Quelle seggiovie monoposto che ci piacevano tanto

La monoposto sembrerebbe Marchisio, ma si vedono dei plinti a lato come se prima ci fossero stati dei pali a portale...
Cosa mi dicono gli storici a riguardo?

Un po' di storia qui:

http://retrofutur.org/retrofutur/app/main?DOCID=100002620

Un po' di foto qui:

http://www.sommerschi.com/forum/viewtopic.php?f=9&t=2377&p=38447&hilit=pirovano+ESL#p38447

Altre foto e la conferma che era Marchisio qui:

http://www.sommerschi.com/forum/viewtopic.php?f=8&t=144&p=1100&hilit=pirovano+ESL#p1100
 

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Visualizza allegato 55146

La monoposto sembrerebbe Marchisio, ma si vedono dei plinti a lato come se prima ci fossero stati dei pali a portale...
Cosa mi dicono gli storici a riguardo?

Allora, sembra che quei plinti fossero le fondamenta di una stazione intermedia, di cui le rovine più in basso sulla destra potrebbero essere i resti.


EDIT: anzi no, dovrebbe trattarsi delle fondamenta di una costruzione con tettoia sotto la quale passava la seggiovia all'intersezione con la gabbionvia per evitare che oggetti caduti da quest'ultima finissero sulla testa dei passeggeri della seggiovia


@ PaoloB3: la tua foto ha scatenato un vero e proprio dibattito su sommerschi.com
 
Ultima modifica:
Dopo la bellezza di 36 (!) anni, sono risalito su una seggiovia monoposto, la scorsa settimana, nel magnifico centro sciatorio di Frabosa Soprana (il Monte Moro è salito di colpo in vetta alla mia personale classifica delle stazioni sciistiche). Per celebrare l'occasione mi sia consentito di pubblicare qualche foto....

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Se non fosse per quei dannati falconi che deturpano la purezza dei sostegni Marchisio ....
 
Che emozione quell'impianto! Penso che andrebbe publicizzato di più, in un'epoca in cui il vintage talvolta attira di più del moderno.
E le sue piste, strette, su fondo naturale e intervallate da stradicciole senza traccia di reti di protezione o rialzi di terra.
Sembra proprio di sciare negli anni 60.
Hai provato anche la Pasquireaux con le seggiole di legno a cucchiaio? :wink:
 
Hai provato anche la Pasquireaux con le seggiole di legno a cucchiaio?

Come avrei potuto non salirci su?


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Che emozione quell'impianto! Penso che andrebbe publicizzato di più, in un'epoca in cui il vintage talvolta attira di più del moderno.
E le sue piste, strette, su fondo naturale e intervallate da stradicciole senza traccia di reti di protezione o rialzi di terra.Sembra proprio di sciare negli anni 60.


Sante parole!

Aggiungiamo:

Totale assenza di segnaletica. Per capire da dove passare per scendere a valle bisogna chiedere agli indigeni (quelli da me consultati tutti disponibilissimi e orgogliosi di mostrare al forestiero il loro Monte Moro e seggiovia). Se penso alla cartellonistica autostradale del Sellaronda, la differenza non potrebbe essere più grande.

Il ritmato flop flop flop lasciato dal passaggio della fune sulle rulliere di ritenuta ben ingrassate ... salire cogli sci in braccio alla maniera degli antichi pionieri e liberi di dondolare i piedi ... sentirsi soli nel risalire lenti, a poca distanza dal suolo, in mezzo a un magico bosco di castagni (sì, castagni, quanti sono ad aver sciato nell'orizzonte climaxico della castanea sativa?) faggi, pecci, abeti, betulle, larici, pini ...

Panorami ineguagliabili. Tutto il Mondolè, e il Monte Moro non fa eccezione, è un gigantesco balcone sul Piemonte e la Pianura Padana. La piramidona del Monviso sempre là davanti sullo sfondo. Ma coll'occhio si arriva fino alla Lombardia e al Veneto (starli è riuscito a fotografare Bernina e Adamello, ben riconoscibili nelle foto a infrarossi).

La discesa a valle per le piste naturali, come le ha ben descritte ste, è impagabile. Non va percorsa velocemente, ma centellinata in modo da assaporarne ogni prezioso dettaglio ... (e che figata scendere da ultimo tra le cascine ...)
 
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