madflyhalf
Skifoso assolato che fa l'aperitivo
Bene dopo aver scaldato le gambe il pomeriggio di domenica, dopo aver beccato nuvoloni il lunedì e acqua a dirotto martedì e mercoledì, dove in particolare martedì è stata una giornata talmente orrenda che ci ha scagliato pure Meteo Dolomiti di Arabba, le previsioni del giovedì danno tempo instabile sin dal mattino.
Tutta notte diluvia e l'idea è: poco tempo, puntiamo ad una cima rapida, nella fattispecie il Castellaz dal Rolle.
La sveglia è presto, e alle 7 entra una luce strana nella camera.
Sole.
Sole vero, senza nuvole davanti! Sole sole!
Giù dal letto, mezzi mangiati, e... via verso il Falzarego e poi Valparola, di nuovo! E' l'unico obiettivo che ci siamo dati per l'estate e imparare a mettere moschettone dopo moschettone le zampe sulla roccia.
Salendo verso il Falzarego già si alzano le nebbie, la Rosy splende di ghiaccio e nuvole!
Fa freschetto... mai accesa la spia del ghiaccio ad agosto!
Ma l'occhio è ripagato
Il nostro obiettivo, la Sudovest del Lagazuoi, una muraglia enorme, museo a cielo aperto degli orrori di 100 anni orsono, sembra impossibile che un sentiero facile e divertentissimo possa salirla in completa sicurezza e agilità!
Il sentiero sale ntra i sass, i sassi del ghiaione sud!
Ci sono 10 persone davanti a noi, tra cui i bimbi in visita alle trincee, ma loro non sembrano troppo infastiditi
Sospese nel cielo le cabine della funivia
Sospesa nel paradiso, La Parete, il Civetta
Dopo il primo tratto in leggera salita in diagonale, il sentiero su un conoide sale a zig zag e strappa parecchio, arriva di fronte alla parete sud, subito sopra le trincee
Non è ancora partita la ferrata e il Sass De Stria è già quasi sotto
Davanti a noi la spaccatura profonda nella parete, con il ponticello sospeso
Ma prima un canalino franoso bloccato da pali in legno a zig zag che lo gradinano artificalmente
in realtà, ci vuole ancora un po' di zig-zag ghiaionoso
Ora il sentiero digrada leggermente verso est, perdendo quasi quota
All'attacco del canalino ci si imbraga, o comunque chi vuole si imbraga... noi vogliamo!
Un tratto in costa abbastanza ripido
Parte un po' brigosa
Superato il canale grazie anche a un paio di staffe, inizia il vero tratto attrezzato: cengia, ponte, cengia leggermente esposta in salita, e un paio di roccette
Veniamo con calma.
A monte
A valle
Alla fine della seconda cengia in rampa
Roccette
E infine uscimmo a... riveder il sole! Si esce su un pianoro dove vi sono alcuni baraccamenti e gallerie risistemate e già si vede la lunga rampa in salita che porta fino alla vetta
Il passo là sotto
C'è anche un nevaio intermedio, ma sembra ci sia diversi anni
E il Sass de Stria che ci ammira da laggiù
Il nevaio stringe un po' il passaggio
Ma non troppo
La lunga rampa è un po' franosa ma sempre in sicurezza, i 2-3 tratti più molesti hanno messo il cavo
Sicuramente ripida
Ma riempie gli occhi
]
Circondati dai veri padroni di casa
E ogni tanto ci si ferma a rifiatare e a osservare la splendida strada fatta
Sempre più piccolo
Sempre più in alto
I laghetto Valparola
Ooops
"Giù la testa, co****ne!" cit.
Quasi ci si dimentica che sotto ci sono 500m di vuoto
Un ultimo passaggino che richiede attenzione
Cominciamo ad esser circondati da nuvolaglia rada
In passaggi ancora spettacolari
Pian de Falzarego 1000m più in basso
Infine si sbuca alla forcella, a 3' dalla vetta, di fronte alle Cime di Fanis
Alle Tofane
Fa freschino e qualcosa ci dice che nella notte il limite della neve può essere stato proprio quei 2778 che è la vetta del Lagazuoi Piccolo!
Arrivati ormai al rifugio, ci guardiamo indietro e si nota chiaramente la traccia finale del sentiero Kaiserjager proprio sotto la vetta del Lagazuoi.
Qua il pensiero è: siamo poco allenati, il tempo non è granché, è il 4° giorno di vacanza ed è la prima vera gita... che facciamo? Rischiamo chiudendo il giro scendendo verso il Valparola...?
Optiamo per salvare le gambe e tenerle fresche in caso di una seconda giornata fortunata.
Dopo una cotoletta enorme e patate in abbondanza, dal rifugio Lagazuoi prendiamo la funivia e scendiamo!
Dal passo un lungo e mugoso sentiero ci riporta di nuovo sotto al Sass de Stria
e sotto al Lagazuoi, fino al Forte Ntra I Sass
Riposar le gambe, perché domani è un altro giorno!
Il sentiero è iperfacile, adattissimo ai neofiti.
Ripercorre esattamente la strada che facevano i Kaiserjäger per rifornire e dare il cambio alle truppe in vetta al Lagazuoi, il ponticello è esattamente nello stesso punto, ci sono ancora i tranci di cavi fittonati nella roccia, del '15-18.
Sì è segnato come sentiero alpinistico, non ci sono nemmeno le crocette nelle mappe tabacco, però un imbrago è meglio prenderlo con chi è alle prime armi, noi abbiamo trovato la cengetta con un punto franato e un passo da fare quasi nel vuoto proprio in concomitanza del piolo che regge la corda.
E' ultrasicuro e c'è un motivo forse, non è turismo cortinese/badiano, è memoria.
E' giusto che questo itinerario sia accessibile e visitabile a quante più persone possibili perché, dopo i grandi panorami, il divertimento e la soddisfazione di arrivare in vetta, occorre fermarsi un secondo e pensare cos'era fare quella strada sotto le mitragliatrici, le bombe, le mine, il freddo dei terribili inverni del '16...
E ricordarlo il più a lungo possibile.
Tutta notte diluvia e l'idea è: poco tempo, puntiamo ad una cima rapida, nella fattispecie il Castellaz dal Rolle.
La sveglia è presto, e alle 7 entra una luce strana nella camera.
Sole.
Sole vero, senza nuvole davanti! Sole sole!
Giù dal letto, mezzi mangiati, e... via verso il Falzarego e poi Valparola, di nuovo! E' l'unico obiettivo che ci siamo dati per l'estate e imparare a mettere moschettone dopo moschettone le zampe sulla roccia.
Salendo verso il Falzarego già si alzano le nebbie, la Rosy splende di ghiaccio e nuvole!
Fa freschetto... mai accesa la spia del ghiaccio ad agosto!
Ma l'occhio è ripagato
Il nostro obiettivo, la Sudovest del Lagazuoi, una muraglia enorme, museo a cielo aperto degli orrori di 100 anni orsono, sembra impossibile che un sentiero facile e divertentissimo possa salirla in completa sicurezza e agilità!
Il sentiero sale ntra i sass, i sassi del ghiaione sud!
Ci sono 10 persone davanti a noi, tra cui i bimbi in visita alle trincee, ma loro non sembrano troppo infastiditi
Sospese nel cielo le cabine della funivia
Sospesa nel paradiso, La Parete, il Civetta
Dopo il primo tratto in leggera salita in diagonale, il sentiero su un conoide sale a zig zag e strappa parecchio, arriva di fronte alla parete sud, subito sopra le trincee
Non è ancora partita la ferrata e il Sass De Stria è già quasi sotto
Davanti a noi la spaccatura profonda nella parete, con il ponticello sospeso
Ma prima un canalino franoso bloccato da pali in legno a zig zag che lo gradinano artificalmente
in realtà, ci vuole ancora un po' di zig-zag ghiaionoso
Ora il sentiero digrada leggermente verso est, perdendo quasi quota
All'attacco del canalino ci si imbraga, o comunque chi vuole si imbraga... noi vogliamo!
Un tratto in costa abbastanza ripido
Parte un po' brigosa
Superato il canale grazie anche a un paio di staffe, inizia il vero tratto attrezzato: cengia, ponte, cengia leggermente esposta in salita, e un paio di roccette
Veniamo con calma.
A monte
A valle
Alla fine della seconda cengia in rampa
Roccette
E infine uscimmo a... riveder il sole! Si esce su un pianoro dove vi sono alcuni baraccamenti e gallerie risistemate e già si vede la lunga rampa in salita che porta fino alla vetta
Il passo là sotto
C'è anche un nevaio intermedio, ma sembra ci sia diversi anni
E il Sass de Stria che ci ammira da laggiù
Il nevaio stringe un po' il passaggio
Ma non troppo
La lunga rampa è un po' franosa ma sempre in sicurezza, i 2-3 tratti più molesti hanno messo il cavo
Sicuramente ripida
Ma riempie gli occhi
]
Circondati dai veri padroni di casa
E ogni tanto ci si ferma a rifiatare e a osservare la splendida strada fatta
Sempre più piccolo
Sempre più in alto
I laghetto Valparola
Ooops
"Giù la testa, co****ne!" cit.
Quasi ci si dimentica che sotto ci sono 500m di vuoto
Un ultimo passaggino che richiede attenzione
Cominciamo ad esser circondati da nuvolaglia rada
In passaggi ancora spettacolari
Pian de Falzarego 1000m più in basso
Infine si sbuca alla forcella, a 3' dalla vetta, di fronte alle Cime di Fanis
Alle Tofane
Fa freschino e qualcosa ci dice che nella notte il limite della neve può essere stato proprio quei 2778 che è la vetta del Lagazuoi Piccolo!
Arrivati ormai al rifugio, ci guardiamo indietro e si nota chiaramente la traccia finale del sentiero Kaiserjager proprio sotto la vetta del Lagazuoi.
Qua il pensiero è: siamo poco allenati, il tempo non è granché, è il 4° giorno di vacanza ed è la prima vera gita... che facciamo? Rischiamo chiudendo il giro scendendo verso il Valparola...?
Optiamo per salvare le gambe e tenerle fresche in caso di una seconda giornata fortunata.
Dopo una cotoletta enorme e patate in abbondanza, dal rifugio Lagazuoi prendiamo la funivia e scendiamo!
Dal passo un lungo e mugoso sentiero ci riporta di nuovo sotto al Sass de Stria
e sotto al Lagazuoi, fino al Forte Ntra I Sass
Riposar le gambe, perché domani è un altro giorno!
Il sentiero è iperfacile, adattissimo ai neofiti.
Ripercorre esattamente la strada che facevano i Kaiserjäger per rifornire e dare il cambio alle truppe in vetta al Lagazuoi, il ponticello è esattamente nello stesso punto, ci sono ancora i tranci di cavi fittonati nella roccia, del '15-18.
Sì è segnato come sentiero alpinistico, non ci sono nemmeno le crocette nelle mappe tabacco, però un imbrago è meglio prenderlo con chi è alle prime armi, noi abbiamo trovato la cengetta con un punto franato e un passo da fare quasi nel vuoto proprio in concomitanza del piolo che regge la corda.
E' ultrasicuro e c'è un motivo forse, non è turismo cortinese/badiano, è memoria.
E' giusto che questo itinerario sia accessibile e visitabile a quante più persone possibili perché, dopo i grandi panorami, il divertimento e la soddisfazione di arrivare in vetta, occorre fermarsi un secondo e pensare cos'era fare quella strada sotto le mitragliatrici, le bombe, le mine, il freddo dei terribili inverni del '16...
E ricordarlo il più a lungo possibile.
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