Racconto di Riccardo:
Viste le recenti nevicate in Alto Adige, questa volta ci portiamo alla conquista di una delle più maestose vette delle Alpi Orientali: il Cevedale. Esso vanta di essere la più alta montagna della zona raggiungibile sci ai piedi fino alla sommità.
Così, con una lunga trasferta a seguito di una poco generosa dormita, ci portiamo in Val di Solda e parcheggiamo la macchina in prossimità degli impianti di risalita. Spendiamo 13 per utilizzare il primo troncone che ci porta a quota 2581 dove calziamo gli sci ed iniziamo ad affrontare i pendii glaciali della Cima Solda.
La prima parte infatti consiste nel scavallare il Passo Lago Gelato per poi portarsi sulla Vedretta del Cevedale. La traccia è già fatta, davanti a noi già 40 persone stanno salendo. Di fatto, la sola Cima Solda è un "must" della valle grazie ai suoi pendii sostenuti e spesso in ottime condizioni. L'unica difficoltà è rappresentata dai crepacci, numerosi e molto insidiosi. Saliamo quindi molto velocemente e presto costeggiamo immense voragini e spettacolari seraccate.
Raggiungiamo infine la forcella lasciando la via di Cima Solda sulla destra. In leggera discesa, costeggiamo i pendii orientali della stessa fino a portarci sull'immenso ghiacciaio del Cevedale. Da qui la via è parecchio chiara: la duplice vetta omonima troneggia sulla bianca distesa.
Non resta che seguire la traccia che si dilunga su pendenze irrisorie per chilometri. Sembra non finire mai ma pian piano raggiungiamo la muraglia ghiacciata del pendio sommitale. Qui la via si impenna e, con un ripido traverso, tagliamo il versante lasciando sulla sinistra l'invitante Zufallspitze. Il crepaccio terminale è visibile ai lati della via, ma ancora ben chiuso. Utilizziamo i rampant per raggiungere la sella tra le due vette. Seguiamo dunque la cresta finale inizialmente ripida e larga, poi sempre più stretta e pianeggiante.
Infine ci siamo: 3769 metri, sci ai pedi!
Lo spettacolo dalla vetta è unico e, nonostante il consueto affollamento, la felicità è alle stelle. Scattiamo numerose foto di rito e poi arriva il momento di scendere: stiamo sotto il filo di cresta, sul versante sud, per un pò, dopodichè sciamo in maniera piuttosto controllata il pendio ghiacciato. Superata la crepaccia terminale, la neve polverosa ci invita a disegnare numerose "esse" finchè la pendenza del pendio ce lo consente. La Vedretta del Cevedale non ha grandi declivi e spesso dobbiamo seguire la traccia di salita per avere abbastanza velocità. Dopo questo tratto non troppo emozionante, ci portiamo sulla sinistra, verso il Rifugio Casati dove decidiamo di ripellare in direzione della Cima Solda e non del passo sulla destra di essa. Faticosamente vinciamo questi 100 metri, dopodichè inizia la parte interessante dal punto di vista sciistico.
I pendii nord della Cima Solda, sebbene già parecchio macinati dagli altri scialpinisti, sono favolosi. Ancora tanta polvere ci accoglie e felicemente scendiamo cercando i tratti più vergini, prestando sempre attenzione ai crepacci nella parte alta. In fondo al ghiacciaio, ancora molta discesa ci attende e la polvere resiste alle temperature primaverili: il godimento è accentuato dalla visuale maestosa del Gran Zebrù e dell'Ortles che, con i loro seracchi tormentati e le loro formidabili pareti, dominano imperiosi la Valle di Solda, irragiungibili giganti di roccia e ghiaccio.
Infine intercettiamo la pista che scende a valle. Qui il calore si fa sentire e la neve ai lati è piuttosto umida il che consiglia di rimanere sul tracciato battuto. Negli ultimi 200 metri l'innevamento è agonizzante e sassi insidiosi spuntano ovunque. Per salvare le lamine alcuni spalleggiano, altri tentano di restare, per quanto possibile, sui tratti più coperti.
Al parcheggio, lanciamo ultimo sguardo a Cima Solda, lontana e ammantata di ghiacci, da dove la discesa vera e propria ha avuto inizio. Una grande emozione ci pervade, la soddisfazione è alle stelle, ci sentiamo invincibili e pieni di vita. Questo è il regalo della montagna.
MARCO & RICCARDO,Venezia & Verona una sola passione!!!!!!!
https://www.youtube.com/watch?v=Uw8dnGZOe84
PERDONATECI l'ordine sparso delle foto ma non abbiamo molta esperienza con gli aggeggi ellettronici e le varie impostazione dell'ora
Viste le recenti nevicate in Alto Adige, questa volta ci portiamo alla conquista di una delle più maestose vette delle Alpi Orientali: il Cevedale. Esso vanta di essere la più alta montagna della zona raggiungibile sci ai piedi fino alla sommità.
Così, con una lunga trasferta a seguito di una poco generosa dormita, ci portiamo in Val di Solda e parcheggiamo la macchina in prossimità degli impianti di risalita. Spendiamo 13 per utilizzare il primo troncone che ci porta a quota 2581 dove calziamo gli sci ed iniziamo ad affrontare i pendii glaciali della Cima Solda.
La prima parte infatti consiste nel scavallare il Passo Lago Gelato per poi portarsi sulla Vedretta del Cevedale. La traccia è già fatta, davanti a noi già 40 persone stanno salendo. Di fatto, la sola Cima Solda è un "must" della valle grazie ai suoi pendii sostenuti e spesso in ottime condizioni. L'unica difficoltà è rappresentata dai crepacci, numerosi e molto insidiosi. Saliamo quindi molto velocemente e presto costeggiamo immense voragini e spettacolari seraccate.
Raggiungiamo infine la forcella lasciando la via di Cima Solda sulla destra. In leggera discesa, costeggiamo i pendii orientali della stessa fino a portarci sull'immenso ghiacciaio del Cevedale. Da qui la via è parecchio chiara: la duplice vetta omonima troneggia sulla bianca distesa.
Non resta che seguire la traccia che si dilunga su pendenze irrisorie per chilometri. Sembra non finire mai ma pian piano raggiungiamo la muraglia ghiacciata del pendio sommitale. Qui la via si impenna e, con un ripido traverso, tagliamo il versante lasciando sulla sinistra l'invitante Zufallspitze. Il crepaccio terminale è visibile ai lati della via, ma ancora ben chiuso. Utilizziamo i rampant per raggiungere la sella tra le due vette. Seguiamo dunque la cresta finale inizialmente ripida e larga, poi sempre più stretta e pianeggiante.
Infine ci siamo: 3769 metri, sci ai pedi!
Lo spettacolo dalla vetta è unico e, nonostante il consueto affollamento, la felicità è alle stelle. Scattiamo numerose foto di rito e poi arriva il momento di scendere: stiamo sotto il filo di cresta, sul versante sud, per un pò, dopodichè sciamo in maniera piuttosto controllata il pendio ghiacciato. Superata la crepaccia terminale, la neve polverosa ci invita a disegnare numerose "esse" finchè la pendenza del pendio ce lo consente. La Vedretta del Cevedale non ha grandi declivi e spesso dobbiamo seguire la traccia di salita per avere abbastanza velocità. Dopo questo tratto non troppo emozionante, ci portiamo sulla sinistra, verso il Rifugio Casati dove decidiamo di ripellare in direzione della Cima Solda e non del passo sulla destra di essa. Faticosamente vinciamo questi 100 metri, dopodichè inizia la parte interessante dal punto di vista sciistico.
I pendii nord della Cima Solda, sebbene già parecchio macinati dagli altri scialpinisti, sono favolosi. Ancora tanta polvere ci accoglie e felicemente scendiamo cercando i tratti più vergini, prestando sempre attenzione ai crepacci nella parte alta. In fondo al ghiacciaio, ancora molta discesa ci attende e la polvere resiste alle temperature primaverili: il godimento è accentuato dalla visuale maestosa del Gran Zebrù e dell'Ortles che, con i loro seracchi tormentati e le loro formidabili pareti, dominano imperiosi la Valle di Solda, irragiungibili giganti di roccia e ghiaccio.
Infine intercettiamo la pista che scende a valle. Qui il calore si fa sentire e la neve ai lati è piuttosto umida il che consiglia di rimanere sul tracciato battuto. Negli ultimi 200 metri l'innevamento è agonizzante e sassi insidiosi spuntano ovunque. Per salvare le lamine alcuni spalleggiano, altri tentano di restare, per quanto possibile, sui tratti più coperti.
Al parcheggio, lanciamo ultimo sguardo a Cima Solda, lontana e ammantata di ghiacci, da dove la discesa vera e propria ha avuto inizio. Una grande emozione ci pervade, la soddisfazione è alle stelle, ci sentiamo invincibili e pieni di vita. Questo è il regalo della montagna.
MARCO & RICCARDO,Venezia & Verona una sola passione!!!!!!!
PERDONATECI l'ordine sparso delle foto ma non abbiamo molta esperienza con gli aggeggi ellettronici e le varie impostazione dell'ora
Ultima modifica: