14 Nov 15 // Anello del M. Tiarfin (da Forni di Sopra)

Mac751

Old school supporter
Sabato di "via libera" (tanto si recupera il giorno dopo con la famiglia, altro giro...) ed ecco all'ultimo con Giorgio venir fuori uno dei giri più interessanti - e anche lunghi - della stagione. L'idea comune è camminare, nessuno dei due ha voglia di incasinarsi in itinerari impegnativi o in alto dove può esserci neve.
Dopo un paio di proposte abbozzate focalizziamo la zona di nostro interesse in Forni di Sopra, e vogliamo stare principalmente a Sud per non congelare e rischiare di trovare neve che vadano oltre la classica "chiazza".
Dopo un po' arriva l'illuminazione... si gira attorno al Tiarfin! Le carte di qualche anno fa non fanno intuire questa possibilità, ma le ultime aggiornate Tabacco (in questo caso l'App è stata provvidenziale) sì, con alcuni nuovi tracciati che sono stati inseriti nel comprensorio di Forni.

Ci troviamo presto per non rinunciare al classico caffè a Villa Santina e perchè il sottoscritto non ha preparato a casa i panini e deve farli al volo.
Partiamo dal centro di Forni di Sopra, con una temperatura di 7-8 °C a meno di mille metri, ma la carrozzabile che costeggia il torrente Tolina si inerpica subito con decisione non dandoci tempo di raffreddarci poi più di tanto.
Durante il primo tratto - noiosetto - Giorgio mi intrattiene con i racconti delle sue peripezie lungo le coste scoscese del torrente, in continuo movimento franoso, passando prima una struttura a scopo idroelettrico e giungendo poi al piano di Puonsas, con qualche abitazione anche ristrutturata.
Da qui il primo "taglio" del tornante ci scalda ora definitivamente. Superiamo il bivio con il 223a che useremo al ritorno e proseguiamo dritti per dritti verso la valle del Rio Tartoiana, tornando ben presto sulla carrozzabile. Qui presto superiamo un avamposto di taglialegna, con i quali scambiamo qualche battuta su come sia strano per loro lavorare qui a metà Novembre quasi in maniche corte... ahimè.
L'occhio ci casca quindi sulla sinistra, dove qualche metro al di sotto della strada una pozza raccoglie l'acqua di una cascatella. E' già un po' che camminiamo, perchè non fermarci un attimo a fare due foto? Scendiamo con cautela la breve traccia impervia, e Franklyn ci anticipa tuffandosi nella pozza fin quasi al collo.
Wow, devo costringerlo poi a ritornarci per lo scatto di rito, molto meno convinto ora che ha sentito la temperatura dell'acqua.
Faccio un po' di fatica a tirar fuori Giorgio dall'angusto anfratto, preso da un reportage fotografico con treppiede alla cascatella. Ma poi si convince e mi segue prima che completi il giro di giornata in solitaria, con il fido Franklyn che non sapendo chi scegliere va avanti e indietro tra l'uno e l'altro.

Belle luci al mattino sulla Cimacuta
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Baitella a Puonsas (1300m)
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Franklyn fa il bagno nella pozza
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Ripartiti dalla pozza, Franklyn fa avanti e indietro sulla carrozzabile
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In pochi minuti giungiamo alla conca erbosa dell'ex malga Tartoi, da non molto gestita nei mesi estivi. Giace sotto una falesia e ben vicina all'imponente M. Tiarfin alle sue spalle. L'affaccio sulla Val di Suola e sul Pramaggiore è notevole, dev'essere grandioso pasteggiare qui sui tavoli esterni nei mesi estivi.

La splendida conca di Casera Tartoi
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Giorgio a Casera Tartoi
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Val di Suola e M. Pramaggiore
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Particolari a Casera Tartoi
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Il sentiero alle spalle si inerpica con un grande tornante che porta infine ad affacciarsi a picco sul ripiano della casera evidenziandone la struttura dei vari locali una volta a servizio della stessa. Siamo proprio sopra alla falesia, e fortunatamente il sentiero è ottimamente tenuto e tracciato in modo da non creare problemi di "vertigine".
Ora il percorso piega decisamente verso Nord entrando in una conca erbosa che da sotto non puoi immaginare, una pausa anche per le gambe prima di ricominciare a salire nuovamente. Mille metri di dislivello sono già andati e il giro è ancora lungo, ma da qui in avanti sarà complicato compiere più di venti passi consecutivi per come gli scenari e i panorami si andranno susseguendo.

Sul tornantone a mezza costa, affacciati sul M. Tiarfin
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Giorgio sale sul 208
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Siamo 150 metri sopra la casera, a picco. Laggiù l'abitato di Forni di Sopra.
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La silhouette occidentale del M. Tiarfin
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M. Tiarfin, spigolo W dell'anticima
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Il meglio compare sempre dietro di noi, e le prime mugaglie lasciano intravvedere gli Spalti di Toro e il Cridola, così vicini. Si fa su e giù per un terreno di chiara origine glaciale, la "busa" del Tiarfin. Sembra un mondo a parte qui dietro, difficile attribuirlo a qualche zona orografica o idrografica, è un qualcosa di sospeso e protetto.
Dalla fessura magica sembra di scorgere la Civetta. Ma, appunto, la fessura è magica e non finirà qui. Dall'altra parte a me sembra di scorgere Marmarole e Sorapiss, magicamente vicini per quanto sono abituato.

Sopra i mughi le Dolomiti Friulane. Spalti di Toro e tanto altro.
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Cridola
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Il giardino sospeso della Busa del Tiarfin
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La fessura magica parte prima: Civetta
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Qui potrei sbagliare. Per me sono Marmarole e Sorapiss.
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Alla nostra destra si scorge un vago sentierino. Ecco la "via normale" al Tiarfin. Oggi non fa per noi, il giro è lungo e non l'ho studiata, oltretutto quella poca neve che si vede è duretta e andare in cima ci toglierebbe troppo tempo e risorse.
Continuiamo lentamente a salire verso i pertugi che si affacciano a Nord, su Casera Razzo e sulla Val Pesarina. Incrociamo dapprima il bivio tra 208 e il nuovo 224, sulla normale scialpinistica del Col Marende, che sale dalla vicinissima Casera Razzo.
Mentre la fessura magica dà il meglio di se il vento e il freddo, ora ampiamente sopra quota duemila, si fanno sentire e non poco.

Il versante Nord del Tiarfin, dove si insinua la "via normale"
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Si sale sullo sfondo del M. Piova e del M. Tudaio di Razzo, divisi da un'amena forca erbosa
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Il nostro fidato compagno oggi è in forma più che mai!
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Forse servirebbe uno "sbadabam" ma io mi sono contenuto in un "wow". Fessura magica parte seconda: Pelmo
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A Nord si vede di tutto, ma soprattutto i monti della Val Pesarina, dalla Creta di Mimoias fin verso il Siera, la Creta Forata, il Pleros...
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Grossglockner
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E' un continuo di sorprese, a ogni passo spunta una montagna nuova in un crescendo continuo. Andiamo avanti con la sagra, cercando di puntare alla Forca Rossa. A quota 2280m si interromperà il nostro "viaggio verticale". Sarà ora di scendere.

Fessura magica parte terza: Antelao
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In basso a sinistra si vede il marcato sentiero per P.so Elbel, poi la cresta continua verso i "claps" che dividono Val Pesarina e Sappada
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Giorgio ammirato mette a dura prova la sua macchina fotografica
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Il tempo scorre, e in questa fase meno male che stiamo girando con due compattine perchè altrimenti faremmo notte. Ci si mette anche il sole a sbucare da una fessura tra le cime del Tiarfin. E mentre scatto la foto a Giorgio che a sua volta scatta la foto mi accorgo di un'altra comparsa. Laggiù sono spuntate le Cime di Lavaredo, più due che tre ma son sempre loro!

Vabbè, pure il sole che sbuca dalla fessura del Tiarfin
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Anche Giorgio punta verso il sole, ma dietro spuntano le Tre Cime di Lavaredo
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Bis verticale
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Quasi alla Forca Rossa
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Verso est il Lago di Sauris, avanti con lo sguardo ci sono anche l'Amariana e le Giulie
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Sauris di Sopra, sullo sfondo M. Sernio e Jof di Montasio
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Zoom sulle Tre Cime
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Prima o poi questo tripudio deve finire. Voltandoci verso SE la vista è limitata un po' dai vicini Clapsavon e Bivera.
Scendiamo su un sentiero un po' infido per un centinaio di metri, poi però diventa prativo e piacevole proprio mentre diventa spiacevole la mia discesa, puntellata da un fitto dolore al collaterale esterno del ginocchio sinistro già emerso due settimane fa durante la lunga Alta Via CAI Gemona.
Purtroppo non avevo capito del tutto quella volta, offuscato dai crampi che presumibilmente mi sono venuti come conseguenza di un non corretto appoggio dopo il trauma (anche se leggero) distorsivo. Anche stavolta all'inizio temevo fossero crampi in arrivo, ma poi si è palesato un dolore differente e sempre crescente.
Vabbè, con calma e un ritmo neanche troppo lento riesco ad arrivare alla pianeggiante zona della Forcella della Croce di Tragonia, dove un laghetto si sta perdendo per un processo di interramento.

Bivera e Clapsavon dalla Forca Rossa
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Ultimo sguardo indietro. Veramente spettacolare.
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La forca e la pietraia scesa nella prima parte
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Giorgio e Franklyn sul balcone. Dietro l'affaccio è sulla zona del Rifugio Giaf con ben visibile l'ampia Forcella Scodavacca.
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E vabbè, il Pelmo spunta da tutte le parti...
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Il Bivera sopra il pendio erboso del Col di S. Giacomo
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Il laghetto ormai quasi interamente interrato
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Giunti qui, e facilitato il mio cammino nei tratti più pianeggianti, decidiamo di puntare direttamente la Casera Tragonia per la seconda e ultima "pausa pranzo". L'obiettivo era arrivarci per le 14, e l'abbiamo rispettato nonostante tutto.
Vediamo due macchine, una è del gestore che la sta pulendo e svuotando per la fine della stagione. A nostra insaputa, fino al weekend scorso lui era qua, per poter offrire qualcosa ai viandanti. Onore al merito, l'anno prossimo verremo in stagione a trovarlo, così come a Malga Tartoi. Due angoli di paradiso al di là dei rifugi più conosciuti.
Esaminiamo anche l'interno, e una volta buttato giù il panino ci incamminiamo sul 223a un po' rovinato dai cinghiali. Non una grande idea, forse sulla carrozzabile il ginocchio avrebbe reagito meglio.
L'ultimo particolare degno di nota è il forte scoppio di un fucile alla ricerca di un capriolo. Franklyn impaurito cerca conforto, e lo trova. Il capriolo forse non cercava di finire in pentola. Ma non sapremo mai se a lui è andata bene come a Franklyn. Forse.

Giorgio plana verso Casera Tragonia
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Niente male neanche l'affaccio da Casera Tragonia, con la carrozzabile che la serve
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Bel giro...lunghetto immagino...quanto tempo in tutto avete impiegato?

Mi sa che questo è l'ultimo della stagione estiva...peccato che non ne abbiamo fatto neanche uno insieme...speriamo di farne con la neve!!!
 
Bel giro...lunghetto immagino...quanto tempo in tutto avete impiegato?

Nette abbiamo calcolato circa 6h 20', forse stavamo nelle 6 senza i problemi al ginocchio... Comunque partiti alle 8.45 e tornati alla macchina alle 16, forse 16.10...
Sono circa 1450m e quasi 20km (quest'ultimo dato sentierinatura, non abbiamo calcolato).
 
Bravo Marco. Atmosfera particolare con quelle velature, più invernale che autunnale. Foto comunque ben riuscite nonostante la luce piatta.
Quest'autunno niente giri orobici per te, o sbaglio?
 

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Bel giro "fuori stagione". Complimenti anche al piccolo e immagino simpaticissimo Franklyn
 
Bravo Marco. Atmosfera particolare con quelle velature, più invernale che autunnale. Foto comunque ben riuscite nonostante la luce piatta.
Quest'autunno niente giri orobici per te, o sbaglio?

Già... nel periodo che di solito punto (metà-fine ottobre) per fare un giro orobico quest'anno abbiamo fatto il Battesimo e sono venuti i miei qua. Quindi abbiamo saltato. Ma se tutto va bene a favore delle trasferte "sciistiche"! ;)
 
Meraviglia!! Proprio le due malghe avevo visto sulla tabacco e sul sito del comune prima di deviare x il montasio!

Che strano il pramaggiore visto da dietro.

La normale com'è?

saluti
 
Che strano il pramaggiore visto da dietro.

La normale com'è?

Mai fatta per ora, anche se sempre pensata. Però mi dicono breve vietta di II- max, della serie divertente in salita e all'occhio in discesa.
Per il resto prima (Forca La Sidon) si possono scegliere 2-3 vie diverse per superare il saltino che porta alla forca partendo dal Passo di Suola. Ma tutta roba facile e in parte attrezzata. Da giù in giornata comunque è lunghetta, molto meglio dormendo al Pacherini.
 
che zona top!

avevo pensato anche io di fare l'anellino del tiarfin da casera razzo quando dovevo andare sui brentoni che quel giorno erano sotto le nuvole...purtroppo era giorno di caccia e sotto il tiarfin si sentivano troppi spari, quindi idea abbandonata..voi avete beccato cacciatori?
 
che zona top!

avevo pensato anche io di fare l'anellino del tiarfin da casera razzo quando dovevo andare sui brentoni che quel giorno erano sotto le nuvole...purtroppo era giorno di caccia e sotto il tiarfin si sentivano troppi spari, quindi idea abbandonata..voi avete beccato cacciatori?

Nel testo, proprio alla fine, racconto di uno sparo. Forte. Sicuramente a caccia di ungulati e molto vicino a noi mentre attorno alle 15.30 scendevamo nel bosco. Abbiamo il sospetto che sia stato opera del duo (gestore + amico?) incontrato alla Casera Tragonia...
 
Mai fatta per ora, anche se sempre pensata. Però mi dicono breve vietta di II- max, della serie divertente in salita e all'occhio in discesa.
Per il resto prima (Forca La Sidon) si possono scegliere 2-3 vie diverse per superare il saltino che porta alla forca partendo dal Passo di Suola. Ma tutta roba facile e in parte attrezzata. Da giù in giornata comunque è lunghetta, molto meglio dormendo al Pacherini.

La normale anche meno, direi passaggi di I anche discontinui e mai esposti. Niente di preoccupante per chi ha un minimo di esperienza ;)
Se fatta in due giorni, io consiglio di dormire a casera Pramaggiore: ottimamente attrezzata e in posizione bellissima! E scendere poi per la cresta monte rue e Sarodine!
 
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