- Home
- estate
- vie ferrate
- Lipella, Tofana di Rozes
Bellissimo percorso ad anello che permette, senza difficoltà tecniche di partivolare rilievo, la salita alla mitica Tofana di Rozes lungo la parete ovest, che viene poi ridiscesa per la via normale.
Il panorama sulla Val Travenanzes e tutte le vette circostanti è quanto di più bello possa capitare di vedere in Dolomiti.
Caratteristiche tecniche
Partenza e arrivo: Rifugio Dibona
Dislivello: ca. 1200 mt. – in realtà da Dibona (2083 m) alla Cima della Tofana di Rozes (3225 m) sono 1142 mt. , ma si perde quota in alcune parti, per cui si va oltre i 1200 mt. di dislivello
Durata: 8 ore ± 2 (stando alla mia esperienza ed al mio passo).
Attrezzatura: ovviamente set da ferrata completo, con casco e lampada (meglio se frontale per avere le mani libere in galleria). Consiglio anche i guanti da ferrata, perché la parete ovest della Tofana è tutto uno stillicidio e il cavo è spesso freddo e bagnato.
Difficoltà: la ferrata è classificata media, e come tale non è consigliata al ferratista alle prime armi. In effetti non presenta difficoltà particolari: molto ben attrezzata, quasi sempre ben appoggiata e mai strapiombante. Certo non bisogna soffrire di vertigini perché il salto di roccia è di diverse centinaia di metri.
La vera difficoltà è data dal fatto che è molto lunga, sia come dislivello, che come percorrenza. Non è dunque da sottovalutare, anche se esistono due possibilità di uscita anticipata che permettono di completare comunque l’anello: la prima alle 3 Dita ( 2694 mt.), la seconda alla fine della ferrata sull’anticima (3027 mt.).
Necessita di meteo ottimo, sia per la propria sicurezza, sia per i panorami impagabili che altrimenti si perderebbero.
N.B. Non c’è acqua (salvo lo stillicidio di cui sopra) né rifugi sino al Giussani, cioè fino quasi alla fine!!
Reportage ferrata Lipella
Si parte dal Rifugio Dibona, lasciando alle spalle un superbo panorama sulla val Boite ed il Re. La salita fino all’attacco della galleria del Castelletto sono ca. 400 mt. di dislivello, che nel seguito si sentiranno sulle gambe.
Qui si indossa il set da ferrata e si accede alla galleria tramite alcune scalette a pioli. Il percorso in galleria non presenta difficoltà, se non a chi soffre di claustrofobia, perché offre ben poche finestre, di cui una verso la fine merita perché ci fa vedere che la Regina (Marmolada) ci sorveglia.
All’uscita della galleria, si perde un po’ di quota prima di arrivare all’attacco vero e proprio delle ferrata. Come detto la ferrata è sempre ben appoggiata e mai strapiombante, ma i metri sotto sono veramente tanti.
Si passa da brevi paretine a cengie che sembrano terrazze sulla val Travenanzes, con alcuni passaggi divertenti, ma sempre sicuri. In questa fase non si prende tanta quota ed ogni tanto se ne perde.
A quota 2694 (Tre Dita) c’è la possibilità di rientrare al rifugio Giussani senza affrontare la salita vera e propria alla cima. Fino a qui è già stata bellissima e se siete affaticati, come mia moglie, rientrate pure. Altrimenti procedete senza indugio sino alla cima come ho fatto io.
La seconda parte delle ferrata è più impegnativa e continua, e si sviluppa in ambiente più severo, ma sempre tecnicamente abbordabile. Si risale un [u]anfiteatro meraviglioso fino all’anticima[/u], posta a 3027 mt., all’uscita della ferrata.
In caso di maltempo anche da qui si può rientrare per la via normale al Giussani: se invece siete stanchi, proseguite comunque, ormai che siete arrivati fin lì!
Qui terminano le difficoltà “alpinistiche”, ma [u]l’ultimo tratto (altri 200 mt.) è faticosissimo per via dell’altitudine[/u] e delle molte ore di camminata alle spalle. Arrivati in cima però [b]il panorama ripaga delle fatiche[/b] e si può fare la propria firma sull’immancabile libro di vetta.
Attenzione alla discesa per la via normale fino al Giussani, piccolino laggiù. Il sentiero non è impegnativo, ma ometti messi qua e là non sempre benissimo e forse la stanchezza lo fanno perdere spesso. Niente di grave, non ci sono salti di roccia pericolosi ed in qualche modo si recupera sempre una buona traccia.
Infine, lasciato il Giussani, si ridiscende al Dibona lungo la forcella Fontana Negra: qui, se ne avete ancora un po’, si può tagliare la strada in più punti e fare un po’ di ghiaione che, anche se solo a tratti, è bello morbido e permette di correre sui talloni.
Dati tecnici
DATI TECNICI | |
---|---|
Nome itinerario | Lipella, Tofana di Rozes |
Visto | 25211 volte, ultima 24/4/25 |
Recensione proposta il | 26/6/09 |
Dislivello | 1200 |
Giudizio | Voto medio (2 voti): 9Vota (solo per utenti registrati e loggati). |
Link alle descrizioni | #1 #2 #3 #4 #5 #6 #7 #8 #9 #10 #11 #12 #13 #14 #15 |