a camminare a non mi fermerò praticamente più se non per questo fuggevole scatto:
quest'altro (ho chiesto a Fabio se può aumentare l'ampiezza delle foto "verticali", altrimenti risultano troppo piccole...)
e una zoomata d'obbligo sul maestoso Bietschhorn:
La discesa è lunghissima, la prima parte è molto piacevole fino a raggiungere il primo alpeggio (Restialp). Qui le indicazioni dei sentieri mi dicono che ci vuole ancora un'ora e mezza per raggiungere il fondovalle a Ferden, e sapendo che spesso non riesco a seguire i tempi indicati comincio a preoccuparmi seriamente di perdere il treno. Chiedo a qualche turista che è in vacanza in quell'alpeggio (inglesi upper class) la via più veloce per scendere a valle, e mi inoltro così per un pessimo itinerario mal segnalato che scende a piombo attraverso i boschi, permettendomi peraltro ogni tanto di correre. Per fortuna quest'anno le ginocchia sono in ottime condizioni, l'anno scorso dopo un giorno di discesa piangevo dal dolore, così quest'anno ho comprato gli utilissimi bastoncini da trekking, ottimi credo anche per il freeride e lo scialpinismo.
Riesco ad arrivare a Ferden 20 minuti prima della deadline per prendere l'autobus che mi porterà a Goppenstein. Da qui treno per Briga, in cui poi prenderò il treno prenotato per Milano.
Alla stazione di Goppenstein un'ultima foto: c'è una vecchia cartina sciistica di Lauchernalp, che si differenzia da quella attuale perchè sono indicati anche diversi itinerari fuoripista molto interessanti. Ci tornerò presto da ste parti.....:
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