rbodini
Well-known member
Le soddisfazioni del metodo "Vedo, Vado, Scio" [Canali del Latemar, 13-15/3/2014]
In questi giorni sono stato di nuovo a spasso per le alpi con il mio amico Justin, quello con cui avevo fatto questo viaggio un paio di anni fa:
http://www.skiforum.it/forum/report...ra-e-francia-sulle-orme-di-madame-poudre.html
Questa volta abbiamo deciso di dedicarci alle dolomiti, vista la quantita' di neve e dato che per vari motivi nelle sue visite precedenti Justin non era mai riuscito a sciarci. I primi giorni li passiamo tra i grandi classici: Arabba e Marmolada, due giorni a Cortina tra Cristallo e Tofane, e uno sul Sella a far canali. Bellissime discese in ambiente, buona neve (tranne sul sella dove abbiamo trovato praticamente tutto tranne la polvere), ma anche una marea di gente. Dopo il Sella poi, in cui ti trovi l'holzer con le gobbe da tanta gente ci è passata e come se non bastasse arrivato giù ti metti in coda con le orde che fanno il sellaronda, ci è venuta una gran voglia di silenzio e contatto con la montagna. E perchè no, anche un po' di neve vergine...
Cominciamo quindi a pensare a quale potrebbe essere la nostra prossima meta, con due punti saldi: esposizione a nord, e pochissima gente!
Qui apro una parentesi sui due modi "leggermente" diversi con cui io e Justin approcciamo la scelta e preparazione di un'uscita. Il mio metodo consiste nel passare ore su internet tra forum, google e siti meteo, consultare spasmodicamente guide cartacee e non, e rompere le scatole a tutta la gente esperta che conosco in cerca di dritte e informazioni. Il metodo di Justin invece e' un po' piu' semplice e può essere riassunto così: "vedo, vado, scio". In poche parole vedi una linea che ti piace, cerchi di arrivarci sopra in qualche modo, e ovviamente se ci riesci te la scii.
Quando si tratta di decidere la nostra prossima meta, ecco che i due metodi entrano in rotta di collisione. Visto che il mio non da' grandi frutti in quanto ci porta a considerare itinerari noti e stranoti che a due settimane dall'ultima nevicata saranno gia' iper tracciati, decidiamo di provare quello di Justin.
Andando verso il Sella, poco prima del lago di Carezza, guardando in su avevamo visto un canale sul versante nord del Latemar che ci pareva molto bello. Non sappiamo come si chiama ne' esattamente come arrivarci, ma l'esposizione e' buona, la linea e' bella, e la zona non e' molto battuta. E cosi mercoledi mattina arriviamo a Carezza armati di pelli, picca e ramponi, e cominciamo l'avventura in cerca del "nostro" canale.
Non sapendo bene da dove partire decidiamo di prenderla larga e attraversare da sotto tutto l'anfiteatro cercando a vista lo sbocco del canale per poi risalirlo.
Il percorso piu' lungo viene ripagato dalla bellezza dei panorami e dalla possibilita' di individuare altre linee, cosa che si rivelera' molto utile "pro futuro".
Quando ormai abbiamo attraversato praticamente tutto il versante e ormai cominciamo a disperare, ecco che vediamo finalmente da dove si prende il canale che avevamo visto dalla strada. Pero' vediamo anche che ha gia' preso un po' di sole, e che sembra che qualcuno l'abbia gia' sceso. Dirottiamo quindi la nostra attenzione su un altro canale, piu' incassato e protetto, e senza tracce!
E' arrivato il momento di togliere gli sci e cominciare a salire a piedi. La neve e' morbida e i ramponi non servono, mentre serve molto l'energia infaticabile di Justin, che batte traccia per tutto il canale.
Arrivati in cima (dopo circa cinque ore da quando siamo partiti) la fatica e' ricompensata da un ambiente fantastico, con guglie e campanili di roccia di tutte le forme e dimensioni.
Dopo una sosta ristoratrice si parte per la discesa. La neve e' compatta ma offre una buona tenuta, e dopo il primo tratto abbastanza sostenuto la pendenza non e' eccessiva e consente di divertirsi.
La neve migliore poi la troviamo nel vallone sotto il canale, che ci spariamo tutto di un fiato ululando dal piacere.
Un ultimo sguardo indietro, e ci tuffiamo nel bosco in direzione del nostro punto di partenza.
E qui la gita ci regala una "bonus track" di tutto rispetto: una bella pillow line vergine e con neve ancora molto godibile. Justin gentilmente scende a sinistra lasciando tutto l'altro ben di dio solo per me.
Arrivati alla macchina non puo' mancare la birra di rito. Dietro il bicchiere gia' si scorgono le nuove mete che il nostro giro "di ricognizione" ci ha permesso di individuare.
Continua...
In questi giorni sono stato di nuovo a spasso per le alpi con il mio amico Justin, quello con cui avevo fatto questo viaggio un paio di anni fa:
http://www.skiforum.it/forum/report...ra-e-francia-sulle-orme-di-madame-poudre.html
Questa volta abbiamo deciso di dedicarci alle dolomiti, vista la quantita' di neve e dato che per vari motivi nelle sue visite precedenti Justin non era mai riuscito a sciarci. I primi giorni li passiamo tra i grandi classici: Arabba e Marmolada, due giorni a Cortina tra Cristallo e Tofane, e uno sul Sella a far canali. Bellissime discese in ambiente, buona neve (tranne sul sella dove abbiamo trovato praticamente tutto tranne la polvere), ma anche una marea di gente. Dopo il Sella poi, in cui ti trovi l'holzer con le gobbe da tanta gente ci è passata e come se non bastasse arrivato giù ti metti in coda con le orde che fanno il sellaronda, ci è venuta una gran voglia di silenzio e contatto con la montagna. E perchè no, anche un po' di neve vergine...
Cominciamo quindi a pensare a quale potrebbe essere la nostra prossima meta, con due punti saldi: esposizione a nord, e pochissima gente!
Qui apro una parentesi sui due modi "leggermente" diversi con cui io e Justin approcciamo la scelta e preparazione di un'uscita. Il mio metodo consiste nel passare ore su internet tra forum, google e siti meteo, consultare spasmodicamente guide cartacee e non, e rompere le scatole a tutta la gente esperta che conosco in cerca di dritte e informazioni. Il metodo di Justin invece e' un po' piu' semplice e può essere riassunto così: "vedo, vado, scio". In poche parole vedi una linea che ti piace, cerchi di arrivarci sopra in qualche modo, e ovviamente se ci riesci te la scii.
Quando si tratta di decidere la nostra prossima meta, ecco che i due metodi entrano in rotta di collisione. Visto che il mio non da' grandi frutti in quanto ci porta a considerare itinerari noti e stranoti che a due settimane dall'ultima nevicata saranno gia' iper tracciati, decidiamo di provare quello di Justin.
Andando verso il Sella, poco prima del lago di Carezza, guardando in su avevamo visto un canale sul versante nord del Latemar che ci pareva molto bello. Non sappiamo come si chiama ne' esattamente come arrivarci, ma l'esposizione e' buona, la linea e' bella, e la zona non e' molto battuta. E cosi mercoledi mattina arriviamo a Carezza armati di pelli, picca e ramponi, e cominciamo l'avventura in cerca del "nostro" canale.
Non sapendo bene da dove partire decidiamo di prenderla larga e attraversare da sotto tutto l'anfiteatro cercando a vista lo sbocco del canale per poi risalirlo.
Il percorso piu' lungo viene ripagato dalla bellezza dei panorami e dalla possibilita' di individuare altre linee, cosa che si rivelera' molto utile "pro futuro".
Quando ormai abbiamo attraversato praticamente tutto il versante e ormai cominciamo a disperare, ecco che vediamo finalmente da dove si prende il canale che avevamo visto dalla strada. Pero' vediamo anche che ha gia' preso un po' di sole, e che sembra che qualcuno l'abbia gia' sceso. Dirottiamo quindi la nostra attenzione su un altro canale, piu' incassato e protetto, e senza tracce!
E' arrivato il momento di togliere gli sci e cominciare a salire a piedi. La neve e' morbida e i ramponi non servono, mentre serve molto l'energia infaticabile di Justin, che batte traccia per tutto il canale.
Arrivati in cima (dopo circa cinque ore da quando siamo partiti) la fatica e' ricompensata da un ambiente fantastico, con guglie e campanili di roccia di tutte le forme e dimensioni.
Dopo una sosta ristoratrice si parte per la discesa. La neve e' compatta ma offre una buona tenuta, e dopo il primo tratto abbastanza sostenuto la pendenza non e' eccessiva e consente di divertirsi.
La neve migliore poi la troviamo nel vallone sotto il canale, che ci spariamo tutto di un fiato ululando dal piacere.
Un ultimo sguardo indietro, e ci tuffiamo nel bosco in direzione del nostro punto di partenza.
E qui la gita ci regala una "bonus track" di tutto rispetto: una bella pillow line vergine e con neve ancora molto godibile. Justin gentilmente scende a sinistra lasciando tutto l'altro ben di dio solo per me.
Arrivati alla macchina non puo' mancare la birra di rito. Dietro il bicchiere gia' si scorgono le nuove mete che il nostro giro "di ricognizione" ci ha permesso di individuare.
Continua...