Lindsey Vonn protesi al ginocchio

Ci sono diverse tipi di protesi e diversi modi di intervenire.
Ci sono protesi totali e mono compartimentali.
Gli interventi sono molto meno invasivi el a durata è notevolmente aumentata rispetto a qualche anno fa', adesso si parla anche di 20/25 anni.
Su un atleta giovane con masse muscolari ancora molto sviluppate (credo) penso che possa andare avanti ancora per parecchio tempo ovviamente niente di paragonabile a quanto faceva nel periodo agonistico.
 
Quindi non e’ la durata del materiale della protesi a determinarne la durata, ma la durata dell‘osso su cui la protesi è impiantata?
Molto spesso capita in moltissime osteosintesi una osteopenia periferica all'impianto, stessa cosa su impianti articolari. E questo quando va bene, quando va male l'infezione periferica da biofilm colonizza l'impianto e non lo libera più nonostante antibioticoterapia, portando ad una metaplasia ossea periferica, quando va bene. Tutti gli interventi hanno una prognosi diversa, indipendentemente dalle protesi impiantate. Ma quando non c'è alternativa, la scelta è obbligata. Di certo ritornerà a sciare ma a livello turistico, e non perchè non possa muscolarmente e motoriamente farlo, ma perchè la protesi di ginocchio non ha per sua natura la natura spongiosa della midollare che funge da ammortizzatore naturale alle forze multidirezionali e se fa una "cappella, rischia di eradicare l'impianto rendendo inservibile l'area ricevente.
 
Be' certo, è chiaro che se meccanicamente le sollecitazioni rimanessero le stesse andrebbe incontro a rischi.

Il problema è la prevenibilità degli eventi: magari tra fare jogging e sciare ci sono differenze (pensa se vieni centrato).
Rimane il fatto che 'sta gente è difficile fermarla.
 
Ma con la protesi parziale, supponendo che sia parziale, potrà sciare turisticamente? E per quanto tempo prima di dover fare la totale? Non credo che con la protesi totale sia saggio sciare. Ma spero di essere smentito.
 
Mio suocero e diversi suoi amici hanno protesi (non so se qualcuno ha la totale o tutti la/le parziali), comunque lui dopo aver passato gli 80, fatto la protesi dell'anca e avere artrosi ovunque ha mollato, gli altri un po' più giovani continuano a sciare. In pista e fuori.
 

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Non che non si possa sciare con la protesi totale, ma da quello che so e’ un bel rischio. Perché mentre la protesi parziale e’ aggiunta, limandola, a una delle teste del femore, la totale e’ infilata dentro la parte cava del femore ( come la protesi dell’anca ) . Per cui se cadi male rischi che la parte inferiore del femore letteralmente esploda. ed A quel punto, anche vista l’età solitamente avanzata, non si recupera più neanche a camminare. Anzi, da quello che so la frattura del femore e’ una delle prime cause di morte oltre gli 80.
 
io però, da sportivo del divano, non capisco come sia possibile che un agonista arrivi ai massimi livelli senza avere una gestione di lungo tempo della propria situazione fisica. infondo le articolazioni gli servono per guadagnarsi il pane quindi se vogliono massimizzare la carriera dovranno anche gestire infortuni e recuperi.
cioè si inizia già da bambini la attività sportiva, ok io ho le caviglie di legno e ciao ma per tutti quelli che vi dedicano la carriera sarà inevitabile incappare in infortuni, ai 18-20 anni il professionista dovrebbe essere più che esperto nel valutare i recuperi e le sollecitazioni, interventi di ricostruzione ecc....
oppure è inevitabile spingere al massimo fino al "consumo" delle cartilagini?
 
Credo siano 2 aspetti diversi.

Io sono uno sportivo da divano ed ho le cartilagini "consumate" per motivi probabilmente genetici, si vede che produco poco liquido sinoviale.
Invece in caso di traumi alle articolazioni, e ripetuti, poi con carichi di lavoro enormi, la cartilagine si danneggia e spesso non si può ripare e deve essere anche asportata per cui si assottiglia sempre di più, e l'articolazione non lavora più bene e correttamente secondo Madre Natura (artrosi precoce) - anche se assistita da performance muscolari straordinarie - e questo produce ulteriori traumi.

Probabilmente i carichi di uno sportivo top mondiale costituiscono un overuse che determina invecchiamento precoce: mi pare sia molto frequente in tutti gli sport, che chi abbandona abbia esistenza connotata da dolori e problematiche tipiche della terza età (artrosi appunto, ma anzitempo).

Avevo letto anni fa un'intervista ad Agassi che diceva dopo aver lasciato il tennis di essere assalito da dolori atroci, che controlla solamente tenendo alti i carichi di lavoro muscolare.
Il mio fisioterapista mi diceva che Van Basten è stato forzato a prendere cortisonici ed antidolorifici per farlo giocare sempre, malgrado una debolezza sicuramente congenita, e non aveva più cartilagini. Idem Ronaldo che però non ricordo che problemi avesse.
Un altro che ha sempre sofferto enormemente con entrambe le ginocchia, anche giovanissimo, era Paolo Rossi che nel 1982 era costretto al recupero in bagni di ghiaccio: evidente aveva una debolezza congenita.

Per il discorso che fai tu - e che condivido, però per un top mondiale è difficile mollare - non mi piace affatto la gestione dei ripetuti infortuni di Sofia Goggia.
 
Scusa, ma se la settimana prossima avessi il gigante delle olimpiadi e ti fa male da morire che fai? Ti sei preparata un anno intero. La prossima occasione, se ci sarà, sarà fra 4 anni. Fai l’unica cosa possibile. Una bella infiltrazione di cortisone, che ti sfiamma tutto, ma si mangia la cartilagine. Lo fai uno, due, tre volte… poi ciaone ginocchio.
 
Il cortisone mi risulta che danneggi sicuramente i tendini, le cartilagini non so (e purtroppo non certo con 4 infiltrazioni "normali").
Il problema è se insieme ci metti anche un anestetico (e non certo a dosi standard, per un gigante e relativi allenamenti). Io infiltrazioni di cortisone e lidocaina alle spalle ne ho fatte e dopo un po' non ti fanno più nulla se il dolore è molto acuto, e certo non facevo le olimpiadi, ma sono tornato da una settimana bianca tirando giù dal letto il medico che mi ha fatto dose doppia di lidocaina (dopo 8 ore di guida che per una cuffia rotatori sono micidiali).
 
ma è certamente così, ci mancherebbe. mi capita di sentire anche diversi sportivi di livello molto ma molto lontano dal top avere prima dei 40 problemi di ogni tipo. ed è gente che al massimo ci ricava in premio un prosciutto e un giorno di permesso.
comunque è una situazione che mi perplime perchè l'agonista vede la sua carriera già in tenera età, pensa a quello sapendo che deve giocarsi bene le carte per un certo numero di anni. di vari amici di infanzia che hanno provato la strada negli sport più disparati esattamente 0 sono arrivati ai massimi livelli...

io sono andato da centinaia di esperti per le caviglie ed ogni volta che mi hanno consigliato un intervento conservativo poi mi chiedevano se avessi avuto necessità di accelerare i recuperi. ecco se io fossi uno sportivo mi verrebbe subito da domandare quali siano le controindicazioni ad accelerare i recuperi, sentirei 3 pareri diversi, seguirei le ricerche statistiche e via dicendo.

certo settimana prossima ho l'olimpiade e mi cambia tra essere il top oppure rimanere un pelo sotto, con conseguenze probabilmente enormi di sponsor ecc...
tanto magari il pensiero è che oltre una certa età la carriera sia comunque esaurita... boh! devo comunque considerare che esiste una vita dopo lo sport.
cioè forse soltanto il motorsport permette di prolungare le carriere ad alto livello.
 
Sono d'accordo.... Ma noi non siamo agonisti, credo che senza quel tipo di mentalità non usciresti dalla mischia.
Motorsport, forse fisicamente sì... Ma pure lì pare sia difficile rinunciare all'adrenalina.
 
Lo sci comunque è uno sport piuttosto bastardo in questo ambito
Nel senso che la stagione dura pochi mesi, viene naturale "cercare di resistere" fino a fine stagione o quasi, sapendo che poi per un po' di mesi si può lavorare sul recupero. E lì arriva la fregatura..
 
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