L'altra voce sul clima.

Bravi coglioni!

Non sarà un caso che in pendenza dell'attuale fase di debolezza solare, si sono scatenati due inverni niente male. Magari contraddittori, come vediamo in questi giorni essendo passati dal gelo alle piogge a 2000 metri, ma comunque nevosi a bassissime quote (lo scorso anno a siena ben 3 o 4 nevicate e quest'anno la prima c'è già stata).

Proprio in questi giorni il sole sta raggranellando altri 6 giorni di fila senza macchie solari. Non so quante volte sia accaduto negli ultimi 100 anni che a ciclo ripartito (si fa per dire!) si riverifichino 6 giorni spotless, ma certamente si presenta come evento del tutto eccezionale. Il ciclo solare continua a non ingranare e nonostante che 2 anni fa venissi preso, anche qui dentro, come il pazzo o il presuntuoso o il finto scienziato della situazione, oggi cominciamo a vedere alcuni effetti a cui oramai non eravamo più abituati. In quanti dopo il tragico 2006/07 si affrettavano a lanciare allarmanti profezie di caldo, deserto ecc.. Ed io, assieme ad altri forummisti e blogger, venivamo visti come i "negazionisti"...i pazzi...i ciechi...
Oggi ci rendiamo conto che i pazzi erano altri. Quegli stessi scienziati e quegli stessi soloni che in questi anni ci hanno sbeffeggiati, derisi, presi per il culo: oggi tacciono! Oggi, tacciono!!
Tacete dunque, perchè ne avete titolo; tacete perchè ne avete diritto; tacete dunque e vergognatevi!

E dovete vergognarvi non perchè qualcuno sia più bravo di altri nel fare previsioni ma solo perchè avete violato la più basilare regola della scienza e della conoscienza: il confronto ed il dialogo. Prendendoci per pazzi avete lasciato che sul terreno dei contenuti riuscissimo piano, piano ad abbattere le vostre certezze, smascherare i vostri imbrogli, mostrare a tutti che la scienza non è verità ma mediazione.

Lo scorso anno col vostro congresso di politici e finti-scienziati, rimanevate paralizzati a Copenaghen dal gelo e dalla neve come tutto il resto d'europa, ed era patetico guardare i vostri volti negli aeroporti e nel traffico in tilt dopo aver discusso per giorni del riscaldamento globale. Quest'anno avete giustamente preferito migrare all'equatore per essere sicuri che diluviasse anzichè nevicare.
Bravi, bravi coglioni!
 
Non sarà un caso che in pendenza dell'attuale fase di debolezza solare, si sono scatenati due inverni niente male. Magari contraddittori, come vediamo in questi giorni essendo passati dal gelo alle piogge a 2000 metri, ma comunque nevosi a bassissime quote (lo scorso anno a siena ben 3 o 4 nevicate e quest'anno la prima c'è già stata).

Proprio in questi giorni il sole sta raggranellando altri 6 giorni di fila senza macchie solari. Non so quante volte sia accaduto negli ultimi 100 anni che a ciclo ripartito (si fa per dire!) si riverifichino 6 giorni spotless, ma certamente si presenta come evento del tutto eccezionale. Il ciclo solare continua a non ingranare e nonostante che 2 anni fa venissi preso, anche qui dentro, come il pazzo o il presuntuoso o il finto scienziato della situazione, oggi cominciamo a vedere alcuni effetti a cui oramai non eravamo più abituati. In quanti dopo il tragico 2006/07 si affrettavano a lanciare allarmanti profezie di caldo, deserto ecc.. Ed io, assieme ad altri forummisti e blogger, venivamo visti come i "negazionisti"...i pazzi...i ciechi...
Oggi ci rendiamo conto che i pazzi erano altri. Quegli stessi scienziati e quegli stessi soloni che in questi anni ci hanno sbeffeggiati, derisi, presi per il culo: oggi tacciono! Oggi, tacciono!!
Tacete dunque, perchè ne avete titolo; tacete perchè ne avete diritto; tacete dunque e vergognatevi!

E dovete vergognarvi non perchè qualcuno sia più bravo di altri nel fare previsioni ma solo perchè avete violato la più basilare regola della scienza e della conoscienza: il confronto ed il dialogo. Prendendoci per pazzi avete lasciato che sul terreno dei contenuti riuscissimo piano, piano ad abbattere le vostre certezze, smascherare i vostri imbrogli, mostrare a tutti che la scienza non è verità ma mediazione.

Lo scorso anno col vostro congresso di politici e finti-scienziati, rimanevate paralizzati a Copenaghen dal gelo e dalla neve come tutto il resto d'europa, ed era patetico guardare i vostri volti negli aeroporti e nel traffico in tilt dopo aver discusso per giorni del riscaldamento globale. Quest'anno avete giustamente preferito migrare all'equatore per essere sicuri che diluviasse anzichè nevicare.
Bravi, bravi coglioni!

io ti ho sempre creduto!!!!!!!!!!
 
Venghino si'iori e si'iori: la lotteria delle sciocchezze continua!!!:D e dopo il deserto che non si è desertificato, i ghiacci polari che non si sono sciolti, i ghiacciai hymalayani che sono sempre lì e anche dopo che ci avevano detto che sull alpi non si sarebbe più sciato, adesso arriva la nuova teoria!!!!
Non solo smentono la precedente profezia ma addirittura adesso ci dicono che gli inverni saranno sempre più gelidi grazie al riscaldamento globale :DDD
http://it.notizie.yahoo.com/blogs/f...-macolpa-del-riscaldamento-globale-p4542.html

Oramai è la sotria di Pinocchio: nessuno gli crede più e per tale ragione si tene a spararla sempre più grossa.

Non so se i politici volevano ottenere questo risultato ma se leggete i commenti dell'articolo vi renderete conto che la schiera degli scettici ha oramai di gran lunga superato quella degli antropici. I così detti negazionisti stanno ampiamente avendo il sopravvento. Adesso che ciò accade credo sia utile pensare a posizioni di equilibrio: da un lato un riscaldamento globale effimero, da laboratori scientifici; dall'altro lato però la necessità di riequilibrare il nostro portafoglio energetico, bilanciandolo più verso le nuove energie e verso il nucleare. Come dire: intanto traiamo l'utile e poi cerchiamo di capire il dilettevole.
 

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Magari sono l'ultimo a dover parlare, ma leggendo l'intervento di marcussiena mi sono ritrovato con quanto sapevo io: ovvero che il clima è direttamente influenzato dall'attività del sole e quindi in corrispondenza di periodi di bassa attività avremo inverni rigidi....
 
Niko la penso esattamente come te: è vero che attualmente le alte pressioni polari determinano negli ultimi due inverni frequenti sortite gelide verso sud ma le cause a cui dobbiamo imputare ciò secondo me non sono il riscaldamento polare al suolo che al massimo determina alte pressioni in bassa troposfera e al suolo ma bensì la scarsa attività solare che agisce direttamente sugli strati alti atmosferici e indirettamente sulla media e alta troposfera: qui ha sede il VP. Il suolo non c'entra nulla. La maggior dimostrazione di ciò la rappresenta il fatto che lo scorso inverno il polo nord fu decisamente freddo. Altro che caldo e caldo!! lo scorso inverno raggiungemmo la media storica dell'estensione della banchisa artica, cosa che non accadeva da un decennio!! fosse vera la teoria dei tedeschi non si capirebbe perchè la gelida invernata del 2009/10 sia coincisa con il forte raffreddamento del polo nord in quel trimestre e non si siano invece avuti inverni freddi nel decennio precedente quando invece al polo nord davvero in inverno la situazione non era rosea.
E' paradossale come la scienza anziché guardare verso l'alto si ostini a guardare verso il basso: Galileo non ha insegnato niente!
 
si preoccupano dl riscaldamento globale ma temo che nei prossimi 30 anni le maggior problematiche arriveranno da inverni mediamente molto freddi per le medie latitudini (ed egoisticamente spero anche per le basse latitudini europee :DDD )
 
si preoccupano dl riscaldamento globale ma temo che nei prossimi 30 anni le maggior problematiche arriveranno da inverni mediamente molto freddi per le medie latitudini (ed egoisticamente spero anche per le basse latitudini europee :DDD )

mi chiedo in effetti, ad oggi, se chiedessero ad un francese, tedesco, o austriaco un commento "a caldo" su questo articolo, cosa direbbero... ;)

mai generalizzare, per carità, però...
 
in questi giorni i sapientoni prepagati tireranno fuori teorie di desertisificazione del cervino....:shock:














































col caldo che fa...:DDD
 
In tutto questo discorso, mi sovviene l'efficace operazione di marketing mediatico posta in essere dal presidente attuale delle Maldive, il quale avrebbe già decretato la sommersione delle isole dell'Oceano Indiano entro qualche decina d'anni. Quindi, «Siorre e siorri, venite da noi, prima che finiamo sotto»!

Cominciamo col dire che le Maldive si formarono da 60 a 200 milioni di anni fa e, a quanto pare, sembra siano sopravvissute a innumerevoli glaciazioni ed eventi di riscaldamento globale nonché a una frenetica dinamica delle placche tettoniche, che nel frattempo ha cancellato e creato continenti. Il perché è molto semplice ed è nella media della piú bieca logica darwiniana: i coralli sono in grado di crescere nell'ordine del centimetro fino a un paio di decimetri l'anno e muoiono se affondano anche solo di pochi centimetri. Ora, nessuno scioglimento globale dei ghiacci, o nuova glaciazione, sarebbe in grado di produrre una variazione di livello delle acque globali dell'ordine del centimetro l'anno; lo stesso dicasi per le variazioni in altezza della placca.

E quindi il cerchio si chiude: ecco quindi perché le Maldive non moriranno mai; se il livello dell'acqua si alzasse (o la placca sottostante si abbassasse), i coralli, che per vivere hanno bisogno di una quantità precisa di luce e devono stare a una profondità precisa, crescerebbero e quindi riequilibrerebbero la situazione, alzando la barriera e quindi la base su cui poggiano le isole (che a loro volta finirebbero per rialzarsi); se invece il livello delle acque scendesse (o il suolo si alzasse), i coralli in superficie, colpiti da troppa luce o perché si trovano troppo a lungo scoperti durante le basse maree, morirebbero e andrebbero a creare nuova sabbia per le isole.

Insomma, a quanto pare un ecosistema tanto delicato in realtà è intrinsecamente indistruttibile; il vantaggio sostanziale è costituito dal fatto non secondario che trattasi di vita, con tutte le conseguenze di adattabilità che ciò comporta.

Malgrado ciò, Mohammed Nasheed sembra aver la meglio: provate a chiedere a 100 persone, da Scampia ai Parioli se per loro è vero che le Maldive stanno scomparendo e tutte, immancabilmente, vi diranno di sí, che ne sono certi. As seen on TV... Potenza del marketing e dei media...
 
In tutto questo discorso, mi sovviene l'efficace operazione di marketing mediatico posta in essere dal presidente attuale delle Maldive, il quale avrebbe già decretato la sommersione delle isole dell'Oceano Indiano entro qualche decina d'anni. Quindi, «Siorre e siorri, venite da noi, prima che finiamo sotto»!

Cominciamo col dire che le Maldive si formarono da 60 a 200 milioni di anni fa e, a quanto pare, sembra siano sopravvissute a innumerevoli glaciazioni ed eventi di riscaldamento globale nonché a una frenetica dinamica delle placche tettoniche, che nel frattempo ha cancellato e creato continenti. Il perché è molto semplice ed è nella media della piú bieca logica darwiniana: i coralli sono in grado di crescere nell'ordine del centimetro fino a un paio di decimetri l'anno e muoiono se affondano anche solo di pochi centimetri. Ora, nessuno scioglimento globale dei ghiacci, o nuova glaciazione, sarebbe in grado di produrre una variazione di livello delle acque globali dell'ordine del centimetro l'anno; lo stesso dicasi per le variazioni in altezza della placca.

E quindi il cerchio si chiude: ecco quindi perché le Maldive non moriranno mai; se il livello dell'acqua si alzasse (o la placca sottostante si abbassasse), i coralli, che per vivere hanno bisogno di una quantità precisa di luce e devono stare a una profondità precisa, crescerebbero e quindi riequilibrerebbero la situazione, alzando la barriera e quindi la base su cui poggiano le isole (che a loro volta finirebbero per rialzarsi); se invece il livello delle acque scendesse (o il suolo si alzasse), i coralli in superficie, colpiti da troppa luce o perché si trovano troppo a lungo scoperti durante le basse maree, morirebbero e andrebbero a creare nuova sabbia per le isole.

Insomma, a quanto pare un ecosistema tanto delicato in realtà è intrinsecamente indistruttibile; il vantaggio sostanziale è costituito dal fatto non secondario che trattasi di vita, con tutte le conseguenze di adattabilità che ciò comporta.

Malgrado ciò, Mohammed Nasheed sembra aver la meglio: provate a chiedere a 100 persone, da Scampia ai Parioli se per loro è vero che le Maldive stanno scomparendo e tutte, immancabilmente, vi diranno di sí, che ne sono certi. As seen on TV... Potenza del marketing e dei media...

un furbacchione...ma non solo lui....anche i tour operetor con prezzi folli...(si poi tu mi dirai di prendere il volo di linea passando da dubai...si ricordo...:DDD)
 
Da Doha. ;)

Ho creato un metodo infallibile: ogniqualvolta un aumento per un servizio o un prodotto supera l'aumento del mio stipendio, non acquisto piú. Cosí ho fatto per le Maldive; cosí farò prossimamente per l'Alto Adige.
 
interessante articolo su climatemonitor
http://www.climatemonitor.it/?p=17104


Tzu-Ting Lo e Huang-Hsiung Hsu sono due ricercatori del Dipartimento di Scienze dell’Atmosfera dell’Università di Taiwan ed hanno analizzato l’aumento delle temperature manifestatosi negli ultimi 20 anni del ventesimo secolo nell’emisfero Nord, pubblicando i risultati della loro ricerca in un articolo uscito su Atmospheric Science Letters (Lo & Hsu, 2010).
Tale articolo, che mi è stato segnalato da Guido Guidi (qui su CM), rientra nel filone di indagine riferito al tema delle discontinuità climatiche che sto seguendo da anni lavorando su serie storiche di dati termici (Mariani et al., 2008).
Il contributo offerto dai ricercatori taiwanesi mi pare originale in quanto ottenuto non solo analizzando le serie storiche di fonte CRU ma anche analizzando gli output di modelli GCM state of art. In particolare gli autori evidenziano che la fase di crescita delle temperature globali del periodo 1977 – 1998 (figura 1), che nell’accezione comune è nota come “global warming”, ha presentato le seguenti caratteristiche:
  1. Non ha precedenti dai primi anni ‘40 del XX secolo ed è evidente soprattutto nell’emisfero boreale in inverno, ove si manifesta con un aumento brusco della temperatura nella seconda metà degli anni ‘80, che ha interessato in particolare l’intera Eurasia e la parte nordoccidentale dell’America Settentrionale, mentre un raffreddamento ha interessato il Pacifico settentrionale e la parte sudorientale degli Usa.
  2. A livello di circolazione generale appare frutto di un brusco cambiamento di fase della grande circolazione anulare che caratterizza le medie latitudini del nostro emisfero; in particolare gli autori evidenziano le 2 principali componenti circolatorie che hanno agito e cioè Pacific Decadal Oscillation PDO (che cambia di fase nel 1977 e risulta attiva soprattutto fra anni 70 e anni 80) e Arctic Oscillation AO (più attivo ad iniziare dalla seconda metà degli anni 80) (figura 2).
Figura 1 – Diagramma delle temperature dell’emisfero Nord per il periodo 1851-2008 (fonte: http://www.cru.uea.ac.uk/cru/data/temperature/). La barra che abbiamo tracciato in basso evidenza 5 fasi climatiche distinte e cioè tre fasi di stazionarietà o lieve calo St1 e St2 (1851-1910, 1941-1987 e 1999- 2008) e due fasi di sensibile incremento Rp1 e Rp2 (1911-1940 e 1987-1998). L’articolo di Lo e Hsu è dedicato alla fase Rp2 (il diagramma delle temperature dell’emisfero Nord è di fonte Cru – East Anglia University - http://www.cru.uea.ac.uk/cru/data/temperature/).

Figura 2 – contributo alla fase Rp2 dato dalla PDO e dall’AO. Si noti che Pdo perda di dominanza dagli anni 80 mentre sempre più rilevanza assume AO (da Lo e Hsu, 2010 – modificato).

L’aspetto più originale del lavoro di Tsu-Ting e Hsu è a mio avviso costituito dall’avere evidenziato il fatto che la repentina riconfigurazione della grande circolazione anulare sarebbe frutto della variabilità climatica naturale e non dell’incremento di CO2 in atmosfera. Tale conclusione è supportata dal fatto che il fenomeno non è descritto in modo realistico dai modelli circolatori globali CMIP3 dell’IPCC se si introduce l’incremento di CO2 del XX secolo mentre viene simulato in modo realistico dai modelli stessi se fatti operare in modalità pre – industriale (e cioè con CO2 costante a 285 ppmv).
In soldoni parrebbe di poter dire che nei GCM l’effetto CO2, modellato come sappiamo fare oggi, si mangia tutta la variabilità naturale (che è tantissima) e porta ad un sistema in cui vige la regola “tanta CO2 – tanta temperatura”, il che rappresenterà anche il sogno di tutti i seguaci della teoria AGW ma onora assai poco la realtà.
In sintesi quanto sopra:
  1. Mostra in tutta la sua rilevanza il problema dell’insufficiente conoscenza del sistema climatico che ancor oggi affligge la climatologia.
  2. Dovrebbe indurre a diffidare degli scenari IPCC, in quanto sviluppati con modelli che non riescono a ricostruire il passato in modo decente.
 
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