4 medici, quattro trattamenti diversi.
partiamo dal primo, che nonostante la mia età non più giovane vuole suturare il menisco. E ciò richiederebbe un mese e mezzo di stampelle e mesi di recupero. Crociato ok
poi viene il Rizzoli, che vorrebbe resecare la parte danneggiata e rifare il crociato. Idem come tempi di recupero lunghi,
poi viene Un terzo che vorrebbe solo resecare la parte danneggiata, ma senza toccare il crociato. Recupero rapido.
infine l’ultimo che dice che la lésione meniscale è minimale e lascierebbe stare. Che tanto non c’è edema, non c’e dolore serio e comunque entrando più che resecare la parte danneggiata non potrebbe fare, ma ogni volta che si entra si rischia di favorire l’ artrosi. E se nin fa male più di tanti è meglio lasciarlo stare. Al massimo un tutore a compressione per lo sci.
Analisi di scenario, se ho capito bene:
Menisco solo 1 su 4
Crociato solo 1 su 4
Resezione menisco 2 su 4
Non sono medico. Aspetta che intervenga chi ne sa di più.
Io però non capisco una cosa: l'esame del crociato mi pare semplice ed obbiettivo. Come è possibile proporre l'intervento sul crociato se l'esame è negativo? Non capisco davvero: infatti 1 su 4.
L'ultimo (4) mi pare si basi su indicatori soggettivi, di sofferenza minima e gestibile. E' un approccio che personalmente ho conosciuto, anche se non in riferimento a problemi articolari. Nel caso sei tu a valutare quando la situazione non è più sopportabile.
Però potresti provare a seguire quanto suggerito, anche se i precedenti familiari ti fanno temere il peggio ma non è detto che accada. Forse verificare l'effettivo contenimento dei sintomi potrebbe darti sicurezza per il futuro.
Per la mia esperienza di paziente, il discorso che più tocchi più favorisci l'artrosi precoce sicuramente ha senso, e l'ho già sentito (detto a me) più volte da varie figure professionali (ortopedico, fisioterapista...). A me lo fecero per un tendine rotuleo talmente calcificato da essere ormai quasi osso (Osgood Schlatter giovanile) e che darebbe più problemi ad operarlo ora.
Da semplice paziente mi pare prudente e conservativo l'approccio del 4, che comunque non esclude se necessario futuri interventi più incisivi. E una risorsa in più, non una in meno.
Non mi ispira per niente chi vede un crociato lesionato; che altri non contemplano proprio, sebbene prevedano comunque di entrare nell'articolazione. Mah... Forse è un fenomeno e gli altri 3 non sanno riconoscere un crociato lesionato?
Ragionerei su questi elementi, oltre che sull'empatia personale.
Se passi per Roma posso suggerirti 3 nominativi tutti di ambito sportivo (calcio e rugby) e tutti intervenuti su me o familiari stretti: 1 di questi riceve anche a Milano, gli altri non lo so.