I rancorosi e i rosiconi

Vettore2480

VETTORE
Trovo casualmente sui social questo estratto da uno scritto che dicono essere di Cognetti, così c’è scritto, spero di non riportare inesattezze:

“Ma lo sanno gli sciatori come si fa una pista da sci? Io credo di no, perché altrimenti molti di loro non sosterrebbero di amare la montagna mentre la violentano.
Una pista si fa così: si prende un versante della montagna che viene disboscato se è un bosco, spietrato se è una pietraia, prosciugato se è un acquitrino; i torrenti vengono derivati o incanalati, le rocce fatte saltare, i buchi riempiti di terra; e si va avanti a scavare, estirpare e spianare finché quel versante della montagna assomiglia soltanto a uno scivolo dritto e senza ostacoli.
Poi lo scivolo va innevato, perché è ormai impossibile affrontare l’inverno senza neve artificiale: a monte della pista viene scavato un enorme bacino, riempito con l’acqua dei torrenti d’alta quota e con quella dei fiumi pompata dal fondovalle, e lungo l’intero pendio vengono posate condutture elettriche e idrauliche, per alimentare i cannoni piantati a bordo pista ogni cento metri. (…)
Davvero non lo sanno? Non vedono che non c’è più un animale né un fiore, non un torrente né un lago né un bosco, e non resta nulla del paesaggio di montagna dove passano loro?“


Ho scritto già da più parti che, seppur in piccola parte a volte condivido alcune critiche, questi piagnistei da rosiconi pieni di rancori a me hanno ampiamente ritto le scatole, ma non è questo il tema del post, qui desidero solo rispondere a tono, per filo e per segno, descrivendo la mia home resort dove ho sciato mezza vita e che non cambierei con nessun’altra per dimostrare che, chi si eleva depositario della veri assoluta, non sempre per forza di cose debba aver ragione e che generalizzare non sempre è corretto.

“Ma lo sa Cognetti come è fatta la pista più importante di Frontignano, il Canalone? Io credo di NO altrimenti non avrebbe scritto queste esagerazioni che denigrano lo sci a prescindere. Hanno preso un versante e lo hanno lasciato cosi come era, non è stato disboscato infatti c’è una strettoia dove le barelle vanno e vengono di continuo, inoltre i pinetti neri che spuntano come funghi non vengono tagliati si attende che vadano sotto la neve, non è stato spietrato in quanto al centro corre un ghiaione, non è stato prosciugato in quanto non ci sono vene, le rocce non vengono fatte saltare quindi bisogna stare attenti a non stamparsi su esse come francobolli, i buchi non sono stati riempiti, nulla è stato scavato, nulla è stato estirpato c’è anche un bel ginepraio, infatti non somiglia ad alcuno scivolo ma solo ad un canalone un po’ storto con diverse divertenti contropendenze, la sua larghezza varia in funzione dello spessore del manto, ci sono ostacoli.
È possibilissimo affrontarlo senza neve artificiale poiché alla prima nevicata il vento riempie tutto e spiana pinetti, ginepri massi e ghiaioni, poi due passate di battipista (forse una sola nella strettoia) e l’ombra fa il resto, per cui la neve si mantiene fino ad aprile. Non c’è un enorme bacino, nemmeno piccolo, non c’è e non è riempito coi torrenti perché non ci sono, anche le vipere hanno sete, non ci sono condutture idrauliche, non esistono i cannoni. Davvero non lo sa? Allora venga a ciaspolare a Frontignano. Ci sono Camosci, Cervi, Cinghiali, Lepri, Gheppi, Aquile Reali, Coturnici, Fiori, Funghi, Faggi, Roverelle e Pini“.

Metto qualche mia foto del posto descritto.

Ovviamente il mio post è in parte ironico, so che parecchie piste sono rettificate, ma non è sempre e per forza così, ma soprattutto mi ha fatto sorridere leggere un j’accuse pensando alla “mia” pista che è l’esatto contrario di ognuna delle affermazioni dello scritto.

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Credo che il tizio si riferisse alle montagne industrializzate dell'AA... Mica al paradiso che c'è dalle tue parti...
Non voglio offendere l’affetto per fronti da parte di vettore (sono nella stessa sua barca per altri luoghi).

Però cerca “funivia frontignano”: anche qui abbiamo delle discrete brutture dettate da industrializzazioni umane. E ovviamente non solo a fronti, anzi poco più in là (forca canapine) è 10000 volte più impattante perché oltre agli impianti fatiscenti ed abbandonati ha un intero borgo, strutture abitative ed una intera provinciale lasciate marcire. Ovviamente tutte opere a discapito della bellezza cognettana della montagna.

Detto ciò, prima che mi si presentino scagnozzi sotto casa, mi dichiaro apertamente PRO impianti nel limite del possibile (recuperare il recuperabile, demolire l’initile, costruire poco ma costruire - il tutto facendo i conti con il cambiamento climatico). Industrializzazione estrema in AA boh… ai miei occhi non urta l’estetica della montagna: non mi sembra abbiano abbattuto chesso’ il sasso piatto per fare un parcheggio.

Una cosa però urta, quella si: l’evangelizzazione delle due sponde con la netta sensazione di difendere delle élite (sta cosa a pensarci bene molto più presente nel pellatore “irreprensibile”). Con le élite non si va da nessuna parte, solo allo scontro e all’ esaltazione del peggiore dei sentimenti: l’orgoglio.

Scusate, buona giornata, idee mie.
 
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Con la elite non si va da nessuna parte........ da sottolineare e stampare

P.S: quanto siamo anche noi elite quando denigriamo con l'epiteto di merenderos qualunque turista da montagna "impacciato"?
 
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Non è questione di rancore. E' una scelta, magari non consapevole e nata anche da quello che credo essere il suo convincimento, ma una scelta.

Cognetti ha fatto di queste sue idee il suo marchio di fabbrica. Parlo di marchio di fabbrica non a caso, essendo stato il suo libro una macchina da soldi.
Leggendo il suo libro ho notato tante imprecisioni e forzature.

Ed anche quello scritto nel testo ne ha parecchie, benchè molte di queste siano vere. Potrebbe vendere i suoi libri e se stesso con idee diverse da questa?
Un idealista, se è in buona fede, o uno che fa il suo interesse.

Ma il suo scritto fa breccia in chi le cose le conosce superficialmente, e dunque bravo lui che sa vendere il suo prodotto.
 

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Due coglioni...
cognetti piange per il disboscamento e non sa che la superficie boscosa italiana è in costante aumento, cognetti lamenta i bacini per accumulo idrico e non sa che sono una delle misure fondamentali consigliate per limitare la dispersione della risorsa nella stagione calda (evapora prima un secchio d'acqua o la stessa acqua buttata su un pavimento?) oltre a costituire un "ammortizzatore" contro le piene improvvise.
cognetti ci deve spiegare come dare da mangiare a tutti quelli che vivono con le piste da sci (turismo lento e cazzate simili servono forse a riciclare un pugno di maestri, gli altri cenano a casa del torinese finto aostano?).
 
Ovviamente il mio post è in parte ironico, so che parecchie piste sono rettificate, ma non è sempre e per forza così, ma soprattutto mi ha fatto sorridere leggere un j’accuse pensando alla “mia” pista che è l’esatto contrario di ognuna delle affermazioni dello scritto.
 
Credo che il tizio si riferisse alle montagne industrializzate dell'AA... Mica al paradiso che c'è dalle tue parti...
In realtà lo scritto così continua:
”Chi non mi crede o pensa che io stia esagerando faccia un giro attorno al Monte Rosa in estate: sciolta la neve artificiale le piste sembrano autostrade dai perenni cantieri, circondate da rottami, edifici obsoleti, ruderi industriali devastazioni di cui noi stessi malediciamo i padri. (…) Tra cent’anni la vera ricchezza non saranno le piste che abbiamo costruito, ma la montagna che abbiamo lasciata intatta”.
 
In realtà lo scritto così continua:
”Chi non mi crede o pensa che io stia esagerando faccia un giro attorno al Monte Rosa in estate: sciolta la neve artificiale le piste sembrano autostrade dai perenni cantieri, circondate da rottami, edifici obsoleti, ruderi industriali devastazioni di cui noi stessi malediciamo i padri. (…) Tra cent’anni la vera ricchezza non saranno le piste che abbiamo costruito, ma la montagna che abbiamo lasciata intatta”.

In realtà c'è una corrente filosofica-intellettual-ambientalista che è convinta che per fermare il cambiamento climatico occorre fermare la crescita economica. Quindi non allargare le superfici industrializzate ma contenerle o tutt'al più ridurle. Ad esempio un impianto è vecchio? Anziché sostituirlo con uno più performante aggiungendo piste e allungandone il tracciato, smantellarlo, se non è più possibile manutenzionarlo.

Cioè ripensare tutto il sistema economico e sociale e la ridistribuzione delle richezze. Cosa, temo, un poco utopistica, almeno nel breve-medio termine.
 
....la "decrescita felice".

Comunque Cognetti scrive come se venissero piallate le 3 Cime o il Bianco....dove si scia di solito ? Su panettoni...p.es. il Plan senza piste cosa sarebbe ? Un collinone boscoso, che metterebbe pure tristezza a vedersi probabilmente. Dove invece si va a impattare fortemente un ambiente "selvaggio" (p.es. collegamento 3cime-Padola)....ecco, parliamone.
 
Però tra una presentazione e l'altra giù in centro, sta zappando il terreno e spargendo ghiaia, per riportarlo al suo stato naturale!
 
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