Il cartello DIVIETO DI FUORIPISTA messo dai gesori non ha nussun valore LEGALE

Molto spesso interessanti osservazioni si perdono in discussioni calde. Copio qui questo intervento.

Capisco il notevole e benefico effetto "emotivo" di questo cartello... ma in definitiva, oltre a "far riflettere" a che serve?
 
io farei un po' di chiarezza: innanzitutto l'articolo non parla mai del cartello "DIVIETO DI FUORIPISTA" ma del cartello "ALT - PERICOLO VALANGHE", quell'articolo inoltre non è altro che un opinione giuridica, quindi qulla visione può trovare riscontro o no presso un giudice; di diversa opinione invece questo giudice http://www.ceciliacarreri.it/164.html [Cecilia Carreri Giudice del Tribunale di Vicenza]

dal sito

Sci alpinismo e fuori pista

Dello sci alpinismo o fuori pista si occupano gli artt 15 e 17:
1. é vietato risalire le piste salvo autorizzazione del gestore o in caso di urgente necessità;
2. i percorsi fuori pista serviti dagli impianti non comportano alcuna responsabilità per i gestori.
Giustamente si afferma che il territorio esterno alle aree sciabili attrezzate ricade esclusivamente nella responsabilità del singolo che, del tutto autonomamente, decide di uscire dalla pista protetta, anche se é stato l’impianto a consentire il raggiungimento di quell’area. Bisogna tuttavia distinguere quelle aree di cui si é parlato prima che, pur esterne alla pista ricadono nel controllo del gestore in quanto possono interferire con la sicurezza della pista. Su tali zone permane la responsabilità del gestore al punto che ne può impedire l’ accesso in quanto pericolose per gli utenti dell’ impianto ( si pensi al caso dello sci alpinista o snowboardista che attraversando una zona vicina agli impianti provochi il distacco di una valanga che finisce sulla pista)

Quindi facciamo attenzione, quell'articolo riporta l'opinione di un avvocato e non fa riferimento ad alcuna legge a cui appellarsi in caso di ricorso. Non buttiamo fumo negli occhi agli utenti che magari si possono così sentire autorizzati a infrangere i divieti ripoortati sui cartelli
 
si vabbè ma questo cartello qui sotto significa che comprende tutta la zona retrostante (fino a Jesolo)? :twisted:

badia_24.jpg
 
Bisogna tuttavia distinguere quelle aree di cui si é parlato prima che, pur esterne alla pista ricadono nel controllo del gestore in quanto possono interferire con la sicurezza della pista. Su tali zone permane la responsabilità del gestore al punto che ne può impedire l’ accesso in quanto pericolose per gli utenti dell’ impianto ( si pensi al caso dello sci alpinista o snowboardista che attraversando una zona vicina agli impianti provochi il distacco di una valanga che finisce sulla pista)

Quindi facciamo attenzione, quell'articolo riporta l'opinione di un avvocato e non fa riferimento ad alcuna legge a cui appellarsi in caso di ricorso. Non buttiamo fumo negli occhi agli utenti che magari si possono così sentire autorizzati a infrangere i divieti ripoortati sui cartelli

solito discorso trito e ritrito: se un pendio è pericoloso è l'impianto o la pista in pericolo che va chiusa, non l'accesso in fuoripista, in quanto il divieto non elimina la situazione di pericolo per le piste, che evidentemente deve sussistere.
 
solito discorso trito e ritrito: se un pendio è pericoloso è l'impianto o la pista in pericolo che va chiusa, non l'accesso in fuoripista, in quanto il divieto non elimina la situazione di pericolo per le piste, che evidentemente deve sussistere.

io sto solo parlando di come si comporta la giustizia al momento, se poi riuscirete in qualche modo a cambiare la testa dei giudici sarà un bene per tutti; volevo solo informare che ad oggi non esiste alcuna legge (al contario di ciò che si potrebbe erroneamente dedurre dal post di irebec) che tutela chi fa fuoripista nel caso in cui sia multato.
 
io sto solo parlando di come si comporta la giustizia al momento, se poi riuscirete in qualche modo a cambiare la testa dei giudici sarà un bene per tutti; volevo solo informare che ad oggi non esiste alcuna legge (al contario di ciò che si potrebbe erroneamente dedurre dal post di irebec) che tutela chi fa fuoripista nel caso in cui sia multato.

Non mi constano esistere ad oggi provvedimenti di giudici in merito alla violazione della segnaletica sulle piste.

L'articolo di cui sopra è un'interpretazione data da quel giudice che vale tanto quanto quella data da quell'avvocato che in gergo tecnico si chiama "dottrina" (bisogna èpoi vedere quanto sia autorevole tanto l'una quanto l'altra).
 
Non mi constano esistere ad oggi provvedimenti di giudici in merito alla violazione della segnaletica sulle piste.

L'articolo di cui sopra è un'interpretazione data da quel giudice che vale tanto quanto quella data da quell'avvocato che in gergo tecnico si chiama "dottrina" (bisogna èpoi vedere quanto sia autorevole tanto l'una quanto l'altra).

sottovaluti il fatto che che la "pena" viene decisa appunto da uno di quei giudici e non da un avvocato.
 
vorrei far notare che questo giudice è un amante della montagna e penso che quando esprime il suo parere lo faccia rispecchiando poi la linea di condotta anche degli altri giudici:
e sempre dallo stesso sito: (http://www.ceciliacarreri.it/162.html - Intervista su Free.rider numero 27 del 2007)
Leggete tutta la pagina web che è molto ricca di informazioni, ci sono le domande che compaiono ormai tutti i giorni sul forum

Che valore hanno i segnali che delimitano le piste (cartelli, reti, pali o corde), avvertono del rischio di valanghe o vietano il fuoripista? Se continuo oltre commetto un reato?

La legge 24 dicembre 2003 n. 363 ha previsto la responsabilità dei gestori delle aree sciistiche rispetto alla sicurezza e incolumità degli utenti ( sciatori) che impegnano le piste: obbligo di messa in sicurezza delle piste con protezioni e segnali, obbligo di proteggere gli utenti da ostacoli presenti lungo le piste, obbligo di provvedere all’ ordinaria e straordinaria manutenzione delle piste, obbligo di predisporre adeguata segnaletica di pericolo, obbligo di chiudere la pista pericolosa (artt. 3, 4, 7).
La segnaletica di pericolo è obbligatoria e va rispettata dallo sciatore.
Con il Decreto 20 dicembre 2005 è stata introdotta la nuova segnaletica obbligatoria, conforme alle norme tecniche UNI.

quello che segue è "dedicato" a pierr, infatti il parere del giudice è identico a quello espresso da pierr; il problema è dovuto al fatto che mai nessuno sciatore chiamerà le forze dell'ordine per denunciare una pista probabilmente esposta a distacco, anche perchè se io chiamo la polizia pensando che ci saràun distacco, la pista viene chiusa (meno guadagni) e poi il distacco non avviene penso che poi sarò io a risarcire il mancato guadagno

Se sciando fuoripista si mette in pericolo una pista vuol dire che quella pista non è costruita in un luogo sicuro. La valanga non aspetta uno sciatore per partire. Il rischio è insito nel pendio stesso. Anzi, la montagna è un posto non sicuro in assoluto, ovunque e comunque, e chi si muove in montagna, che sia in pista, dentro una baita, o fuoripista in mezzo ai crepacci dovrebbe esserne consapevole. È ovvio però che devono essere puniti i comportamenti che determinano un rischio per se stessi e per gli altri. Come si può uscire da questo circolo vizioso?

I gestori delle aree attrezzate, come garanti della messa in sicurezza della pista (artt. 3 e 7) devono chiudere le piste o collocare segnali di divieto di uscita dalla pista o transenne (art. 7 comma 2) anche quando la situazione di pericolo sia esterna alla pista ma possa influire sulla sicurezza della pista medesima.
Tipico è il caso del pendio a fianco della pista dal quale possa staccarsi una valanga anche spontanea che arriva o può arrivare fino alla zona sciabile.
 
sottovaluti il fatto che che la "pena" viene decisa appunto da uno di quei giudici e non da un avvocato.

vorrei far notare che questo giudice è un amante della montagna e penso che quando esprime il suo parere lo faccia rispecchiando poi la linea di condotta anche degli altri giudici:

Non vorrei disulluderti, ma se non frequenti i tribunali non puoi assolutamente capire. Non è infrequente che la stessa (e dico la stessa) questione venga decisa in un modo davanti ad un giudice, in un altro dal giudice della porta accanto ed in un terzo da un altro ancora.

Questo perchè i giudici sono liberi di interpretare la norma come credono semprechè sia correttamente motivata.

In ogni caso anche l'avvocato che ha scritto l'articolo è "un amante della montagna" essendo un maestro e non per questo la sua intepretazione è inferiore all'altra. Ti dirò, secondo me è meglio articolata di quella del giudice.

Ripeto, tutte le interpretazioni che fanno i giudici, gli avvocati e i professori sono dottrina, e non sempre la dottrina è seguita dai magistrati nè quella che dice una cosa nè quella che ne dice un'altra.

Quindi non è perchè un magistrato ha scritto un articolo allora la giurisprudenza si conformerà al principio da questi enunciato (lo stesso dicasi per l'avvocato o per il professore).
 
il Decreto Ministeriale citato nell’intervista apparsa su free.ride è questo e l'avevamo già visto :

(D.M. MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
DECRETO 20 dicembre 2005) .

http://www.sicurezzaonline.it/leggi...20002009doc/legspo20002009dmi/dmi20051220.htm

Il decreto ministeriale stabilisce quali sono i cartelli che possono essere apposti sulle pista da sci.

Nell’allegato 1 sono indicati i cartelli
Nell’allegato 2 vi è anche un decalogo dei comportamenti che devono tenere “gli utenti delle piste”.

Nel decalogo vi è anche tale regola:
8. Rispetto della segnaletica. Tutti gli sciatori devono rispettare la segnaletica prevista per le piste da sci ed in particolare l'obbligo del casco per i minori di 14 anni.

Tra i cartelli indicati , l’unico che ci interessa è
UNI 8137 “Stop. Pericolo Valanghe”.

Ora al di là della portata effettivamente precettiva di una fonte regolamentare che in un suo allegato indica un decalogo di comportamenti ma non indica la sanzione in caso di violazione e del fatto che non è specificato dallo stesso decreto il comportamento da tenere di fronte ai singoli cartelli (come ad esempio nel Codice della Strada) ... al di là di tali non semplici questioni....

il cartello Stop . Pericolo Valanghe non può considerarsi come un segnale di divieto assoluto di fuoripista ma solo come un segnale di pericolo (e pertanto come un invito a fermarsi e prestare attenzione) .

Ma anche nell’ipotesi in cui si considerasse come un segnale di divieto si dovrebbe considerare :
- Che il cartello avrebbe portata precettiva sola per gli “utenti delle piste” come afferma lo stesso Decreto Ministeriale.. e quindi non imporrebbe alcun divieto a chi arriva in quel fuoripista provenendo da un altro fuoripista o salendo con le pelli;
- Che comunque chi arriva nella zona interessata da quel cartello tramite un altro fuoripista o con le pelli potrebbe non vedere quel cartello .

Al di fuori di quel cartello (UNI 8137 “Stop. Pericolo Valanghe.) comunque non vi sono altri cartelli presi in considerazione dal legislatore in relazione al fuoripista . Per cui sicuramente si può dire che i cartelli che a volte si trovano in alcuni comprensori come "Divieto di fuoripista" posti dai gestori degli impianti non hanno alcun valore legale... neppure come segnale di pericolo.

Comunque il nostro non è un invito a lanciarsi giù nei pendii interessati da tali cartelli e di fregarsene della sicurezza propria e degli altri .

Anzi al contrario . Ritengo che di fronte al cartello Stop. Pericolo di valanghe sia opportuno il più delle volte fermarsi e non continuare e quanto meno valutare con attenzione se tale cartello è stato apposto in modo del tutto irrazionale dal gestore oppure se il pericolo è fondato tenendo conto che quasi sempre il pericolo è fondato.

Le nostre sono soltanto considerazioni di natura legale.

Quella intervista sul numero di free.rider l’avevo già letta e devo dirvi che l’avevo ritenuta sotto alcuni aspetti un po’ “sintetica”.

@Crashbones : non si tratta di trovare una legge che tuteli lo sciatore dalle multe, ma si tratta di far capire che le multe (più correttamente sanzioni amministrative) possono essere date agli sciatori solo in determinate condizioni e nel rispetto delle leggi e non in base all’umore del momento delle forze dell'ordine … nella fattispecie si tratta di far capire che un Carabiniere non può multarti in assenza di ordinanza comunale, sostenendo semplicemente che 800 metri di dislivello sopra vi era un cartello Stop. Pericolo Valanghe che magari non poteva neppure essere visto chi proveniva in salita od in discesa da un'altra valle o direzione o semplicemente da chi si era semplicemente immesso più in basso.
 
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