Sulle riviste in generale: + persone - professionisti

Fabio

Member
Staff Forum
Riflessioni sulle riviste, in generale.

Editoriale.
L'editoriale di una rivista è la pagina o le pagine che leggo sempre con più interesse e che reputo le più importanti.
Non è sufficiente. Avrei preferito una profonda riflessione su qualcosa, su qualsiasi argomento (anche sul ruolo delle ville in sudafrica ma su qualcosa) e non un elenco di parole. La strada è tracciata, bene, ma in quento direttore avrei voluto che il Cristiano si fosse esposto di più. Una rivista di successo è quella che riesce a parlare al lettore come tra amici al bar. Desidero leggere avendo la senzazione di conoscere chi scrive.

Non so quanti di voi leggessero "The Games Machines" degli anni 90 e successivi. Era una rivista di videogiochi che prendevo non tanto per i videogiochi ma per la simpatia degli autori. Essi addirittura si prendevano per il culo inserendo note negli articoli degli altri. Ogni autore aveva un preciso e manifesto carattere. Il cuccatore, lo sfigato, il forte, il buono, il brutto, il cattivo. Forse erano maschere imposte, forse i ragazzi erano realmente così. Ma era una rivista bella! Non era un assieme di fogli, era un dialogo monodirezionale!

Per 4Skiers siamo al secondo numero e non si può pretendere di avere la senzazione di conoscerere come fratelli gli autori... però... mi sembra che questo "outing caratteriale" non ci sia e non si voglia.

Anche per Free.Rider questo non avviene. Solo Emilio tramite i suoi editoriali lascia intendere come è, o lascia intendere quello che vuole ma almeno lo fa. Forse la rivista non è composta da un team immobile. Chi scrive non si frequentano anche fuori dalla redazione. Sicuramente su una rivista del genere prendersi per il culo sull'ultimo due di picche preso sarebbe fuori luogo.

La rivista che vorrei dovrebbe essere un gruppo di amici, che ti fanno sentire loro amico. Ti parlano delle loro gite, emozioni, senzazioni. In modo serio, non serio, pragmatico, infantile.

Ragazzi, vi vorrei più persone e meno professionisti. Una rivista vincente è una rivista fatta da appassionati, anzi preciso, fatta da persone appassionate. Le riviste fatte da un assieme disorganico di giornalisti/professionisti non mi piacciono.

Personalmente mi piace quando gli autori parlano un po' dei fatti loro. Mi piace quando si fanno richiami ironici alle discese degli altri autori. Come in un gruppo di amici: ci si sfotte e ci si stima.

Una rivista che parla di sci non può raccontare di una discesa senza parlare delle emozioni. MotoTecnica o AutoTecnica lo possono fare. Descrivere e trasmettere emozioni è una cosa difficile. Per questo non tutti fanno il giornalista con successo. Non tutti possono guidare un aereo supersonico.

Per le moto la rivista che mi piaceva di più era Superbike. Quando leggevi delle scorribande degli autori ti veniva voglia di mandarli a cagare. Ti facevano venire la pelle d'oca. Ti creavano il desiderio di fare un'accelerazione con la moto. A volte, anzi spesso, per recensire una moto finivano con il parlare di tette o arrivavano a prendersi per il culo tra di loro. Ogni autore era un personaggio ben definito. dopo 2 numeri capivi tutti i ruoli e le relazioni e godevi degli interventi incrociati.
 
Son d'accordo...l'editoriale dovrebbe dare un'impronta più marcata del parere e delle opinioni di chi lo scrive...
Sarebbe bella una presentazione di quello che uno andrà a leggere...il filo logico della rivista e il perchè dei singoli articoli...da dove nascono e come si son sviluppati...le scelte...le rinunce...
 
Non sono d'accordo Fabio, assolutamente. :no:

Una rivista deve essere un gruppo di persone competenti che fanno informazione, se vuoi un gruppo di amici che ti raccontino le loro storie, allora vai su un Forum e fai prima.
Questo perchè la rivista DEVE essere impersonale, il direttore ne è l'anima, quindi giusto che ci metta della poesia, come Emilio fa, ma la cosa deve finire li.
I contenuti si fanno coltivando collaborazioni a 360°, allora ben venga un Martino che su FR mette ogni tanto un'avventura, ma se diventa la rubrica di quello che fa Martino il sabato e la domenica, allora non ci siamo.

Le emozioni... ma sei sicuro che le emozioni che provi tu siano le stesse che provo io? Come si può parlare di emozioni senza scendere nel soggettivo, e invece una rivita deve essere oggettiva.
Trasmettere troppe emozioni fa perdere il senso di quello che veramente si prova. Facile essere delusi dopo una settimana a Tignes con il brutto tempo, facile dire che La grave è stupenda se ci capitiamo con due metri di powder e il sole a picco.
Meno facile è andare in un posto e coglierne con oggettività pregi e difetti, senza farsi trasporatre dal contesto e dalle emozioni.
Se si parla di un posto, voglio sapere dov'è, come ci arrivo, dove vado a dormire a meno e dove posso mangiare senza che mi spiumino. Voglio un dettagliato report sulle tracce da non perdere, i boschi da tracciare, voglio sapere dove può essere pericoloso andare e dove posso godere all'infinito.

La rivista, la stampa, deve fare informazione.
A fare poesia lascia che ci pensi chi fa video, o chi scrive sui forum.
Ultimamente leggo, in trasparenza, la voglia di cose caserecce, di quattro chiacchiere intorno alla grolla... ma non è in una rivista che questo va cercato, va cercato nella nostra vita reale, non in una pagina stampata.

Guarda Powder, o Big Bike se parliamo di bici, e confrontale con Free.rider o con TuttoMTB.
In Italia stiamo cadendo in questo errore, forse perchè c'è poca cultura editoriale, forse perchè il pubblico vuole quello...
Ma ti ritrovi poi a lamentarti del fatto che su FR ci sono solo le foto di Levati e dei suoi riders, su 4Skiers solo quelle di ALO (fike) e dei suoi amici skiers, su tuttoMTB si parla di riding solo quando il buffone di turno va a ubriacarsi a qualche afterparty post gara...

No, no, no, un prodotto editoriale deve essere professionale, distaccato, informativo. L'essenza della stampa è il quotidiano, e anche se in modo meno rigido, le riviste devono fare informazione, lustrare gli occhi con scatti di alto livello, far conoscere riders e itinerari.

Il resto ècontenuto da Forum, nessuna rivista potrà sostituirlo, come nessun forum potrà sostituire una VERA rivista.
 
teo vuole motociclismo, fabio vuole superbike. c'è posto per entrambe. Io personalmente sento sempre meno la necessità delle riviste in sè, i forum mi bastano sempre di più
 

.

Teo ha detto:
I contenuti si fanno coltivando collaborazioni a 360°, allora ben venga un Martino che su FR mette ogni tanto un'avventura, ma se diventa la rubrica di quello che fa Martino il sabato e la domenica, allora non ci siamo.

valà che i miei uikends sono interessantizzimi! :wink: :wink:

non entro nel dettaglio della discussione perchè son troppo triste....mi sa che hairagione nel topic dove dici che è ora di smettere di comperare sci e prendere più bici....non mi era mai successo di andare in bici in gennaio....mai....sigh
 
Grande Teo. Grazie per l'espressione chiara del tuo pensiero.
Spero di non essere stato frainteso. Quello che voglio non è che una rivista diventi il diario delle conquiste femminili e delle feste di un autore.
Non vorrei nemmeno che una rivista diventasse un manuale del Cai.

Verbier61 come sempre ha colto nel segno. Superbike ho smesso di prenderla per la troppa voglia che mi facevano venire di avere una moto e correrci e per la troppa poca serietà tecnica. MotoTecnica non l'ho presa per più di tre numeri perchè oltre agli interessanti articoli non avevo "questo dialogo monodirezionale" con gli autori.

Personalmente trovo che in Free.Rider ci sia il mix perfetto.

Ultimamente leggo, in trasparenza, la voglia di cose caserecce, di quattro chiacchiere intorno alla grolla... ma non è in una rivista che questo va cercato, va cercato nella nostra vita reale, non in una pagina stampata.
Non è questo che volevo dire.

Cerco di spiegarmi usando una frase riportata da Alexzappa e detta da Martino che letta la prima volta non dimentichi mai.
La frase faceva all'incirca:
- Ho sciato male in questa discesa perchè avevo le lacrime agli occhi per la commozione. - ed era riferito ad una discesa infinita e spettacolare.

Sono frasi come queste che secondo me vanno inserite, POCO MA NEL MOMENTO GIUSTO, nelle riviste. Sono gli articoli scritti con questo spirito che ti vai a rileggere. Una singola frase come quella racchiude una infinità di emozioni. Viceversa un articolo scritto con troppe figure retoriche o peggio ancora con delle "forzature emozionali" fa proprio schifo.

Il giusto è l'articolo informativo... discesa di 1550 metri... passaggio oltre l'evidente masso rosso... in corrispondenza della caverna girare a sinistra... per il rientro prevedere taxi... periodo migliore maggio... FARCITO alla fine con dei commenti personali.

L'informativo puro esiste, penso siano i manuali.

Una rivista deve essere un gruppo di persone competenti che fanno informazione, se vuoi un gruppo di amici che ti raccontino le loro storie, allora vai su un Forum e fai prima.
Vorrei fossero un gruppo di persone competenti e prefossionisti che però QUALCHE VOLTA (bastano anche 1 riga a numero, sia chiaro) si sbottonano.

Grazie per i commenti.
Altri?
 
Martino... non ti ci mettere pure tu... l'altro gg ero a casa con due amici che mi chiedevano dove potevano andare a sciare, abbiamo girato un po di webcam, poi avevo li freerider con le avventure della uno, e faccio... andate a St.Anton... e gli ho prestato il n°...
:uuue: :uuue: :uuue:

Divino, sei sempre infraintendibile. :D
Quello che dico io, in sintesi, è che un emozione la sappiamo trasmettere molto meglio noi poveri umani su questa board che qualsiasi altro su una rivista! :wink:
 
si scherza...anche in sti momenti tristi si scherza....penso anch'io che la sovraesposizione anche di quelli seri sia da evitare...figurati una sovraespizione mia!

e poi speravo che in uno di questi ultimi numeri uscisse l'articolo del canada....vabbè pazientiamo

entrando nel merito delle riviste secondo me l'equilibrio è alla base di tutto....storie di umani, storie di pro....avventure e resoconti dettagliati...tutto ci dev'essere. Certo che la descrizione di un persorso è meglio se la da qualcuno che se ne intende....

e mi sembra che freerider un pò stia in quell'equilibrio.....solo l'ultimo numero a parte il bell'articolo di teocalca mi sembra un pò striminzito....e un pò troppo autocelebrativo....ma son peccati veniali...una rivista non la si giudica da un numero
 
Ragazzi mi fate spaccare.. Ve lo giuro.. Sentirvi dialogare mi piega in due..

Cmq complimenti per le considerazioni fatte.. :lol:
 
beati voi che almeno lo avete ricevuto, io lo sto ancora aspettando. Domani chiamo la vivalda per avere notizie. Ho anche mandato un articolo sull'alaska ma chissà se e quando me lo pubblicheranno. Io ho comprato skiing a ortisei e devo dire che è fatto egregiamente. mi compro anche il prox numero e casomai mi abbono. Piccolo particolare: è in tedesco.
Penso comunque che Free riesca abbastanza a coniugare le avventure di pro e comuni mortali (alcuni dei quali peraltro skifosi).
Non ne posso più di parlare e basta ho bisogno della polvere bianca
 
C'è chi tenta di discutere e chi, probabilmente mentalmente limitato, non riuscendo capire, denigra chi lo fa.
Che chi legge le riviste e c'è chi le guarda.
 
""Le emozioni... ma sei sicuro che le emozioni che provi tu siano le stesse che provo io? Come si può parlare di emozioni senza scendere nel soggettivo, e invece una rivita deve essere oggettiva. ""

però all'idea dell'oggettività si è rinunciato dagli anni 50 (molto più o meno), rendendosi conto che è inattuabile ed insensata (dato che tutti dopo un po arriverebbero a dire le stesse cose :wink: ), giungendo a sostenere che la soggettività è la parte più interessante dato che portà nuovi punti di vista e quindi arricchimento dell'argomento.

p.s. so che è un po "pippone filsofico" ma mi sembrava interessante dato che si parla in un certo senso di ""letteratura"", forum, rivista o cio che è :wink:
 
quoto golfarman..
un conto è dire che una rivista deve informare (e secondo me le riveste in questione lo fanno male), un altro è che debba essere "oggettiva" (già tito livio diceva che l'obiettività sta nella manifesta parzialità) o che debba essere impersonale...
 
Top