Mi sono fatto il regalino... sci nuovi, leggeri, fighetti. Mi ero ripromesso di usare i vecchi da battaglia e tenere questi per le occasioni “da festa”, ma alla fine ho ceduto e li ho spianati nella solita irresistibile ravanata appenninica.
Eccoli!
L'Alpe di Succiso è una montagna su cui abbiamo girato davvero tanto, prima con piccozza e ramponi, poi con gli sci da alpinismo in primavera, infine mettendo insieme le due attività. Non si tratta per forza di tribolate fini a se stesse: spesso per le condizioni tipiche dell'Appennino (vento, neve rigelata molto dura) risulta più rapido salire con gli sci in spalla, e se si scelgono i canali più ripidi e diretti si guadagna tempo.
Sabato mattina le vette del crinale fumano, il che non è mai un buon segno... significa che su il vento è forte e ha spazzato la neve a suo piacimento. Infatti rispetto alla settimana precedente le condizioni sono peggiorate: nel bosco non c'è più la bella polvere leggera della scorsa settimana a causa del netto rialzo termico di metà settimana, e nelle zone scoperte in quota ci sono molte più zone pelate a tutte le esposizioni. L'unica nota positiva è che si parte ancora sci ai piedi da Ucciso Nuovo (1000 m scarsi), il che non capita così spesso negli ultimi anni: infatti ci sono molte auto parcheggiate in paese e altre ne arriveranno.
Superato il bivacco del Rio Pascolo (1580), incontriamo ragazzi che scendono riferendo di condizioni improponibili sul crinale... puntiamo così direttamente alla vetta dell'Alpe senza passare dalla via normale della Sella del Casarola. Battiamo traccia lungo i pendii nord est su neve riportata, la quantità è poca e il legame con gli strati sottostanti sembra buono. In attesa che ci raggiunga un amico che ha avuto un imprevisto prima della partenza, facciamo una prima discesa su questo versante, che nella parte alta sembra avere conservato qualcosa di simile a polvere. Potremmo tranquillamente fermarci dopo i primi 100 metri ma stupidamente proseguiamo la discesa su crostaccia fino al pianoro al centro del vallone... amen, ora le gambe sono calde e siamo pronti a risalire sulla stessa traccia insieme all'amico che nel frattempo è arrivato.
Vallone del Rio Pascolo
Discesa dai pendii nord est
Intanto sembra che il vento in cresta si sia un po' calmato. Saliamo fin dove riusciamo sci ai piedi, poi cambiamo assetto e risaliamo un canalino che dovrebbe risparmiarci un po' di cresta ventosa. Subito notiamo la differenza tra gli speroni e i bordi del canale, dove la neve nuova è volata via ed è rimasta quella vecchia durissima , e il centro del canale, dove si è accumulata la nuova. Sta a noi scegliere se proseguire in punta di ramponi o più faticosamente nel canale da tracciare... verso la fine il fosso si impenna, due piccozze farebbero più comodo e quasi tutti traversiamo a sinistra aggirando la parte più ripida e rocciosa. Un ultimo strappo e siamo in cresta al sole!
Condizioni squisitamente appenniniche... neve marmorea vicino a quella riportata
Qualcuno la prende dritta per dritta...
...io preferisco traversare!
Arrivo sulla cresta est e vento appenninico!
Nel frattempo sono le 14 passate e una delle discese che puntavamo, il versante sud est, è fin troppo cotto. Raggiungiamo così la vetta dell'Alpe (2017m) affacciandoci sulla discesa più classica, il canalone ovest: questo ci sembra invece un po' troppo scoperto; ricorriamo così al piano C, in realtà la discesa che fin dall'inizio mi sembrava più papabile... il canale sud ovest. Non ci siamo ancora tolti i ramponi e gli sci dallo zaino, e ci tocca tenerli anche nella prima breve parte di discesa.
Vetta dell'Alpe di Succiso e vista sulle Apuane: gli amici scrutano perplessi il canalone ovest...
Vento!
Una volta che ci affacciamo sul pendio lo reputiamo sì magro ma tutto sommato fattibile, quindi spelliamo lottando un po' col vento e la posizione non proprio comoda. Nella parte iniziale la neve tende molto a cedere sotto le curve, per la pendenza e la pesantezza... sarebbe stato meglio scendere un'oretta prima con questo caldo! La quantità comunque è veramente esigua, e con queste condizioni secondo noi è più rischioso toccare o scivolare su lastre di neve ghiacciata che non provocare qualche scarica. Dopo questa prima parte un po' delicata su pendio aperto il canale inizia ad incassarsi regalando una sciata finalmente fluida su neve uniforme... ma ecco l'inghippo! La strettoia che durante le altre discese avevamo aggirato, oggi ci tocca affrontarla direttamente, siccome i pendii a lato sono praticamente senza neve. Fino all'ultimo procediamo col dubbio di dover togliere gli sci, ma la striscia di neve c'è, sufficiente per scendere a scaletta o derapare con molta cognizione, più che altro per rispetto degli sci nuovi di pacca! Essendo stato io ad andare a vedere, mi concedo il lusso di scendere per primo sfruttando una maggiore quantità di materia prima. Superato il tratto più stretto, scatto di volontà, saltino e giù!
Canalone sud ovest: pendio iniziale
Verso la strettoia, sullo sfondo Punta Buffanaro e le cime del parmense
Il piegatore del gruppo fa un po' di teatro
Lì dentro però piegava meno!
Comincia la parte più divertente, peccato sia un po' poca la neve
A destra il sud ovest appena sceso, imboccato a poco meno di 2000 metri e seguito fino a 1350. In diagonale a sinistra scende l'ovest, più sostenuto
Una volta ricongiunti, possiamo goderci la parte inferiore del canale, sempre bellissima ma con qualche squalo insidioso qua e là. Solo negli ultimi 100 metri la neve diventa oggettivamente troppo cotta. Raggiunto il bosco presso il bivacco Ghiaccioni (1340) il gruppo si divide: in tre scendono verso Succiso nuovo seguendo il sentiero di fondovalle, mentre in due ripelliamo verso la sella del monte Acuto. Non seguiamo il sentiero CAI estivo, ma rimaniamo più prossimi al crinale seguendo prima pendii aperti poi vaghi canali nel bosco. Usciamo sul crinale con la magnifica luce del tramonto, dove gli Orb fanno risaltare la linea e il colore sgargiante. La luna quasi piena compare dietro l'Alpe facendoci compagnia nelle prime curve verso il lago del monte Acuto e il rifugio Sarzana dove passeremo la notte. Purtroppo il tratto di pratoni-biliardo è breve e presto ci tocca infilarci in un bosco che sarebbe magnifico con la polvere, mentre con la crosta non portante di stasera impone una sciata di sopravvivenza, almeno a uno scarsone come me... un ultimo passaggio tra i faggi e poi giù dritti a tutta velocità sul lago ghiacciato, accolti dall'abbaiare di Tao, il cane del rifugista.
Parentesi ravanage: i Ghiaccioni sono uno dei posti con più guadi che conosca
Tracce simpatiche
Arrivo sul crinale
Il versante ovest di Punta Buffanaro, una delle montagne più belle e scomode del nostro crinale
Quanto sono belli con questa luce!
Peccato sempre sto c...o di vento!
L'Alpe e la Luna
Rifugio Sarzana
Il Città di Sarzana è un rifugio molto spartano, che necessiterebbe di qualche miglioria strutturale... la sua posizione defilata e non comodissima non aiuta, ma tanto di cappello al rifugista che tiene aperto per tutti i weekend d'inverno, ricevendo scarse visite. Non è il caso di oggi: vuoi per la lunata, vuoi per le temperature un po' meno rigide rispetto al fine settimana precedente, vuoi perché seppur brutta e poca la neve c'è, con anche noi il rifugio è quasi al completo (20 persone). Dopo cena abbiamo ancora un po' di energie per rimettere le pelli e fare un altro giro alla Sella accompagnati da Tao, che conosce la traccia meglio di un GPS e continua a fare avanti e indietro veloce e carichissimo! Lo spettacolo in effetti vale la fatica, si procede bene anche senza frontale. Avevo portato con me la reflex ripromettendomi di fare qualche foto con le lunghe esposizioni una volta sul crinale, ma fa troppo freddo e c'è ancora vento... così purtroppo rimarrà nello zaino. La discesa non è migliore rispetto a quella di qualche ora prima, in alto si sopravvive su crosta portante ma nel bosco è pura sopravvivenza con anche l'aggravante del buio; Tao sembra quasi annoiato, sarebbe già arrivato al rifugio probabilmente mentre noi ravaniamo cercando di schivare i faggi nel modo meno peggiore! Torniamo in tempo per goderci ancora la stufa e due chiacchiere, poi è ora di andare a letto.
Il mitico Tao, razza "pastore delle Apuane" con le Apuane sullo sfondo! (secondo me è un ibrido con iena...)
...CONTINUA!
Eccoli!
L'Alpe di Succiso è una montagna su cui abbiamo girato davvero tanto, prima con piccozza e ramponi, poi con gli sci da alpinismo in primavera, infine mettendo insieme le due attività. Non si tratta per forza di tribolate fini a se stesse: spesso per le condizioni tipiche dell'Appennino (vento, neve rigelata molto dura) risulta più rapido salire con gli sci in spalla, e se si scelgono i canali più ripidi e diretti si guadagna tempo.
Sabato mattina le vette del crinale fumano, il che non è mai un buon segno... significa che su il vento è forte e ha spazzato la neve a suo piacimento. Infatti rispetto alla settimana precedente le condizioni sono peggiorate: nel bosco non c'è più la bella polvere leggera della scorsa settimana a causa del netto rialzo termico di metà settimana, e nelle zone scoperte in quota ci sono molte più zone pelate a tutte le esposizioni. L'unica nota positiva è che si parte ancora sci ai piedi da Ucciso Nuovo (1000 m scarsi), il che non capita così spesso negli ultimi anni: infatti ci sono molte auto parcheggiate in paese e altre ne arriveranno.
Superato il bivacco del Rio Pascolo (1580), incontriamo ragazzi che scendono riferendo di condizioni improponibili sul crinale... puntiamo così direttamente alla vetta dell'Alpe senza passare dalla via normale della Sella del Casarola. Battiamo traccia lungo i pendii nord est su neve riportata, la quantità è poca e il legame con gli strati sottostanti sembra buono. In attesa che ci raggiunga un amico che ha avuto un imprevisto prima della partenza, facciamo una prima discesa su questo versante, che nella parte alta sembra avere conservato qualcosa di simile a polvere. Potremmo tranquillamente fermarci dopo i primi 100 metri ma stupidamente proseguiamo la discesa su crostaccia fino al pianoro al centro del vallone... amen, ora le gambe sono calde e siamo pronti a risalire sulla stessa traccia insieme all'amico che nel frattempo è arrivato.
Vallone del Rio Pascolo
Discesa dai pendii nord est
Intanto sembra che il vento in cresta si sia un po' calmato. Saliamo fin dove riusciamo sci ai piedi, poi cambiamo assetto e risaliamo un canalino che dovrebbe risparmiarci un po' di cresta ventosa. Subito notiamo la differenza tra gli speroni e i bordi del canale, dove la neve nuova è volata via ed è rimasta quella vecchia durissima , e il centro del canale, dove si è accumulata la nuova. Sta a noi scegliere se proseguire in punta di ramponi o più faticosamente nel canale da tracciare... verso la fine il fosso si impenna, due piccozze farebbero più comodo e quasi tutti traversiamo a sinistra aggirando la parte più ripida e rocciosa. Un ultimo strappo e siamo in cresta al sole!
Condizioni squisitamente appenniniche... neve marmorea vicino a quella riportata
Qualcuno la prende dritta per dritta...
...io preferisco traversare!
Arrivo sulla cresta est e vento appenninico!
Nel frattempo sono le 14 passate e una delle discese che puntavamo, il versante sud est, è fin troppo cotto. Raggiungiamo così la vetta dell'Alpe (2017m) affacciandoci sulla discesa più classica, il canalone ovest: questo ci sembra invece un po' troppo scoperto; ricorriamo così al piano C, in realtà la discesa che fin dall'inizio mi sembrava più papabile... il canale sud ovest. Non ci siamo ancora tolti i ramponi e gli sci dallo zaino, e ci tocca tenerli anche nella prima breve parte di discesa.
Vetta dell'Alpe di Succiso e vista sulle Apuane: gli amici scrutano perplessi il canalone ovest...
Vento!
Una volta che ci affacciamo sul pendio lo reputiamo sì magro ma tutto sommato fattibile, quindi spelliamo lottando un po' col vento e la posizione non proprio comoda. Nella parte iniziale la neve tende molto a cedere sotto le curve, per la pendenza e la pesantezza... sarebbe stato meglio scendere un'oretta prima con questo caldo! La quantità comunque è veramente esigua, e con queste condizioni secondo noi è più rischioso toccare o scivolare su lastre di neve ghiacciata che non provocare qualche scarica. Dopo questa prima parte un po' delicata su pendio aperto il canale inizia ad incassarsi regalando una sciata finalmente fluida su neve uniforme... ma ecco l'inghippo! La strettoia che durante le altre discese avevamo aggirato, oggi ci tocca affrontarla direttamente, siccome i pendii a lato sono praticamente senza neve. Fino all'ultimo procediamo col dubbio di dover togliere gli sci, ma la striscia di neve c'è, sufficiente per scendere a scaletta o derapare con molta cognizione, più che altro per rispetto degli sci nuovi di pacca! Essendo stato io ad andare a vedere, mi concedo il lusso di scendere per primo sfruttando una maggiore quantità di materia prima. Superato il tratto più stretto, scatto di volontà, saltino e giù!
Canalone sud ovest: pendio iniziale
Verso la strettoia, sullo sfondo Punta Buffanaro e le cime del parmense
Il piegatore del gruppo fa un po' di teatro
Lì dentro però piegava meno!
Comincia la parte più divertente, peccato sia un po' poca la neve
A destra il sud ovest appena sceso, imboccato a poco meno di 2000 metri e seguito fino a 1350. In diagonale a sinistra scende l'ovest, più sostenuto
Una volta ricongiunti, possiamo goderci la parte inferiore del canale, sempre bellissima ma con qualche squalo insidioso qua e là. Solo negli ultimi 100 metri la neve diventa oggettivamente troppo cotta. Raggiunto il bosco presso il bivacco Ghiaccioni (1340) il gruppo si divide: in tre scendono verso Succiso nuovo seguendo il sentiero di fondovalle, mentre in due ripelliamo verso la sella del monte Acuto. Non seguiamo il sentiero CAI estivo, ma rimaniamo più prossimi al crinale seguendo prima pendii aperti poi vaghi canali nel bosco. Usciamo sul crinale con la magnifica luce del tramonto, dove gli Orb fanno risaltare la linea e il colore sgargiante. La luna quasi piena compare dietro l'Alpe facendoci compagnia nelle prime curve verso il lago del monte Acuto e il rifugio Sarzana dove passeremo la notte. Purtroppo il tratto di pratoni-biliardo è breve e presto ci tocca infilarci in un bosco che sarebbe magnifico con la polvere, mentre con la crosta non portante di stasera impone una sciata di sopravvivenza, almeno a uno scarsone come me... un ultimo passaggio tra i faggi e poi giù dritti a tutta velocità sul lago ghiacciato, accolti dall'abbaiare di Tao, il cane del rifugista.
Parentesi ravanage: i Ghiaccioni sono uno dei posti con più guadi che conosca
Tracce simpatiche
Arrivo sul crinale
Il versante ovest di Punta Buffanaro, una delle montagne più belle e scomode del nostro crinale
Quanto sono belli con questa luce!
Peccato sempre sto c...o di vento!
L'Alpe e la Luna
Rifugio Sarzana
Il Città di Sarzana è un rifugio molto spartano, che necessiterebbe di qualche miglioria strutturale... la sua posizione defilata e non comodissima non aiuta, ma tanto di cappello al rifugista che tiene aperto per tutti i weekend d'inverno, ricevendo scarse visite. Non è il caso di oggi: vuoi per la lunata, vuoi per le temperature un po' meno rigide rispetto al fine settimana precedente, vuoi perché seppur brutta e poca la neve c'è, con anche noi il rifugio è quasi al completo (20 persone). Dopo cena abbiamo ancora un po' di energie per rimettere le pelli e fare un altro giro alla Sella accompagnati da Tao, che conosce la traccia meglio di un GPS e continua a fare avanti e indietro veloce e carichissimo! Lo spettacolo in effetti vale la fatica, si procede bene anche senza frontale. Avevo portato con me la reflex ripromettendomi di fare qualche foto con le lunghe esposizioni una volta sul crinale, ma fa troppo freddo e c'è ancora vento... così purtroppo rimarrà nello zaino. La discesa non è migliore rispetto a quella di qualche ora prima, in alto si sopravvive su crosta portante ma nel bosco è pura sopravvivenza con anche l'aggravante del buio; Tao sembra quasi annoiato, sarebbe già arrivato al rifugio probabilmente mentre noi ravaniamo cercando di schivare i faggi nel modo meno peggiore! Torniamo in tempo per goderci ancora la stufa e due chiacchiere, poi è ora di andare a letto.
Il mitico Tao, razza "pastore delle Apuane" con le Apuane sullo sfondo! (secondo me è un ibrido con iena...)
...CONTINUA!