Curiosità storiche, linguistiche, ecc. ecc. - O vero [sic] come si divertono i Nerd skifosi quando la geografia non basta più

Vogliamo ora parlare anche di Bécs, Беч, Beç ... o lo facciamo "dall'altra parte"? :)
Unico fatto incontestato, mi sembra, è che le forme serbo-croate e turco-ottomana derivano dal nome ungherese.
E fin qui ci siamo... ma "Bécs" da dove esce fuori?
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Eine eigenständige Bildung ist das ungarische Bécs bzw. Beč im Bosnischen, Kroatischen und Serbischen. Davon stammt auch die Form Beç aus der osmanischen Amtssprache ab (im modernen Türkisch heißt es Viyana). Die Form wird auf die ungarische Herrschaft im 9./10. Jahrhundert zurückgeführt und meist mit „am Steilhang“ übersetzt. Die eigenständige Namensbildung wird als Indiz für die geringe Bedeutung Wiens in dieser Periode gewertet.
Questo è ciò che scrive lo storico austriaco Peter Csendes. Tutto perfetto, ma la traduzione Bécs = am Steilhang (??) mi lascia perplesso.
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According to Ferenc Körmendi, the Hungarian name of the city is of Avar origin: becs means guard place.
E forse questa è l'ipotesi più convincente. Nell'articolo se ne discetta lungamente.
Un estratto significativo:
"If we look up the word becs in a Hungarian-(Old) Turkish comparative dictionary, we find it as the equivalent of the Inner-Asian Turkish word (written phonetically) bedjs, which otherwise means jewel, ornament, figuratively, treasure, value. The term czecsebecs, later czecsebecse, which is still used in Hungarian today - originally from the Old Turks - means a beautiful jewel, an ornate ornament. In order to understand how this word appeared as place names in the Carpathian Basin, we need to know the customs and practices of the Avars in developing their defense system. The Avar historical sources mention in several places large circular areas surrounded by defensive ramparts, where the Avars kept their treasures, valuables, and pets, especially during times of war. Remains of such ramparts can still be seen near the Austrian capital, Vienna, in the area of the Vienna Forest, as well as near Óbecs and Bácsföldvár."
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According to Lajos Kiss, it comes from the Old Hungarian word "bécs" (coal-burning furnace), which in turn was an adaptation of an old Turkish word with the same meaning
Mah... questa mi piace meno....
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Wollen Sie Ihre Meinung dazu äußern?



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... e ci sarebbe anche Пећ ....
Dica pure :)
 
Benché, e contrariamente a quanto un tempo sostenuto dai fautori dell'ipotesi uralo-altaica, l'ungherese e il turco non siano assolutamente apparentate, esse condividono, nondimeno, alcuni tratti, soprattutto morfologici (sono entrambe lingue agglutinanti). Vi è poi in ungherese tutta una serie d'imprestiti dal turco (o dall'arabo e dal persiano ma sempre via il turco) che affratellano, se così si può dire, questi due idiomi (ricordo, a proposito di "fratellanza" che l'Ungheria detiene lo statuto di osservatore in seno all'Organizzazione degli Stati turchi).

Alcuni esempi:

Mela Alma Elma
Mamma Anya Anne
Orzo Àrpa Arpa
Porta Kapu Kapı
Capra Kecske Keçi
Piccolo Kicsi Küçük
Barba Szakàll Sakal
Cammello Teve Deve
Pollo Tyùk Tavuk
Tasca Zseb Cep


La frase "Ho in tasca una piccolissima mela" suona quasi identica nelle due lingue:

Zsebemben sok kicsi alma van
Cebimde çok küçük elma var.
 
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Benché, e contrariamente a quanto un tempo sostenuto dai fautori dell'ipotesi uralo-altaica, l'ungherese e il turco non siano assolutamente apparentate, esse condividono, nondimeno, alcuni tratti, soprattutto morfologici (sono entrambe lingue agglutinanti). Vi è poi in ungherese tutta una serie d'imprestiti dal turco (o dall'arabo e dal persiano ma sempre via il turco) che affratellano, se così si può dire, questi due idiomi (ricordo, a proposito di "fratellanza" che l'Ungheria detiene lo statuto di osservatore in seno all'Organizzazione degli Stati turchi).

Alcuni esempi:

Mela Alma Elma
Mamma Anya Anne
Orzo Àrpa Arpa
Porta Kapu Kapı
Capra Kecske Keçi
Piccolo Kicsi Küçük
Barba Szakàll Sakal
Cammello Teve Deve
Pollo Tyùk Tavuk
Tasca Zseb Cep


La frase "Ho in tasca molte piccole mele" suona quasi identica nelle due lingue:

Zsebemben sok kicsi alma van
Cebimde çok küçük elma var.
Grazie dell’interessante parallelo.
A proposito di “fratellanza” turco-magiara, al di là dei presti linguistici, negli ultimi anni si sono materializzati segni tangibili di un avvicinamento:
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Mohács, Szigetvár… cose vecchie.
C’è amicizia ora, un’amicizia sempre più profonda, tra i due Paesi.
 
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Ha visto che belle le sculture di Solimano e Zrínyi (o Zrinski, se preferisce)?

A proposito di Zrínyi:
- Domanda numero egy: ma secondo Lei le varie Zrínyi utca/tér che si trovano in ogni villaggio, paese o città magiara, sono intitolate al bisnonno o al pronipote?
- Domanda numero kettő: ha per caso letto il mitico Szigeti veszedelem? So che esiste una traduzione italiana dei primi del novecento ma è praticamente impossibile da trovare… la versione originale ungherese è per me out of bounds, visto che il mio magiaro è ben poca cosa… è da poco uscita una traduzione inglese ma - mortacci loro! - la si trova a 68 euri su Amazon… che devo fà? Mi rassegno a comprare il libro in inglese o magari nella sua biblioteca c’è l’introvabile versione italiana che - altro magari - mi potrebbe imprestare?
Forse potrei chiedere a @ddski, che avrà sicuramente in casa la versione croata… (o magari no: lui viene dalle isole e forse là degli storici legami ultracentenari tra Croazia e Ungheria, e dei comuni eroi, se ne fottono…)
 
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