Marmolada: nuovo scontro sullo sviluppo del ghiacciaio

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  • 29/12/2016
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Sono passati solo pochi mesi dall'ultimo botta e risposta tra il gestore degli impianti della Marmolada, i trentini e gli ambientalisti, culminato con un sit-in di Mountain Wilderness  lo scorso aprile, che già si apre un nuovo fronte di scontro

La polemica nelle ultime settimane è tornata al centro dell'attenzione dopo che gli amministratori trentini (provincia e sindaco di Canazei) si sono nuovamente opposti al progetto di Vascellari (presidente della Marmolada srl ) che vorrebbe ripristinare il vecchio impianto Sass de Mul  dismesso anni fa, impianto che però ricade in pieno territorio trentino e per il quale sono stati già ottenuti 3 milioni di finanziamento tra regione e Unione Europea che potrebbero andare persi se le autorizzazioni non arriveranno in tempo. Il progetto trovava favorevoli anche gli ambientalisti che in cambio avrebbero ottenuto una bonifica dei vecchi impianti e ruderi.

La pista Bellunese con i due impianti dismessi

 

Qual'è dunque il punto della questione?

I trentino non vogliono lasciare a Vascellari l'esclusiva della vetta, secondo il sindaco di Canazei serve un secondo accesso dalla val di Fassa ristrutturando la cestovia di Pian Fiacconi  e arrivando con un secondo impianto fino a Punta Rocca, ipotesi scartata dai veneti che avevano siglato un accordo per arrivare fino a Sass Bianchet.

L'idea dell'imprenditore veneto porterebbe a riaprire la linea di risalita diretta dal Passo Fedaia  a Serauta  con un impianto leggero che quindi consentirebbe di evitare la discesa fino a Malga Ciapela, uno sviluppo tutto veneto sostenuto anche dal sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, che si è adoperato per ottenere i fondi di confine per la sostituzione delle due sciovie, ormai in scadenza, tra Malga Ciapela  e Capanna Bill,  rendendo più attrattivo il versante veneto.

Ma la guerra di confine non finisce quì perché Trento non può decidere autonomamente, infatti per raggiungere Punta Rocca  da Pian Fiacconi  serve spazio sul ghiacciaio mentre, secondo l'accordo Dellai-Galan del 2002, la zona della stazione a monte della funivia è in territorio veneto, ecco quindi che si riaccende anche l'infinito scontro sui confini della regina con i trentini che chiedono un arretramento di 70 metri della linea del confine sulla cresta, tra Punta Serauta  e Punta Rocca  così come deciso dal Consiglio di Stato, anche se per l'impianto basterebbero fra i 30 e i 40 metri.

 

Un carosello da 60 milioni di euro?

A stemperare i toni ci prova il sindaco di Canazei, Silvano Parmesani, con l'invito a sedersi intorno ad un tavolo e ragionare. Secondo il primo cittadino il giro della Marmolada è incompleto poiché dal Padon  potranno passare al più 1000 persone all'ora a causa della portata degli impianti e della capacità delle piste, quindi la soluzione proposta si ricollega all'idea iniziale di un secondo accesso da Pian Fiacconi  e un nuovo collegamento tra Fedaia  e Portavescovo  per riportare i turisti direttamente ad Arabba.

Vista da Punta Rocca verso Portavescovo

 

Il progetto, come in molti ricorderanno, non è assolutamente nuovo: prima di progettare il collegamento Arabba-Marmolada via Padon  c'era la concreta ipotesi di una funivia da Portavescovo  al Fedaia, tanto che la vecchia stazione a monte della funivia di Arabba del 1973 era già predisposta per un secondo impianto in direzione Lago Fedaia,  con tanto di fosse per ospitare le ipotetiche cabine.

L'ipotesi, abbastanza fantasiosa, costerebbe 60 milioni di euro e comprenderebbe i due collegamenti, una bonifica dei vecchi ruderi e la messa in sicurezza del passo Fedaia.

 

Uno scontro acceso

La proposta trentina ha acceso un nuovo dibattito che trova fermamente contrari tutti gli amministratori veneti a partire dai sindaci, l'assessore al turismo della regione Floriano Pra e lo stesso presidente Luca Zaia che è intervenuto a gamba tesa sulla questione affermando che «Punta Rocca, la vetta della Marmolada, è indubbiamente veneta. Lo certifica la cartografia sulla quale la Provincia di Trento ha fondato il nuovo Piano urbanistico. Non capisco, pertanto, questo nuovo rivendicazionismo».

Sull'altro fronte Luigi Casanova, portavoce di Mountain Wilderness, alza le barricate e preannuncia ricorsi contro i nuovi collegamenti ipotizzati da Parmesani. Sulla questione potrebbe intervenire la stessa fondazione Unesco eliminando la Marmolada tra i siti patrimoni dell'umanità visto che nell'accordo iniziale c'era proprio la bonifica del sito.

La stazione a monte di Punta Rocca

 

Non è da meno il sindaco di Rocca Pietore che esprime preoccupazione per un ipotetico collegamento via Arabba che escluderebbe quasi del tutto la Val Pettorina decretando anche la morte della funivia da Malga Ciapela.

 

La questione, più accesa che mai, non è destinata a finire quì e non è assolutamente scontato chi la spunterà.

 

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articolo scritto da per SkiForum


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