Freeride e valanghe

E cosa ho cercato di spiegare disperatamente a polvo polvo ed altri? A proposito di hot spot ???????????

il concetto mi era già chiaro anche prima che fossero chiamati hot spot, ma a me da fastidio la mancanza di dettagli fondamentali per poter identificare zone potenzialmente pericolose.
ipoteticamente in suddette zone è proprio meglio non andarci, secondo me , ma comunque capita anche in zone sicure o presunte tali, in base anche alla velocità e interpretazione della linea di salita e discesa.
quello che ho capito da una discussione è che nessuno ha voglia di aggiornar i dati dei campi neve e fare le analisi che il protocollo aineva dovrebbe dare.
 
secondo me la velocità e fluidità in discesa sono un bene

sovraccarichi di meno il pendio perchè freni di meno....e poi in casi di distacco se vai forte è più facile uscirne....non sempre riesce ma se scendi a curvette non esci sicuro


Naturalmente daccordo.
La velocità e la fluidità rappresentano due concetti importantissimi sia da un punto di vista di carico/pressione sul manto nevoso che da quello puramente di fuga dalla lingua valanghiva in movimento.
 
secondo me la velocità e fluidità in discesa sono un bene

sovraccarichi di meno il pendio perchè freni di meno....e poi in casi di distacco se vai forte è più facile uscirne....non sempre riesce ma se scendi a curvette non esci sicuro

Meglio ancora non cadere!. In caso di caduta la forza esercitata sul manto nevoso e' 10 (o piu') volte piu' alta che quella che si esercita sciando.
 
assolutamente d'accordo

e aggiungo...non saltare quando si vede un pendio instabile

verificato di persona sabato....in zona però sicura...ho saltato un cambio di pendenza nel bosco e all'atterraggio intorno a me tante simpatiche crepe.....ma andando abbastanza forte non mi ha manco sbilanciato e comunque non ha preso velocità perchè non c'era pendenza e il bosco era sufficientemente fitto

se l'avessi fatto fuori dal bosco sarebbe venuto giù l'intero pendio
 
con pendiopotenzialmente instabile, in discesa, anche le curve nn andrebbero " caricate" troppo

da prove effettuate con strumenti specifici il carico sul manto nevoso effettuato da uno SB è maggior di quello effettuato da uno sciatore
 

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secondo me la velocità e fluidità in discesa sono un bene

sovraccarichi di meno il pendio perchè freni di meno....e poi in casi di distacco se vai forte è più facile uscirne....non sempre riesce ma se scendi a curvette non esci sicuro
sono le stesse parole che mi aveva detto dean cummings oltre 3 anni fa quando si era affrontato il discorso valanghe......
 
zenbo77 ha detto:
Mi hanno detto che i carichi sono più alti in salita che in discesa (salvo cadute).
QUOTE]

Io invece ricordo che in discesa il peso esercitato dallo sciatore è maggiore: 4 o 6 volte il peso contro 2 volte il peso quando si è in salita. A pensarci mi sembra anche logico, boh...
 
zenbo77 ha detto:
Mi hanno detto che i carichi sono più alti in salita che in discesa (salvo cadute).
QUOTE]

Io invece ricordo che in discesa il peso esercitato dallo sciatore è maggiore: 4 o 6 volte il peso contro 2 volte il peso quando si è in salita. A pensarci mi sembra anche logico, boh...

I carichi sono piú alti in discesa che in salita. Comunque é anche importante essere distanti uno dall'altro, perché altrimenti i carichi si molteplicano.

vedi
http://www.bergwacht-bayern.org/uploads/media/Unterlagen_Streibel_1.pdf

salita: 1-2x peso del corpo
salita zigzag: 2-3x
discesa a curve strette: 4-5x
cadute: 6-7x
 
Ultima modifica:
Il concetto espresso da Zenbo qui sotto, spiega perfettamente il problema e risponde a tutti i dubbi degli utenti.



In effetti, un pendio innevato e sovraccaricato è proprio come una superficie di vetro, se uno sciatore imprime il proprio peso su punti forti non accade nulla, se invece si taglia (in qualsiasi direzione) la superficie passando velocemente arrivando al punto debole, si stacca tutto come fosse uno vetro.
La sezione di pendio soggetta a distaccamento è gia ben delineata, naturalmente non ai nostri occhi ma sotto il manto nevoso, esistono dei punti critici come se fossero proprio delle microfratture, questi, delineano gia la porzione soggetta a distaccamento.
In discesa non si può far nulla, è inutile cercare delle linee potenzialmente migliori e paradossalmente, risulterà migliore effettuare una discesa diretta e stretta (pur imprimendo più pressione) che una ampia, questo perchè il campo di discesa sarà più circoscritto e piccolo diminuendo la possibilità di andare a toccare i vari punti critici posti sul pendio. Per la salita vale lo stesso discorso, più si prendono linee lunghe e tagliate e più si ha la possibilità di passare sui punti critici soggetti a distaccamento.

Naturalmente rimangono sempre le stesse regole:
Attenzione agli sbalzi di temperatura;
Attenzione sui pendii sovraccaricati;
Attenzione sui pendii molti ripidi;
Attenzione sui pendii esposti ad un maggior irraggiamento solare;
Controllare sempre il tipo di manto nevoso su cui si scia;
Controllare il pendio e la sua conformazione;
Attenzione sui pendii molto larghi ed ampi perchè la neve può non riuscire a legarsi in grosse zone;
Attenzione anche ai pendii stretti e chiusi dove, effetti di vento tipo venturi possono causare o agevolare il distaccamento.

Appunto quello che volevo dire io ,discesa diretta e stretta piuttosto che ampia con lunghi tagli del pendio come invece spesso vedo fare.
 
in sostanza la domanda è:
in discesa è meglio veloce leggero fluido aperto oppure lento pesante saltato controllato?

trattasi forse di questione meramente filosofica (scuole di pensiero)....
oppure (come credo) la tecnica di discesa da adottare dipende dalla specifica situazione qui-ora?

:Y

Leggero e fluido ma non ampio ,conosco guide alpine che ti scendono un pendio in maniera leggere e fluida con una serpentina larga si e no un paio di metri senza smuovere chissa che di neve .
 
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