Italia vs il resto del mondo

Perché? Dove si trova questo cartello nello specifico e soprattutto come è possibile/che senso ha dato che a Verbier è pieno di piste/itinerari non battuti?
Era ma forse si trova ancora alla partenza del Canalone di MADESIMO…si legge anche sul cartello…canalone e camosci..

una volta il Canalone era considerato una Pista…forse se non la più bella una delle più belle in assoluto delle Alpi..per l’ambiente e la neve nonché il fatto che non venisse battuta… cosa che in svizzera o Francia continua ad essere una frazione delle piste con itinerari assistiti almeno, in Italia invece l’effetto dolomiti, appiattimento totale delle condizioni naturali delle piste la fa sempre più da padrone…


troppo troppo controllo su tutto, troppe facilitazioni e di conseguenza un approccio troppo assistenzialista
 
Perché? Dove si trova questo cartello nello specifico e soprattutto come è possibile/che senso ha dato che a Verbier è pieno di piste/itinerari non battuti?
Il cartellone del mio avatar era posto all’inizio del Mitico Canalone di Madesimo, classico itinerario turistico, veniva bonificato poi erano fatti tuoi.

Ciao
 
Infatti il tema della discussione del post verte sull approccio o meno al fuoripista nei resort che in altre realtà è permesso e regolato,e non della sua attività in generale
Dal mio personalissimo punto di vista "fuoripista" e "resort", sono termini che nella stessa frase non coesistono con tranquillità.

In ambito "resort" puoi avere piste non battute e non lavorate, con la logica conseguenza che in periodi come questo scarsi di neve ci fai poco. In nord america per quanto ne so non hanno gran problemi di innevamento ed il problema non si pone.
In altri casi come ad esempio i resort dove pratichi eliski, l'attività è controllata e regolata in quanto l'uscita si svolge in gruppo e con guida.

Da noi come regoli il tutto? Dove finisce la responsabilità del gestore ed inizia quella dello sciatore? Ma sopratutto chi paga la messa in sicurezza e chi risponde in caso di incidenti?
E ancora, in base a quale criterio il tracciato sarà aperto o chiuso? In base al bollettino neve? In questo caso rimarrà chiuso per un buon 75% delle giornate in cui si va a far freeride.
 
Dal mio personalissimo punto di vista "fuoripista" e "resort", sono termini che nella stessa frase non coesistono con tranquillità.
ma invece io penso proprio il contrario…

” FUORIPISTA” a me come significato rimanda prorpio al territorio non battuto nell’interno di un resort…

poi se é controllato bonificato molto meglio


per tutto il resto c’é il FREERIDE.. e/o Skialp, touring, HELISKI….etc
 
Dal mio personalissimo punto di vista "fuoripista" e "resort", sono termini che nella stessa frase non coesistono con tranquillità.

In ambito "resort" puoi avere piste non battute e non lavorate, con la logica conseguenza che in periodi come questo scarsi di neve ci fai poco. In nord america per quanto ne so non hanno gran problemi di innevamento ed il problema non si pone.
In altri casi come ad esempio i resort dove pratichi eliski, l'attività è controllata e regolata in quanto l'uscita si svolge in gruppo e con guida.

Da noi come regoli il tutto? Dove finisce la responsabilità del gestore ed inizia quella dello sciatore? Ma sopratutto chi paga la messa in sicurezza e chi risponde in caso di incidenti?
E ancora, in base a quale criterio il tracciato sarà aperto o chiuso? In base al bollettino neve? In questo caso rimarrà chiuso per un buon 75% delle giornate in cui si va a far freeride.

Come ben spiegato da Maxxxce ,abbiamo punti di vista diversi sul significato di fuoripista , tanto da mescolare eliski e meteo e quand altro.Senza nessuna polemica sia chiaro
 

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Il cartellone del mio avatar era posto all’inizio del Mitico Canalone di Madesimo, classico itinerario turistico, veniva bonificato poi erano fatti tuoi.

Ciao

La gestione del Canalone, decantato da Buzzati e frequentato anni fa da famiglie con pargoli, è uno dei segni più evidenti dell'involuzione di cui parlo.

PS: sottolineo anche la differenza tra scrivere, chiaro e tondo, "So' caxxi tuoi" e scrivere che "lo sCiAnte pErcOrREnte detto canalone dichiara di assumersi, in toto, le proprie responsabilità, secondo le norme vigenti riportate all'articolo 434'325 comma 321'432, bis ter quater, e l'ordinanza xysrdasdf di una parola come VICESINDACO"
 
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No no , intendo fuori appunto (che di base è argomento del topic). Il web è sempre pieno degli aspetti belli dell’attività ma se non ricordo male in un report di Martino Colonna e soci furono portati in “questura” e sgridati ben benino. Pubblicarono anche diverse foto con cartelli di divieto (incomprensibili ovviamente).
Per quanto riguarda il Giappone, se parliamo di sci fuoripista servito da impianti, succede non così raramente, che ci siano aree che vengono chiuse, ma solo momentaneamente, per poi essere riaperte appena vengono controllate.
Per lo meno in Hokkaido (Rusutzu, Moiwa, Furano).
Poi ci sono comprensori come Asahidake che sono serviti da un unico impianto ma che di fatto non vieta mai l'accesso all'area. Tant'è che un giorno che era chiusa la parte alta, mia moglie con guida si sono fatti un giro con le pelli senza problemi.

Discorso del Giappone è molto complesso, perché di base non esiste il soccorso alpino operante al di fuori delle piste battute e tale servizio di fatto è demandato all'esercito che però non è preparato in merito per il semplice fatto che culturalmente in Giappone non è accettato mettersi nei casini facendo attività potenzialmente a rischio.
Ecco perché vedrete tanti giapponesi sciare in fresca a bordo pista, ma pochissimi che si avventurano con le pelli.

Non solo, non concepiscono fare impianti che potrebbero servire discese stupende ma potenzialmente pericolose, di fatti non ne esistono.
 
io la vedo un po diversa... A me sembra che oggi in rapporto ci sia molta più gente che scia fuori pista rispetto a 30/40 anni fa. Oggi c'è gente che con qualche mese di esperienza corre a comprare l'ultimo fat di grido, e senza cognizione alcuna si avventura in ambienti a rischio. Spesso si mette nei guai o ci mette gli altri.. Per non parlare dello skialp.. nei week end ormai c'è un assalto allucinante di gente che viene giù ai limite dello spazzaneve e che sale ancora peggio. Concordo con Rebelott, che il problema sta nella cultura, ma la cultura non è massificazione, la cultura dell'alpinismo, del freeride e della montagna in senso lato fuori dai resort, non è per tutti. Spesso l'esperienza la si fa con anni ed anni di duro lavoro e fatica sul campo. Oggi tutti vogliono far tutto, si vede un video estremo sul tubo, e il giorno dopo lo si vuole emulare, magari si affitta una guida e si va a fare l'Holzer tanto in voga oggi o una Valle Blanche.. con quattro curve di esperienza alle spalle.. E le guide (non me ne vogliano) gentilmente e professionalmente accompagnano. Oggi fuori dai resort se incontri 10 persone, ne trovi due che sciano.. trent'anni fa ne incontravi 2.. e quei sciavano! Il risultato è che oggi, in rapporto trovi 8 persone a rischio e per fronteggiare il problema, (visto che l'Italia è il paese dei divieti) spesso si vieta, si chiude e si disincentiva, proprio perché fare cultura in un certo modo non è semplice, e apprendere un certa tipo di cultura neanche.. ci vuole tempo e pazienza. ma il discorso sarebbe lungo e tortuoso..
 
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Le guide che conosco io ti portano a fare cose tipo l Holzer solo se ti conoscono e quindi sanno chi sei e che esperienza hai.
 
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