Sentiero attrezzato "Pojesi": il modo più "d'ambiente" per salire al Carega

Fabio

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Sentiero attrezzato "Pojesi": il modo più "d'ambiente" per salire al Carega

Sabato volevo approffittare della finestra di bel tempo per fare un sentiero che mi incuriosiva da anni: il sentiero alpinistico "Angelo Poiesi". Si tratta di uno dei modi più interessanti per arrivare in Cima al Carega per chi arriva da Selva di Progno, dal lato veronese per capirci.

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Il giro completo è molto bello: ci si riscalda nel tratto dal Revolto al Pertica. Poi inizia il Sentiero Poiesi: la prima parte è la più bella e facile. Si entra in un meraviglioso anfiteatro roccioso e lo si percorre completamente. Vi è poi un primo tratto spaccagambe che sale velocemente fino ai famosi "3 larici". Breve tratto di riposo e poi parte il secondo impegnativo tratto ripido di salita. Si arriva a Cima Tibet da cui con un bellissimo sentiero molto facile si giunge al Rifugio Fraccaroli. Quest'ultimo tratto dovrebbe essere molto panoramico, io l'ho verificato solo a metà visto che dalla parte veneta del Carega c'erano già nuvole minacciose.
Il meteo che avevano previsto era molto positivo ma purtroppo hanno cannato: già dalle 10.30 è arrivata la pioggia, la grandine, i temporali, etc. Che estate mancante!

Si può lasciare l'auto ai lati della strada prima del Rifugio Revolto a quota di circa 1336 m slm. La zona è piena di appassionati tanto che già alle 7.45 ho trovato i parcheggi in alto già pieni, i primi posti liberi erano a qualche centinaia di metri dalla sbarra.

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In pochi minuti di sentiero nel bosco e poi comoda mulattiera di arriva al Rifugio Pertica.

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Questa è la strada che sale fino all'Alpe di Campobrun fortunatamente chiusa al traffico

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Quella è la roccia in cui sale la verticale ferrata Biasin.
Ad esclusione del tratto del sentiero Poiesi, durante il giro incontro numerosi trail-runners che si stanno allenando.

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Per la fessurapiù evidente sale la ferrata Biasin, si vedono alcuni "puntini" che la stanno salendo. Deve essere davvero molto verticale.

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Vedo questo cartello e mi preoccupo.
Entro in rifugio e il ragazzo mi assicura che non c'è neve: il sentiero è chiuso perchè non hanno ancora fatto manutenzione. Decido di farlo e non trovo assolutamente nessun tratto pericoloso.

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Non si potrebbe dire, ma se avete un po' di confidenza e non temete qualche passaggio esposto potete fare a meno di mettere imbrago e cordini. Il casco invece va portato per tutto il giro: ci sono continue scariche di sassi.

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Alcuni passaggi sono un po' esposti ma con il cordino sempre ben teso: è talmente ben fatto che queste difficoltà non si notano.

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I tratti in cui ci sono canalini o tratti particolarmente "franosi" sono attrezzati anche con passerelle.

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E con staffe.

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Alcuni passaggi sono molto "scenografici" :D

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Una panoramica del primo tratto di sentiero, la parte secondo me più facile atleticamente parlando e più bella. L'ambiente è molto ampio e non ha nulla da invidiare alle Dolomiti (non esageriamo, ad alcune parti delle Dolomiti :D ).

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Questa è la parte più verticale. Nulla di che ma potrebbedare vertigini: in questo caso si può mettere imbrago e assicurarsi.

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Terminato il tratto ferrato rimane da salire l'ultimo pendio ripido spacca gambe.

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Panorama sulla val dei Ronchi (Trentino)

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Si gode di un bel panorama anche sulla "stazione di sport invernali" di San Giorgio di Boscochiesanuova.

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La prima "cima" che si incontra è Cima Tibet. Non ne conosco la storia ma penso abbia qualcosa a che fare con la storia recente tra Cina e Tibet.

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Altro "runner".

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Seconda cima è questa dedicata a Santa Maria. Nel frattempo il meteo si "rabbuia".

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Trentino al Sole, Veneto immerso nel grigio.

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Dopo 20-30 minuti di creste si arriva al rifugio Fraccaroli.

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Tempo di prendere qualcosa di caldo e poi giù di corsa per il Vallon della Teleferica prima che inizi a diluviare.

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Dal rifugio ancora non escono piatti caldi, decido di prendere un caffè e di andarmene: inizia a piovere anche al Rivolto.

Un bel giro, ideale per chi vuole prendere confidenza con i sentieri attrezzati ed ha un po' di allenamento (i due tratti di salita sono piuttosto impegnativi mentre il tratto ferrato è molto facile).
 
Molto bello Fabio, come sempre!
Riguardo alla ferrata della foto 5 non capisco il senso di certe cose su certe pareti.

saluti
 
Eh sì. Secondo me hanno voluto esagerare per fare un sentiero adatto non dico a tutti ma a quasi tutti. La corda c'è in parti in cui non serve per nulla ma magari a qualcuno che ha paura aiuta per il senso di sicurezza. Boh.
 
Bravo, bellissimo giro e peccato per il meteo guastafeste...
con tempo piú clemente è bello fare il giro "alto" e scendere per il Rifugio Scalorbi, adagiato in una conca stupenda.

PS Pensa che il Pojesi 6 anni fa è stato il mio primo percorso attrezzato dopo 14 anni!
 

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